Attualità
Fuggì dal suo paese per realizzare il suo sogno. Oggi parla agli studenti di accoglienza
Kader Diabate, 19 anni, è della Costa D'Avorio e parla agli studenti del valore dell'accoglienza
Corato - martedì 30 gennaio 2018
11.57
"L'accoglienza è un valore umano, perché siamo esseri umani e abbiamo un cuore".
In queste poche ma fortissime parole si racchiude il senso della vita e del percorso di Kader Diabate, immigrato di 19 anni proveniente dalla Costa d'Avorio, impegnato in prima persona per diffondere e promuovere in Italia attraverso la propria storia personale il significato più profondo della parola "accoglienza" e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del rispetto dei diritti umani.
Kader è stato l'ospite speciale di una particolarissima e toccante assemblea d'Istituto svoltasi presso il Liceo Artistico Federico II Stupor Mundi.
"Dell'Italia conoscevo Roma, Milano e le squadre di calcio – ha spiegato Kader nel lungo racconto della sua vita. "Sognavo di arrivare in una grande città. Mi sono ritrovato a Camini, un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria con poco più di 100 abitanti e quì è iniziata la mia nuova vita, grazie all'accoglienza ricevuta. Il giorno dopo essere sbarcato ho voluto subito intraprendere il mio percorso di alfabetizzazione e sei mesi dopo ho già sostenuto l'esame di scuola media".
La storia di Kader in Costa d'Avorio cambia dopo la morte del fratello maggiore, quando al ragazzo viene chiesto di rispettare la tradizione locale e prendere in moglie la cognata. Il giovane vede naufragare il sogno di studiare e di realizzare un progetto per migliorare le sue condizioni di vita. E così Kader decide di scappare in Italia per proseguire gli studi, con l'obiettivo di diplomarsi e realizzare il suo sogno di acculturarsi.
"L'aver potuto terminare gli studi e imparare l'italiano – spiega Kader – è servito per poter parlare a voi oggi. La cultura è un valore enorme e imprescindibile che ci aiuta a capire gli altri. Gli immigrati non devono essere visti e sentiti come un peso, ma come una preziosa risorsa che può contribuire alla vita economica del Paese. Aiutare qualcuno in difficoltà è un dovere di noi esseri umani perché in quanto tali abbiamo un cuore e dobbiamo essere in grado non solo di ricevere, ma anche di dare. Soltanto andando incontro allo straniero possiamo capire l'altro. Ma per farlo dobbiamo andargli incontro".
Kader ha raccontato ai numerosi studenti le difficoltà e le sofferenze che le popolazioni del suo paese sopportano tutti i giorni e le condizioni di vita al limite dell'umano che molti immigrati sono costretti a vivere quando sbarcano in Italia.
"La guerra civile in Costa d'Avorio – continua Kader – ha fatto oltre un milione di morti. Sin da piccolo, proprio a causa della mia situazione familiare, ho iniziato a interessarmi di diritti umani e nel mio paese ho fondato un'associazione. La mia voglia di libertà e di indipendenza mi è costata il carcere tre volte, ma alla fine sono riuscito a realizzare il mio sogno qui in Italia".
Kader è molto attivo sui social network. E a Corato, dove è ospite da circa un mese, ha promosso il suo primo incontro dal vivo con gli studenti.
"Abbiamo bisogno di cambiare qualcosa a livello culturale – prosegue kader. "Scrivo dei progetti per le donne, per renderle più autonome, per i giovani. Cerco di essere sempre informato perchè la conoscenza è la chiave di tutto".
Kader conclude il suo racconto toccante, fatto di aneddoti e storie che fanno capire come sia importante aprire il cuore allo straniero, al diverso, dicendo che si sente in debito con la vita. "Ho avuto tanto dalla vita – dice Kader – rispetto a tanti miei conterranei e amici che non ce l'hanno fatta e sono morto in mare. Vedo tanta gente ricca ma infelice, ammalata e in un letto di ospedale. Io ho la fortuna di esser vivo e di stare bene. E voglio restituire impegnandomi in questa missione per restituire ciò che la vita mi ha dato".
L'accoglienza, i risvolti sociali, l'impegno degli Stati, il lavoro degli operatori del settore e, soprattutto, l'unione tra i popoli: ecco il messaggio di Kader, ospite della Città di Corato, un esempio di accoglienza e integrazione.
In queste poche ma fortissime parole si racchiude il senso della vita e del percorso di Kader Diabate, immigrato di 19 anni proveniente dalla Costa d'Avorio, impegnato in prima persona per diffondere e promuovere in Italia attraverso la propria storia personale il significato più profondo della parola "accoglienza" e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del rispetto dei diritti umani.
Kader è stato l'ospite speciale di una particolarissima e toccante assemblea d'Istituto svoltasi presso il Liceo Artistico Federico II Stupor Mundi.
"Dell'Italia conoscevo Roma, Milano e le squadre di calcio – ha spiegato Kader nel lungo racconto della sua vita. "Sognavo di arrivare in una grande città. Mi sono ritrovato a Camini, un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria con poco più di 100 abitanti e quì è iniziata la mia nuova vita, grazie all'accoglienza ricevuta. Il giorno dopo essere sbarcato ho voluto subito intraprendere il mio percorso di alfabetizzazione e sei mesi dopo ho già sostenuto l'esame di scuola media".
La storia di Kader in Costa d'Avorio cambia dopo la morte del fratello maggiore, quando al ragazzo viene chiesto di rispettare la tradizione locale e prendere in moglie la cognata. Il giovane vede naufragare il sogno di studiare e di realizzare un progetto per migliorare le sue condizioni di vita. E così Kader decide di scappare in Italia per proseguire gli studi, con l'obiettivo di diplomarsi e realizzare il suo sogno di acculturarsi.
"L'aver potuto terminare gli studi e imparare l'italiano – spiega Kader – è servito per poter parlare a voi oggi. La cultura è un valore enorme e imprescindibile che ci aiuta a capire gli altri. Gli immigrati non devono essere visti e sentiti come un peso, ma come una preziosa risorsa che può contribuire alla vita economica del Paese. Aiutare qualcuno in difficoltà è un dovere di noi esseri umani perché in quanto tali abbiamo un cuore e dobbiamo essere in grado non solo di ricevere, ma anche di dare. Soltanto andando incontro allo straniero possiamo capire l'altro. Ma per farlo dobbiamo andargli incontro".
Kader ha raccontato ai numerosi studenti le difficoltà e le sofferenze che le popolazioni del suo paese sopportano tutti i giorni e le condizioni di vita al limite dell'umano che molti immigrati sono costretti a vivere quando sbarcano in Italia.
"La guerra civile in Costa d'Avorio – continua Kader – ha fatto oltre un milione di morti. Sin da piccolo, proprio a causa della mia situazione familiare, ho iniziato a interessarmi di diritti umani e nel mio paese ho fondato un'associazione. La mia voglia di libertà e di indipendenza mi è costata il carcere tre volte, ma alla fine sono riuscito a realizzare il mio sogno qui in Italia".
Kader è molto attivo sui social network. E a Corato, dove è ospite da circa un mese, ha promosso il suo primo incontro dal vivo con gli studenti.
"Abbiamo bisogno di cambiare qualcosa a livello culturale – prosegue kader. "Scrivo dei progetti per le donne, per renderle più autonome, per i giovani. Cerco di essere sempre informato perchè la conoscenza è la chiave di tutto".
Kader conclude il suo racconto toccante, fatto di aneddoti e storie che fanno capire come sia importante aprire il cuore allo straniero, al diverso, dicendo che si sente in debito con la vita. "Ho avuto tanto dalla vita – dice Kader – rispetto a tanti miei conterranei e amici che non ce l'hanno fatta e sono morto in mare. Vedo tanta gente ricca ma infelice, ammalata e in un letto di ospedale. Io ho la fortuna di esser vivo e di stare bene. E voglio restituire impegnandomi in questa missione per restituire ciò che la vita mi ha dato".
L'accoglienza, i risvolti sociali, l'impegno degli Stati, il lavoro degli operatori del settore e, soprattutto, l'unione tra i popoli: ecco il messaggio di Kader, ospite della Città di Corato, un esempio di accoglienza e integrazione.