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Il Coronavirus riduce di un terzo il consumo di carne

Blocco del settore con la chiusura di ristoranti e agriturismi

Addio ad oltre 1 fettina su 3 in Puglia. Tutta colpa della pandemia che ha ridotto il consumo di carne a causa della chiusura dei 20mila ristoranti e gli 876 agriturismi ed il blocco sostanziale degli approvvigionamenti, riducendo di circa un quinto le macellazioni. Per rilanciare i consumi in tempi di pandemia Coldiretti Puglia ha organizzato il #BrasciolaDay, un momento di confronto e analisi a beneficio dei consumatori nei mercati dei contadini di Campagna Amica a Brindisi e Foggia, con esperti e nutrizionisti, per conoscere le proprietà salutistiche della carne made in Italy, la storia dell'allevamento e la corretta etichettatura, con i cuochi contadini di Campagna Amica che hanno regalato le ricette per cucinare correttamente ed in mille modi la carne a Km0.

«La carne ed i prodotti a base di carne fanno parte della dieta tradizionale dei nostri territori, le cui ricette tramandate nei secoli appartengono di fatto al patrimonio gastronomico pugliese. L'emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno tutelate anche dall'utilizzo di nomi o definizioni fuorvianti per i consumatori in un momento così delicato per la vita delle famiglie e l'economia della Puglia, dell'Italia e dell'Europa», dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il 75% dei consumatori, tra l'altro, bocciano l'arrivo sul mercato di carne sintetica ottenuta in laboratorio, dopo che la Singapore Food Agency, ha dato il 'via libera' a "bocconcini di pollo" creati da cellule animali e prodotta in bioreattori dalla start-up statunitense Eat Just, che ha fatto sapere di aver realizzato oltre 20 cicli di produzione.

I consumatori sono preoccupati per le ripercussioni dell'applicazione di queste nuove tecnologie ai prodotti alimentari per le quali alle forti perplessità di natura salutistica si aggiungono quelle di carattere etico. «L'annuncio è la dimostrazione che dietro i ripetuti e infondati allarmismi sul consumo di carne c'è una precisa strategia delle multinazionali che stanno investendo su prodotti di laboratori altamente remunerativi», fa notare il presidente Muraglia.

C'è poi la carne finta che nasce invece da un mix di sostanze vegetali, spezie, coloranti ed esaltatori di sapore. I consumatori rischiano così di trovare sugli scaffali e di mettere nel carrello della spesa finti hamburger con soia, spezie ed esaltatori di sapore o false salsicce riempite con ceci, lenticchie, piselli, succo di barbabietola o edulcoranti grazie alla possibilità di utilizzare nomi come "burger vegano" e "bistecca vegana", bresaola, salame, mortadella vegetariani o vegani con l'unico limite di specificare sull'etichetta che tali prodotti non contengono carne.

La notizia arriva peraltro proprio all'indomani della denuncia dell'Istat sul fatto che "il settore degli allevamenti è stato colpito in modo notevole dagli effetti della pandemia anche a causa del diffondersi di numerose fake news sull'impatto degli allevamenti intensivi, accusati di essere responsabili dei problemi ambientali del nostro pianeta e, nello specifico, della situazione pandemica attuale oltre a rappresentare un fattore di rischio per la diffusione del virus".

In occasione del Brasciola Day i giovani agricoltori di Coldiretti sono stati impegnati nella 'Spesa Sospesa', l'iniziativa Campagna Amica nata sul modello dell'usanza campana del "caffè sospeso", quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso i cittadini che acquistano nei mercati e le fattorie di Campagna Amica o ricevono la spesa a domicilio possono decidere di donare prodotti alimentari alle famiglie più bisognose che potranno portare in tavola frutta, verdura, farina, formaggi, salumi o altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero che gli agricoltori di Campagna.

Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d'ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà.
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