Editoriale
Il giallo della maggioranza che (ancora) non c'è
Può il destino di una città essere legato ad un foglio di dimissioni?
Corato - giovedì 22 febbraio 2018
17.06
"Risulta impossibile, al momento, far parte della costituente nuova maggioranza".
A scriverlo è il consigliere comunale Franco Caputo. Una frase che ha il peso di un macigno per la vita amministrativa della città, pur mantenendo la situazione politica cittadina appesa al filo dell'incertezza.
Un filo che va sempre più logorandosi e che, di fatto, porta l'attività amministrativa in una situazione di paralisi, la stessa paralisi per evitare la quale lo stesso Caputo preferì affidare al commissario prefettizio la gestione della città firmando le dimissioni di massa che portarono alla conclusione della seppur breve amministrazione guidata da Renato Bucci.
Il comunicato stampa diffuso questa mattina da Franco Caputo smentisce quanto affermato soltanto poche ore prima dal sindaco Mazzilli: un riassetto amministrativo (leggasi nuovo rimpasto di giunta con assegnazione di assessorati e posti nei consigli di amministrazione delle partecipate e, perché no, una nuova ridistribuzione delle presidenze di commissione) avrebbe portato alla creazione di una nuova maggioranza. Una maggioranza composta da chi? Il sindaco, prudentemente, non lo rivela ma appare lapalissiano che, nel computo dei suoi sostenitori, Mazzilli annoverasse anche Franco Caputo. Anche se quest'ultimo tiene a precisare che "Mai è stato chiesto l'azzeramento della giunta". E non si può affermare il contrario: a Caputo interessava ed interessa ancora che l'assessorato all'urbanistica ricoperto dal Sen. Perrone e la presidenza del consiglio comunale, ricoperta per volontà dello stesso consiglio comunale da Ignazio Salerno, venissero rimessi in discussione con le dimissioni dei due esponenti di Direzione Italia dai rispettivi incarichi (nel caso di Perrone il sindaco può esercitare la revoca delle deleghe).
Quanto sia accaduto nelle ultime 48 ore assume i contorni non più di una soap opera di poco gradevole appeal, ma addirittura di un giallo.
Non è un segreto che Caputo avesse richiesto al sindaco Mazzilli di accelerare il "nuovo riassetto", quanto meno liberando i posti di Perrone e Salerno, così come non è un segreto che si sia provato a prendere tempo sino al 4 marzo, giorno delle elezioni politiche, giorno nel quale le urne avrebbero decretato se per Perrone si sarebbero aperte le porte di Palazzo Montecitorio.
Caputo scrive, inoltre, di "non essere mai stato interessato a nessun tipo di rappresentanze o poltrone", eppure per due poltrone e per due rappresentanze la vita amministrativa di una città è appesa a un filo.
Tornando al comunicato stampa diffuso da Franco Caputo, non possiamo non dare il giusto rilievo a quello che può sembrare un inciso: "Risulta impossibile, al momento, far parte della costituente nuova maggioranza".
Quando deciderà, Caputo, quando sarà il momento di far parte della maggioranza? Quando deciderà di non farne parte? Può il destino di una città essere legato ad un foglio di dimissioni? Può il destino di una città dipendere dalla distribuzione delle "quote" di un partito?
Non crediamo che il Sindaco Mazzilli sia stato così sprovveduto dal comunicare il rientro della crisi amministrativa, salvo poi essere smentito qualche ora dopo. Evidentemente qualcuno ha fatto un passo indietro creando ulteriore confusione nel clima politico cittadino. Una confusione che, proprio in questo particolare momento, la città non può permettersi.
Caputo richiama "il sindaco e la sua maggioranza, al senso di responsabilità "promesso" alla città e ai suoi cittadini. L'atto di responsabilità, tradotto dal politichese, sarebbe un atto politico che revocasse gli incarichi di Salerno e Perrone. Caputo, tuttavia, dimentica di richiamare se stesso ad un atto di responsabilità: definire una volta per tutte la sua posizione entro e non oltre il 24 febbraio. Si scelga di "liberare" l'amministrazione Mazzilli e farla lavorare serenamente sino a fine mandato o si scelga di staccare la spina entro il 24 febbraio, così da far decidere ai cittadini, già nella prossima primavera, da chi vogliono essere amministrati.
A scriverlo è il consigliere comunale Franco Caputo. Una frase che ha il peso di un macigno per la vita amministrativa della città, pur mantenendo la situazione politica cittadina appesa al filo dell'incertezza.
Un filo che va sempre più logorandosi e che, di fatto, porta l'attività amministrativa in una situazione di paralisi, la stessa paralisi per evitare la quale lo stesso Caputo preferì affidare al commissario prefettizio la gestione della città firmando le dimissioni di massa che portarono alla conclusione della seppur breve amministrazione guidata da Renato Bucci.
Il comunicato stampa diffuso questa mattina da Franco Caputo smentisce quanto affermato soltanto poche ore prima dal sindaco Mazzilli: un riassetto amministrativo (leggasi nuovo rimpasto di giunta con assegnazione di assessorati e posti nei consigli di amministrazione delle partecipate e, perché no, una nuova ridistribuzione delle presidenze di commissione) avrebbe portato alla creazione di una nuova maggioranza. Una maggioranza composta da chi? Il sindaco, prudentemente, non lo rivela ma appare lapalissiano che, nel computo dei suoi sostenitori, Mazzilli annoverasse anche Franco Caputo. Anche se quest'ultimo tiene a precisare che "Mai è stato chiesto l'azzeramento della giunta". E non si può affermare il contrario: a Caputo interessava ed interessa ancora che l'assessorato all'urbanistica ricoperto dal Sen. Perrone e la presidenza del consiglio comunale, ricoperta per volontà dello stesso consiglio comunale da Ignazio Salerno, venissero rimessi in discussione con le dimissioni dei due esponenti di Direzione Italia dai rispettivi incarichi (nel caso di Perrone il sindaco può esercitare la revoca delle deleghe).
Quanto sia accaduto nelle ultime 48 ore assume i contorni non più di una soap opera di poco gradevole appeal, ma addirittura di un giallo.
Non è un segreto che Caputo avesse richiesto al sindaco Mazzilli di accelerare il "nuovo riassetto", quanto meno liberando i posti di Perrone e Salerno, così come non è un segreto che si sia provato a prendere tempo sino al 4 marzo, giorno delle elezioni politiche, giorno nel quale le urne avrebbero decretato se per Perrone si sarebbero aperte le porte di Palazzo Montecitorio.
Caputo scrive, inoltre, di "non essere mai stato interessato a nessun tipo di rappresentanze o poltrone", eppure per due poltrone e per due rappresentanze la vita amministrativa di una città è appesa a un filo.
Tornando al comunicato stampa diffuso da Franco Caputo, non possiamo non dare il giusto rilievo a quello che può sembrare un inciso: "Risulta impossibile, al momento, far parte della costituente nuova maggioranza".
Quando deciderà, Caputo, quando sarà il momento di far parte della maggioranza? Quando deciderà di non farne parte? Può il destino di una città essere legato ad un foglio di dimissioni? Può il destino di una città dipendere dalla distribuzione delle "quote" di un partito?
Non crediamo che il Sindaco Mazzilli sia stato così sprovveduto dal comunicare il rientro della crisi amministrativa, salvo poi essere smentito qualche ora dopo. Evidentemente qualcuno ha fatto un passo indietro creando ulteriore confusione nel clima politico cittadino. Una confusione che, proprio in questo particolare momento, la città non può permettersi.
Caputo richiama "il sindaco e la sua maggioranza, al senso di responsabilità "promesso" alla città e ai suoi cittadini. L'atto di responsabilità, tradotto dal politichese, sarebbe un atto politico che revocasse gli incarichi di Salerno e Perrone. Caputo, tuttavia, dimentica di richiamare se stesso ad un atto di responsabilità: definire una volta per tutte la sua posizione entro e non oltre il 24 febbraio. Si scelga di "liberare" l'amministrazione Mazzilli e farla lavorare serenamente sino a fine mandato o si scelga di staccare la spina entro il 24 febbraio, così da far decidere ai cittadini, già nella prossima primavera, da chi vogliono essere amministrati.