Il 25 aprile della Comunità Braccianti nel nome di Teresio Olivelli
La nota della Comunità Braccianti
"Signore, che fra gli uomini drizzasti la tua croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa, A NOI, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato TE FONTE DI LIBERA VITA, da' la forza della ribellione.
… Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi ti preghiamo : sia in noi la pace che tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore."
Con la lettura di queste sequenza della commovente preghiera di Teresio Olivelli è iniziato il workshop dei quadri direttivi sezionali della Comunità dei Braccianti, convocati per l'annuale riflessione socio-culturale-politica-comunitaria sulla Festa della Liberazione, sulla Festa di tutti gli italiani che il 25 Aprile di ogni anno, dal 1946 in poi, sono chiamati, "senza riaprire le ferite del passato", a rendere omaggio non rituale alla liberazione dal nazifascismo come riconquista dell'indipendenza e della dignità della patria e della dignità umana di ogni cittadino.
Quest'anno la Comunità dei Braccianti celebra il 25 Aprile, la Festa di tutti gli italiani, nel nome di Teresio Olivelli che Papa Francesco, il 3 Febbraio u.s , ha iscritto nell'albo dei beati come " laico martire" ucciso dai nazisti nel campo di concentramento tedesco di Hersbruck, dove diede testimonianza suprema difendendo " i deboli e gli oppressi fino al dono della vita" .
Il Prof. Giuseppe Scaringella, Presidente Generale dell'Associazione, tratteggiando un breve e sintetico profilo della vita di Teresio Olivelli, " ribelle per amore" , "patriota eroico" e "cattolico virtuoso" , come spesso è chiamato, ha sottolineato particolarmente quanto stimato da Papa Francesco, che afferma "combattè il male con tutte le sue forze di fede e intelligenza" mai con armi letali, ma "con quella energia benefica e divinamente invincibile che è la carità".
La carità, terreno fertile e fecondo dei valori di solidarietà, sussidiarietà , pace, libertà e giustizia sociale, fu cibo e bevanda per il giovane Teresio - aveva da poco compiuto 29 anni quando spirò il 17 Gennaio 1945, picchiato a morte da un Kapò perché accusato di aver difeso un giovane detenuto ucraino.
La Comunità dei Braccianti , fuori da ogni viscida e ipocrita retorica, si accosta con spirito di ascolto alla cattedra dei valori testimoniati sino allo spargimento di sangue da Teresio Olivelli, additandolo all'attenzione e conoscenza di tutti, giovani e adulti dell'ITALIA repubblicana, democratica ed antifascista.