Cultura
"I care": marcia di Barbiana nel nome di Don Milani
Conclusione del centenario della nascita di don Milani
Corato - mercoledì 29 maggio 2024
14.47
Un viaggio a Barbiana, frutto dell'incontro della presidente del Comitato del centenario della nascita di don Milani, Rosy Bindi, nell'auditorium del Liceo Artistico con gli studenti delle secondarie di 2° di Corato il 19 aprile e dell'altro incontro del 16 febbraio con don Tonio dell'Olio e Agostino Burberi, uno degli allievi di don Milani. Quando la presidente stessa ha invitato il sindaco De Benedittis a promuovere un viaggio a Barbiana con una rappresentanza degli studenti con i quali aveva dialogato a Corato, noi abbiamo immediatamente dato la nostra disponibilità. Il viaggio si è concretizzato grazie alla disponibilità della professoressa M. Capobianco, del prof. E. Tambone e della assessora A. Varesano in qualità di rappresentante ufficiale dell'Amministrazione comunale. E non potevamo fare scelta migliore.
La conclusione dell'anno dedicato al centenario don Milani, la marcia da Lago Viola (Vicchio) fino a Barbiana intitolata: "Don Milani per i giovani", il percorso lungo "Il sentiero della Costituzione", la scuola di Barbiana, gli interventi delle varie associazioni locali, del prof. Gustavo Zagrebelsky e della presidente Rosy Bindi ci hanno immerso nello spirito della scuola di Barbiana, nel Mugello.
Le lunghe ore di viaggio e di cammino sono state compagne nella riflessione sul valore che aveva per noi questa esperienza, certamente più significativa di tante lezioni teoriche di cittadinanza.
Don Milani, esiliato a Barbiana dal vescovo che non lo capisce, si mette a fare una scuola laica, ispirata ai valori del Vangelo e della Costituzione, perché a contatto con la povertà e lo sfruttamento delle persone che gli sono state affidate, percepisce subito che chi non ha la cultura minima per leggere un giornale o un contratto di lavoro non è in grado di difendersi dallo sfruttamento né di elaborare un pensiero critico. Capisce che i figli di Barbiana, che vanno nei campi senza saper leggere né scrivere vengono privati del fondamentale diritto alla istruzione e vengono scartati già da piccoli dalla società.
Non è possibile –scrive ne la "Lettera a una professoressa"- che il Padreterno faccia nascere gli asini e gli svogliati solo nelle case dei poveri! Così quei bambini diventano la missione della sua vita al punto di arrivare a scrivere: "ho amato quei ragazzi più di Dio".
E questo amore per questi ragazzi è ciò che ha reso quella scuola una scuola rivoluzionaria. Rivoluzionaria perché fondata sul messaggio evangelico e della Costituzione.
La scuola forma cittadini col pensiero libero, autonomo, critico o crea delle persone con "skils" funzionali al mercato? Oppure è un ospedale –come diceva don Milani- che cura i sani e che manda via i malati?
Perché il sud Italia ha una percentuale di abbandono scolastico più elevata rispetto al nord? Come mai si danno al sud in maniera eccezionale ed estemporanea finanziamenti per la dispersione mentre al nord l'autonomia differenziata determinerà strutturalmente cospicui finanziamenti, accentuando nel tempo maggiormente la distanza tra il nord dei ricchi e il sud dei poveri?
In conclusione, don Milani diceva che "non c'è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi".
Ci chiediamo, per esempio: le valutazioni Invalsi rispecchiamo questo principio?
Questa eserienza di Barbiana si inserisce in un cammino cominciato a Roma con la manifestazione per la Pace, seguito con la marcia di Assisi, a Napoli contro la autonomia differenziata e in ultimo a Barbiana: I CARE.
Ma nostro percorso di cittadinanza attiva non finisce qui….
La conclusione dell'anno dedicato al centenario don Milani, la marcia da Lago Viola (Vicchio) fino a Barbiana intitolata: "Don Milani per i giovani", il percorso lungo "Il sentiero della Costituzione", la scuola di Barbiana, gli interventi delle varie associazioni locali, del prof. Gustavo Zagrebelsky e della presidente Rosy Bindi ci hanno immerso nello spirito della scuola di Barbiana, nel Mugello.
Le lunghe ore di viaggio e di cammino sono state compagne nella riflessione sul valore che aveva per noi questa esperienza, certamente più significativa di tante lezioni teoriche di cittadinanza.
Don Milani, esiliato a Barbiana dal vescovo che non lo capisce, si mette a fare una scuola laica, ispirata ai valori del Vangelo e della Costituzione, perché a contatto con la povertà e lo sfruttamento delle persone che gli sono state affidate, percepisce subito che chi non ha la cultura minima per leggere un giornale o un contratto di lavoro non è in grado di difendersi dallo sfruttamento né di elaborare un pensiero critico. Capisce che i figli di Barbiana, che vanno nei campi senza saper leggere né scrivere vengono privati del fondamentale diritto alla istruzione e vengono scartati già da piccoli dalla società.
Non è possibile –scrive ne la "Lettera a una professoressa"- che il Padreterno faccia nascere gli asini e gli svogliati solo nelle case dei poveri! Così quei bambini diventano la missione della sua vita al punto di arrivare a scrivere: "ho amato quei ragazzi più di Dio".
E questo amore per questi ragazzi è ciò che ha reso quella scuola una scuola rivoluzionaria. Rivoluzionaria perché fondata sul messaggio evangelico e della Costituzione.
La scuola forma cittadini col pensiero libero, autonomo, critico o crea delle persone con "skils" funzionali al mercato? Oppure è un ospedale –come diceva don Milani- che cura i sani e che manda via i malati?
Perché il sud Italia ha una percentuale di abbandono scolastico più elevata rispetto al nord? Come mai si danno al sud in maniera eccezionale ed estemporanea finanziamenti per la dispersione mentre al nord l'autonomia differenziata determinerà strutturalmente cospicui finanziamenti, accentuando nel tempo maggiormente la distanza tra il nord dei ricchi e il sud dei poveri?
In conclusione, don Milani diceva che "non c'è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi".
Ci chiediamo, per esempio: le valutazioni Invalsi rispecchiamo questo principio?
Questa eserienza di Barbiana si inserisce in un cammino cominciato a Roma con la manifestazione per la Pace, seguito con la marcia di Assisi, a Napoli contro la autonomia differenziata e in ultimo a Barbiana: I CARE.
Ma nostro percorso di cittadinanza attiva non finisce qui….