Politica
Il bilancio di previsione, la prima vera occasione per trasformare in arena la sala consiliare
Maggioranza esulta, opposizioni protestano. La grande assente è la commissione
Corato - lunedì 10 maggio 2021
13.33
A leggere il post apparso sulla pagina facebook ufficiale del Comune di Corato, l'approvazione del bilancio di previsione sarebbe un grande successo della maggioranza nonostante il tentativo dell'opposizione di rallentare il compimento di un atto che, ricordiamo, essere l'atto politico per eccellenza di un ente pubblico.
Chi ha seguito i lavori del consiglio comunale ha potuto osservare le due lunghe sospensioni che l'assise ha dovuto rispettare per svolgere alcuni approfondimenti sollevati dai banchi del centrodestra. Eccezioni non già relative al merito del bilancio, bensì di carattere procedurale. Il Documento Unico Programmatico, quell'atto che prevede la massima partecipazione e che dovrebbe coinvolgere anche i cittadini, può essere approvato contestualmente al bilancio di previsione? Era la grande domanda del centrodestra, che stigmatizzava il mancato coinvolgimento non soltanto dei cittadini ma anche e addirittura dei consiglieri comunali - persino di maggioranza.
«Il decreto cura Italia lo consente» ribattevano dai banchi della maggioranza, chiedendo in soccorso pareri di dirigenti e funzionari. È indiscutibile che la nuova amministrazione abbia portato con sé elementi di novità inediti: è riuscita ad arrivare in consiglio comunale con un bilancio di previsione portato all'attenzione della commissione una sola volta (a verbale vi è una sola convocazione del presidente Pisicchio); è riuscita a fare in modo che il segretario generale del comune si cimentasse in un appassionato discorso "lacrime e sangue" invocando il buon senso dei consiglieri, vantando il personale operato e quello dei collaboratori e lamentando condizioni difficili di lavoro in piena seduta di consiglio comunale; è riuscita ad utilizzare il profilo istituzionale del Comune di Corato, in maniera autoreferenziale, per sferrare attacchi politici nei confronti degli avversari ed esaltare il proprio operato.
Al ritorno in aula, dopo la seconda sospensione, e dopo che i loro emendamenti al bilancio sono stati bocciati dall'assise, i consiglieri di centrodestra hanno scelto di abbandonare l'aula avendo riscontrato l'indisponibilità da parte dei colleghi di maggioranza di discutere il dup in quella sede e rinviare la discussione del bilancio alla seconda convocazione.
Il percorso si è fatto ovviamente in discesa e il primo bilancio di previsione dell'era De Benedittis è stato approvato. «Un bilancio della maggioranza» stigmatizzano Nuova Umanità e Vito Bovino in una nota stampa.
«Perché il nostro legislatore ha previsto documenti diversi, con funzioni diverse, con propri "calendari" che dettano un passo cronologico allo svolgimento dell'azione politica di programmazione? Normalmente la giunta presenta al consiglio comunale il DUP, la cui approvazione deve avvenire entro il 31 luglio, poi assestato entro il 15 novembre. Il bilancio dovrà essere approvato entro il 31 dicembre. Evidentemente il legislatore aveva a cuore la discussione politica e polifonica delle sorti della città. "Appiattendo" le fasi procedimentali, al netto di possibili vizi di legittimità, si priva e si impoverisce la città della linfa dialettica e polifonica della politica, fatta di minoranza e maggioranza. C'è poco da esultare per una maggioranza così detta "bulgara", che compatta ha approvato il suo bilancio» si legge nella nota.
«Un bilancio nato sbilanciato, perché privato di un profondo e proficuo dialogo con le opposizioni, con le parti sociali, con la cittadinanza. - continuano - Se, com'è stato affermato in sede di riapertura dei lavori, è ormai prassi consolidata negli enti locali, approvare congiuntamente DUP e BILANCIO di previsione, non c'è da esultare, perché due strumenti di democrazia partecipata, sono stati "appiattiti" e ridotti a mero adempimento burocratico. Così facendo i luoghi e gli strumenti della democrazia diventano i luoghi di nuove monarchie, (non osiamo chiamarle dittature). Luoghi in cui, una maggioranza forte numericamente non accetta nemmeno possibili dubbi o riflessioni, fondate o infondate, della minoranza, etichettandole come ostacoli, ostruzionismo. Con l'effetto sui social, di qualche cittadino che definisce "perdita di tempo" l'espressione più alta della democrazia che è la libertà di pensiero e di parola. Se bastasse la sola maggioranza per governare, la minoranza a cosa mai servirà? Questa volta non è stata "buona la prima". Anche se il bilancio è passato, la città ne è uscita impoverita. Speriamo che in futuro si possa fare meglio».
D'altra parte era stata la stessa maggioranza a parlare di proprio successo approfittando del megafono della pagina istituzionale del Comune.
«La maggioranza, con compattezza e determinazione, approva il Bilancio di Previsione e avvia quel percorso tanto atteso dalla Città che, con la definitiva approvazione del Rendiconto, consentirà all'Amministrazione comunale di operare concretamente per la rinascita.
Si tratta di un Bilancio di Previsione che mette innanzitutto ordine facendo chiarezza e dipanando pendenze che il vuoto Amministrativo di due anni aveva provocato. L'Amministrazione ha fatto, in questi mesi, in stretta collaborazione con la componente amministrativa e dirigenziale dell'Ente, un approfondito lavoro di analisi dei conti pubblici comunali, che ha rilevato non poche criticità» si legge nel post.
E non si fa mistero di una attività di condivisione che ha interessato la sola maggioranza: «La scelta, condivisa, passo dopo passo, con i gruppi consiliari di maggioranza e con le relative forze politiche, è stata quella di procedere, in modo prudente e con grande senso di responsabilità istituzionale, avendo come obiettivi la salvaguardia dell'equilibrio finanziario dell'Ente, il riordino della spesa, ma anche l'apertura di prospettive forti orientate al rilancio della Città».
Le proteste delle opposizioni, stando al punto di vista della maggioranza, erano da imputarsi esclusivamente al tentativo di mettere il bastone tra le ruote della macchina amministrativa. E lo scrive chiaramente sul profilo del Comune: «La maggioranza ha risposto con un doveroso approfondimento dando prova di responsabilità, ascolto, ma anche di determinazione, compattezza e competenza impedendo di consentire la paralisi finanziaria e amministrativa derivante dal procrastinamento dei tempi di approvazione del bilancio, a cui le minoranze spingevano. Duole segnalare un atteggiamento poco edificante avuto da una parte dalla compagine minoritaria del Consiglio. L'abbandono dell'aula è un fatto grave e poco edificante, tutt'altro che proteso alla soluzione dei problemi della città. Il confronto e la discussione devono essere sempre alla base dell'azione politica democratica. Un déjà-vu del centrodestra coratino, non nuovo all'abbandono dell'aula, di cui certamente non avremmo voluto essere nuovamente spettatori. Adesso, avanti tutta guadando l'orizzonte. La Città non può attendere».
Nel lungo post censorio dell'amministrazione comunale, tuttavia, non si fa riferimento alcuno al fatto che sarebbero bastati un paio di passaggi in commissione bilancio per evitare dubbi, incertezze, biasimi e stigmi. D'altra parte è un fatto rarissimo che si riesca a portare in consiglio comunale un bilancio di previsione licenziato in una sola seduta di commissione. Se il risultato della votazione promuove la costruzione del bilancio, la pagella per chi avrebbe dovuto convocare e coordinare i lavori di commissione non è affatto lusinghiera.
Chi ha seguito i lavori del consiglio comunale ha potuto osservare le due lunghe sospensioni che l'assise ha dovuto rispettare per svolgere alcuni approfondimenti sollevati dai banchi del centrodestra. Eccezioni non già relative al merito del bilancio, bensì di carattere procedurale. Il Documento Unico Programmatico, quell'atto che prevede la massima partecipazione e che dovrebbe coinvolgere anche i cittadini, può essere approvato contestualmente al bilancio di previsione? Era la grande domanda del centrodestra, che stigmatizzava il mancato coinvolgimento non soltanto dei cittadini ma anche e addirittura dei consiglieri comunali - persino di maggioranza.
«Il decreto cura Italia lo consente» ribattevano dai banchi della maggioranza, chiedendo in soccorso pareri di dirigenti e funzionari. È indiscutibile che la nuova amministrazione abbia portato con sé elementi di novità inediti: è riuscita ad arrivare in consiglio comunale con un bilancio di previsione portato all'attenzione della commissione una sola volta (a verbale vi è una sola convocazione del presidente Pisicchio); è riuscita a fare in modo che il segretario generale del comune si cimentasse in un appassionato discorso "lacrime e sangue" invocando il buon senso dei consiglieri, vantando il personale operato e quello dei collaboratori e lamentando condizioni difficili di lavoro in piena seduta di consiglio comunale; è riuscita ad utilizzare il profilo istituzionale del Comune di Corato, in maniera autoreferenziale, per sferrare attacchi politici nei confronti degli avversari ed esaltare il proprio operato.
Al ritorno in aula, dopo la seconda sospensione, e dopo che i loro emendamenti al bilancio sono stati bocciati dall'assise, i consiglieri di centrodestra hanno scelto di abbandonare l'aula avendo riscontrato l'indisponibilità da parte dei colleghi di maggioranza di discutere il dup in quella sede e rinviare la discussione del bilancio alla seconda convocazione.
Il percorso si è fatto ovviamente in discesa e il primo bilancio di previsione dell'era De Benedittis è stato approvato. «Un bilancio della maggioranza» stigmatizzano Nuova Umanità e Vito Bovino in una nota stampa.
«Perché il nostro legislatore ha previsto documenti diversi, con funzioni diverse, con propri "calendari" che dettano un passo cronologico allo svolgimento dell'azione politica di programmazione? Normalmente la giunta presenta al consiglio comunale il DUP, la cui approvazione deve avvenire entro il 31 luglio, poi assestato entro il 15 novembre. Il bilancio dovrà essere approvato entro il 31 dicembre. Evidentemente il legislatore aveva a cuore la discussione politica e polifonica delle sorti della città. "Appiattendo" le fasi procedimentali, al netto di possibili vizi di legittimità, si priva e si impoverisce la città della linfa dialettica e polifonica della politica, fatta di minoranza e maggioranza. C'è poco da esultare per una maggioranza così detta "bulgara", che compatta ha approvato il suo bilancio» si legge nella nota.
«Un bilancio nato sbilanciato, perché privato di un profondo e proficuo dialogo con le opposizioni, con le parti sociali, con la cittadinanza. - continuano - Se, com'è stato affermato in sede di riapertura dei lavori, è ormai prassi consolidata negli enti locali, approvare congiuntamente DUP e BILANCIO di previsione, non c'è da esultare, perché due strumenti di democrazia partecipata, sono stati "appiattiti" e ridotti a mero adempimento burocratico. Così facendo i luoghi e gli strumenti della democrazia diventano i luoghi di nuove monarchie, (non osiamo chiamarle dittature). Luoghi in cui, una maggioranza forte numericamente non accetta nemmeno possibili dubbi o riflessioni, fondate o infondate, della minoranza, etichettandole come ostacoli, ostruzionismo. Con l'effetto sui social, di qualche cittadino che definisce "perdita di tempo" l'espressione più alta della democrazia che è la libertà di pensiero e di parola. Se bastasse la sola maggioranza per governare, la minoranza a cosa mai servirà? Questa volta non è stata "buona la prima". Anche se il bilancio è passato, la città ne è uscita impoverita. Speriamo che in futuro si possa fare meglio».
D'altra parte era stata la stessa maggioranza a parlare di proprio successo approfittando del megafono della pagina istituzionale del Comune.
«La maggioranza, con compattezza e determinazione, approva il Bilancio di Previsione e avvia quel percorso tanto atteso dalla Città che, con la definitiva approvazione del Rendiconto, consentirà all'Amministrazione comunale di operare concretamente per la rinascita.
Si tratta di un Bilancio di Previsione che mette innanzitutto ordine facendo chiarezza e dipanando pendenze che il vuoto Amministrativo di due anni aveva provocato. L'Amministrazione ha fatto, in questi mesi, in stretta collaborazione con la componente amministrativa e dirigenziale dell'Ente, un approfondito lavoro di analisi dei conti pubblici comunali, che ha rilevato non poche criticità» si legge nel post.
E non si fa mistero di una attività di condivisione che ha interessato la sola maggioranza: «La scelta, condivisa, passo dopo passo, con i gruppi consiliari di maggioranza e con le relative forze politiche, è stata quella di procedere, in modo prudente e con grande senso di responsabilità istituzionale, avendo come obiettivi la salvaguardia dell'equilibrio finanziario dell'Ente, il riordino della spesa, ma anche l'apertura di prospettive forti orientate al rilancio della Città».
Le proteste delle opposizioni, stando al punto di vista della maggioranza, erano da imputarsi esclusivamente al tentativo di mettere il bastone tra le ruote della macchina amministrativa. E lo scrive chiaramente sul profilo del Comune: «La maggioranza ha risposto con un doveroso approfondimento dando prova di responsabilità, ascolto, ma anche di determinazione, compattezza e competenza impedendo di consentire la paralisi finanziaria e amministrativa derivante dal procrastinamento dei tempi di approvazione del bilancio, a cui le minoranze spingevano. Duole segnalare un atteggiamento poco edificante avuto da una parte dalla compagine minoritaria del Consiglio. L'abbandono dell'aula è un fatto grave e poco edificante, tutt'altro che proteso alla soluzione dei problemi della città. Il confronto e la discussione devono essere sempre alla base dell'azione politica democratica. Un déjà-vu del centrodestra coratino, non nuovo all'abbandono dell'aula, di cui certamente non avremmo voluto essere nuovamente spettatori. Adesso, avanti tutta guadando l'orizzonte. La Città non può attendere».
Nel lungo post censorio dell'amministrazione comunale, tuttavia, non si fa riferimento alcuno al fatto che sarebbero bastati un paio di passaggi in commissione bilancio per evitare dubbi, incertezze, biasimi e stigmi. D'altra parte è un fatto rarissimo che si riesca a portare in consiglio comunale un bilancio di previsione licenziato in una sola seduta di commissione. Se il risultato della votazione promuove la costruzione del bilancio, la pagella per chi avrebbe dovuto convocare e coordinare i lavori di commissione non è affatto lusinghiera.