Scuola e Lavoro
Gli studenti del Liceo Artistico insieme per la Giornata del Dono
Le associazioni unite per lo stesso obiettivo
Corato - domenica 17 dicembre 2017
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Madre Teresa di Calcutta diceva: «Quello che facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facciamo l'oceano avrebbe una goccia in meno». Con questa citazione la professoressa Monica Tommasicchio ha introdotto la 4° edizione della Giornata del Dono, tenutasi ieri mattina nell'auditorium del Liceo Artistico Federico II Stupor Mundi. L' evento ha visto la collaborazione delle associazioni Rotary Club, Associazione Bice Fino e Adisco, Fidapa, oltre alla presenza del Comune di Corato.
Per l'occasione alcuni classi del dipartimento ceramica hanno realizzato dei cuori in ceramica a testimonianza dell'impegno e dell'importanza del dono del cordone ombelicale. A dimostrazione di ciò, le parole della prof.ssa Nunzia Bevilacqua, presidente dell'associazione Bice Fino e Adisco, nell'affermare che «la donazione delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale può significare davvero un grande aiuto e passo avanti nella ricerca delle grandi malattie, come la leucemia. Il cordone viene donato al momento del parto spontaneo o cesareo dopo un'autorizzazione firmata dalla partoriente e, da questo punto di vista, l'Ospedale di Corato ha il vanto di essere uno dei più importanti centri in cui sono avvenute più donazioni. Il sangue raccolto viene poi conservato in una banca del sangue a San Giovanni Rotondo, dove viene conservato a temperature molto basse. Io credo molto in queste potenzialità, soprattutto dopo la morte di mia figlia, Bice Fino, a cui ho dedicato l'associazione che, spero, un giorno possa diventare una Fondazione».
Alla prof.ssa Bevilacqua i ragazzi hanno donato il cuore in ceramica creato e decorato da loro. Presenti al tavolo dei relatori la neo presidente della Fidapa Maria Francesca Casamassima, che ha colto l'occasione per affermare l'impegno dell'associazione in queste battaglie a sostegno delle donne e per mostrare la bottiglia di vino Chardonnay con l'etichetta disegnata dalla pittrice e socia Fidapa Beatrice Capozza. L'immagine raffigura proprio la vittoria alata, simbolo della forza femminile in tutti gli ambiti sociali. L'impegno sociale oltre che morale del donare una parte di sé era di forte impatto nella commozione e nelle parole stroncate dalle lacrime del sig. Paolo Papagni, reduce di un trapianto di fegato. «È stata l'esperienza psicologicamente più difficile della mia vita. Non vi era un giorno in cui non temessi di non rivedere più i miei figli e i miei nipoti. Forse sarà stata proprio la forza del mio amore per loro e di mia nipote Ginevra che stava per nascere in quel periodo a darmi il coraggio di lottare». A fare da contorno sì ma da protagonisti i ragazzi che hanno ballato e cantato in una gioiosa atmosfera natalizia, complice la magia e la speranza di credere nella potenza di un dono.
Per l'occasione alcuni classi del dipartimento ceramica hanno realizzato dei cuori in ceramica a testimonianza dell'impegno e dell'importanza del dono del cordone ombelicale. A dimostrazione di ciò, le parole della prof.ssa Nunzia Bevilacqua, presidente dell'associazione Bice Fino e Adisco, nell'affermare che «la donazione delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale può significare davvero un grande aiuto e passo avanti nella ricerca delle grandi malattie, come la leucemia. Il cordone viene donato al momento del parto spontaneo o cesareo dopo un'autorizzazione firmata dalla partoriente e, da questo punto di vista, l'Ospedale di Corato ha il vanto di essere uno dei più importanti centri in cui sono avvenute più donazioni. Il sangue raccolto viene poi conservato in una banca del sangue a San Giovanni Rotondo, dove viene conservato a temperature molto basse. Io credo molto in queste potenzialità, soprattutto dopo la morte di mia figlia, Bice Fino, a cui ho dedicato l'associazione che, spero, un giorno possa diventare una Fondazione».
Alla prof.ssa Bevilacqua i ragazzi hanno donato il cuore in ceramica creato e decorato da loro. Presenti al tavolo dei relatori la neo presidente della Fidapa Maria Francesca Casamassima, che ha colto l'occasione per affermare l'impegno dell'associazione in queste battaglie a sostegno delle donne e per mostrare la bottiglia di vino Chardonnay con l'etichetta disegnata dalla pittrice e socia Fidapa Beatrice Capozza. L'immagine raffigura proprio la vittoria alata, simbolo della forza femminile in tutti gli ambiti sociali. L'impegno sociale oltre che morale del donare una parte di sé era di forte impatto nella commozione e nelle parole stroncate dalle lacrime del sig. Paolo Papagni, reduce di un trapianto di fegato. «È stata l'esperienza psicologicamente più difficile della mia vita. Non vi era un giorno in cui non temessi di non rivedere più i miei figli e i miei nipoti. Forse sarà stata proprio la forza del mio amore per loro e di mia nipote Ginevra che stava per nascere in quel periodo a darmi il coraggio di lottare». A fare da contorno sì ma da protagonisti i ragazzi che hanno ballato e cantato in una gioiosa atmosfera natalizia, complice la magia e la speranza di credere nella potenza di un dono.