Scuola e Lavoro
Gli studenti dell'istituto "Oriani-Tandoi" a lezione di legalità
Incontro con don Riccardo Agresti e il magistrato Giannicola Sinisi
Corato - venerdì 25 marzo 2022
9.33
Si è tenuto giovedì mattina, nell'Agorà Tarantini del liceo classico, uno degli eventi più intensi della Settimana della cultura promossa dall'istituto superiore "Oriani-Tandoi" di Corato. "Non c'è libertà senza legalità" il titolo dell'iniziativa alla quale hanno partecipato, fra gli altri, don Riccardo Agresti e il magistrato Giannicola Sinisi, portando significative testimonianze sul tema delle legalità.
Introdotto dal professor Giuseppe Scardigno, il magistrato andriese Sinisi ha svolto un'analisi storica delle leggi del codice di procedura penale, rimarcando come «il fine ultimo deve essere la rieducazione e il reinserimento nella società di chi ha compiuto un reato».
Don Riccardo Agresti ha raccontato la sua parabola spirituale ed esistenziale, prendendo le mosse dalla sua vocazione, che fu più forte della passione per il calcio, fino alla realizzazione della comunità "Amici di San Vittore", masseria in terra murgiana pervasa da un profumo di umano riscatto grazie al progetto "Senza Sbarre" della Diocesi di Andria. «Perché non c'è libertà senza legalità, solo nel rispetto delle regole condivise si invera una persona» ha sottolineato il sacerdote.
Da qualche anno, per di più, è attiva una società cooperativa sociale denominata "A mano libera", che impiega gli ospiti nella produzione di pasta fresca e taralli.
Tutte le risposte ai bisogni degli utenti sono coordinate da una équipe socio-educativa e integrate fra tutti gli operatori, sia del Ministero della giustizia che degli enti locali. I detenuti curano i campi e gli animali, manutengono le strutture, trasformano i prodotti agricoli e li vendono, si curano del verde e del giardino della chiesa, ma anche delle zone pubbliche nei dintorni di Castel Del Monte. Partecipano agli eventi, alla formazione, alla celebrazione eucaristica e alla preghiera comunitaria.
Semiresidenziali, semiliberi, affidati, messi alla prova, in permesso premio, nelle diverse forme di libertà condizionale o vigilata, liberi in sospensione della pena in attesa della decisione del tribunale di sorveglianza: qui si attuano tutte le misure alternative al carcere.
Storie da raccontare. Proprio come quella di Vincenzo, ergastolano, nonno 70enne, 50 anni dietro le sbarre, mezzo secolo senza cielo: «Ragazzi, non fate errori, perché tutto si paga. Io da piccolo non avevo avuto amore. E, forse, sono andato avanti perché quando mi fu detto che avrei scontato la pena più pesante che ci sia e lo dissi a mia moglie, lei mi promise che non mi avrebbe abbandonato» ha affermato, conquistando l'attenzione dei ragazzi.
«Io non ho un sogno, ho una certezza: che voi, cari studenti, un giorno diventerete sentinelle della legalità» ha commentato al termine Angela Adduci, dirigente scolastico dell'istituto "Oriani-Tandoi". Gli eventi della Settimana della cultura, sede dell'ambasciata della legalità "Raggi di luce", proseguiranno in questi giorni.
Introdotto dal professor Giuseppe Scardigno, il magistrato andriese Sinisi ha svolto un'analisi storica delle leggi del codice di procedura penale, rimarcando come «il fine ultimo deve essere la rieducazione e il reinserimento nella società di chi ha compiuto un reato».
Don Riccardo Agresti ha raccontato la sua parabola spirituale ed esistenziale, prendendo le mosse dalla sua vocazione, che fu più forte della passione per il calcio, fino alla realizzazione della comunità "Amici di San Vittore", masseria in terra murgiana pervasa da un profumo di umano riscatto grazie al progetto "Senza Sbarre" della Diocesi di Andria. «Perché non c'è libertà senza legalità, solo nel rispetto delle regole condivise si invera una persona» ha sottolineato il sacerdote.
Da qualche anno, per di più, è attiva una società cooperativa sociale denominata "A mano libera", che impiega gli ospiti nella produzione di pasta fresca e taralli.
Tutte le risposte ai bisogni degli utenti sono coordinate da una équipe socio-educativa e integrate fra tutti gli operatori, sia del Ministero della giustizia che degli enti locali. I detenuti curano i campi e gli animali, manutengono le strutture, trasformano i prodotti agricoli e li vendono, si curano del verde e del giardino della chiesa, ma anche delle zone pubbliche nei dintorni di Castel Del Monte. Partecipano agli eventi, alla formazione, alla celebrazione eucaristica e alla preghiera comunitaria.
Semiresidenziali, semiliberi, affidati, messi alla prova, in permesso premio, nelle diverse forme di libertà condizionale o vigilata, liberi in sospensione della pena in attesa della decisione del tribunale di sorveglianza: qui si attuano tutte le misure alternative al carcere.
Storie da raccontare. Proprio come quella di Vincenzo, ergastolano, nonno 70enne, 50 anni dietro le sbarre, mezzo secolo senza cielo: «Ragazzi, non fate errori, perché tutto si paga. Io da piccolo non avevo avuto amore. E, forse, sono andato avanti perché quando mi fu detto che avrei scontato la pena più pesante che ci sia e lo dissi a mia moglie, lei mi promise che non mi avrebbe abbandonato» ha affermato, conquistando l'attenzione dei ragazzi.
«Io non ho un sogno, ho una certezza: che voi, cari studenti, un giorno diventerete sentinelle della legalità» ha commentato al termine Angela Adduci, dirigente scolastico dell'istituto "Oriani-Tandoi". Gli eventi della Settimana della cultura, sede dell'ambasciata della legalità "Raggi di luce", proseguiranno in questi giorni.