Attualità
Grande entusiasmo per il basket a Corato ma il PalaLosito non basta
Sportivi costretti a restare fuori dall'impianto nonostante alcuni possedessero il biglietto d'ingresso
Corato - lunedì 9 maggio 2022
Non è mai bastato. Sarebbe scorretto scrivere persino che «non basta più». La passione dei coratini per il basket non è una notizia dell'ultim'ora, eppure la città si è trovata nuovamente a fare i conti con una problematica che resta ancora, incredibilmente, irrisolta.
La promozione in B centrata dall'Adriatica Industriale al termine della serie con la Virtus Molfetta (i cui particolari di natura tecnica riferiamo in altro articolo) ha chiuso un'annata straordinaria vissuta dalla squadra cara al presidente Antonio Marulli e dai suoi numerosi sostenitori. Il ritorno di Corato nel terzo torneo cestistico nazionale è un segnale importante per il territorio e l'intera Puglia del basket e a maggior ragione, non scoprendo oggi l'entusiasmo e la capacità di partecipazione della comunità coratina per la pallacanestro, dispiace dover constatare l'ennesima occasione persa dallo sport per affermarsi quale veicolo di interazione sociale. Troppi sportivi sono rimasti fuori dall'impianto di via don Albertario e alcuni hanno finanche mostrato agli addetti ed alle forze dell'ordine i tagliandi per assistere a gara3 regolarmente acquistati. La società, secondo quanto emerso, non è responsabile dell'accaduto: qualche buontempone, del tutto estraneo alla dirigenza, avrebbe aperto dei varchi consentendo l'accesso alla struttura di persone con ogni probabilità sprovviste di biglietto che, una volta entrati, sarebbero riusciti a mescolarsi abilmente tra la folla.
Resta una considerazione amara, a prescindere dal fatto che persino il giornalista - regolarmente accreditato dal club - abbia dovuto rinunciare ad assistere all'evento: una città di 47 mila abitanti non può non avere un palasport della capienza come minimo di 2500 posti a sedere. Il guaio è che questa gravissima lacuna, a Corato, si trascina dal momento della promozione in B: non quella ottenuta domenica 8 maggio dalla squadra di Marco Verile, quella risalente al 1989, quando l'allora Bon Merk allenata da Michele Mele battè Isernia nello spareggio del PalaMaggiò di Caserta e salì in B2. Sono trascorsi 33 anni, le emozioni vissute dai protagonisti, oggi come ieri, sono molto simili ma non è accettabile che tutto questo tempo sia trascorso inutilmente. È evidente che, per una Corato che vince nello sport, ce n'è una che ha perso tanto, troppo, nella politica e nelle istituzioni. I volti sconsolati di Sindaco e vicesindaco - intercettati per un attimo all'esterno dell'impianto - la dicono lunga su quanto quella lacuna sia divenuta imbarazzante.
La promozione in B centrata dall'Adriatica Industriale al termine della serie con la Virtus Molfetta (i cui particolari di natura tecnica riferiamo in altro articolo) ha chiuso un'annata straordinaria vissuta dalla squadra cara al presidente Antonio Marulli e dai suoi numerosi sostenitori. Il ritorno di Corato nel terzo torneo cestistico nazionale è un segnale importante per il territorio e l'intera Puglia del basket e a maggior ragione, non scoprendo oggi l'entusiasmo e la capacità di partecipazione della comunità coratina per la pallacanestro, dispiace dover constatare l'ennesima occasione persa dallo sport per affermarsi quale veicolo di interazione sociale. Troppi sportivi sono rimasti fuori dall'impianto di via don Albertario e alcuni hanno finanche mostrato agli addetti ed alle forze dell'ordine i tagliandi per assistere a gara3 regolarmente acquistati. La società, secondo quanto emerso, non è responsabile dell'accaduto: qualche buontempone, del tutto estraneo alla dirigenza, avrebbe aperto dei varchi consentendo l'accesso alla struttura di persone con ogni probabilità sprovviste di biglietto che, una volta entrati, sarebbero riusciti a mescolarsi abilmente tra la folla.
Resta una considerazione amara, a prescindere dal fatto che persino il giornalista - regolarmente accreditato dal club - abbia dovuto rinunciare ad assistere all'evento: una città di 47 mila abitanti non può non avere un palasport della capienza come minimo di 2500 posti a sedere. Il guaio è che questa gravissima lacuna, a Corato, si trascina dal momento della promozione in B: non quella ottenuta domenica 8 maggio dalla squadra di Marco Verile, quella risalente al 1989, quando l'allora Bon Merk allenata da Michele Mele battè Isernia nello spareggio del PalaMaggiò di Caserta e salì in B2. Sono trascorsi 33 anni, le emozioni vissute dai protagonisti, oggi come ieri, sono molto simili ma non è accettabile che tutto questo tempo sia trascorso inutilmente. È evidente che, per una Corato che vince nello sport, ce n'è una che ha perso tanto, troppo, nella politica e nelle istituzioni. I volti sconsolati di Sindaco e vicesindaco - intercettati per un attimo all'esterno dell'impianto - la dicono lunga su quanto quella lacuna sia divenuta imbarazzante.