Territorio
Focus tematico a cura dell'Archeoclub
Si discuterà su "Archeologia dell'architettura e restauro degli edifici storici"
Corato - mercoledì 27 aprile 2022
10.00
Si svolgerà sulla piattaforma Zoom, dalle 18 alle 20 di venerdì 29 aprile, il primo focus tematico di una serie promossa dal circolo di Corato "Padre Emilio D'Angelo" dell'Archeoclub d'Italia. L'argomento della discussione sarà "Archeologia dell'architettura e restauro degli edifici storici". Per partecipare è necessario inviare una mail all'indirizzo webinar@archeoclubitalia.org oppure contattare i recapiti 0644202250 o 3426636606.
«I metodi di indagine propri dell'archeologia dell'architettura (analisi stratigrafica degli elevati, cronotipologie), consentono di ricostruire le fasi di trasformazione di un manufatto architettonico e di identificarne la qualità costruttiva, contribuendo efficacemente alla comprensione del "senso" dei molteplici segni lasciati nel tempo dagli uomini su un manufatto architettonico» hanno spiegato dall'Archeoclub di Corato. «E sono proprio tali metodi ad offrire ai tecnici che si occupano di restauro architettonico uno strumento concreto ed efficace per compiere scelte progettuali più ponderate in quanto individuano e segnalano ciò che deve essere conservato affinché il palinsesto architettonico, dopo l'intervento, mantenga inalterato il più possibile il proprio potenziale informativo.
In quest'ottica l'analisi archeologica degli elevati si rivela un'ottima alleata del restauro architettonico in quanto può aiutare a non ignorare segni e indizi che ad una prima valutazione possono apparire trascurabili, se non addirittura "sgradevoli", e implicitamente, suggerisce che questi non possono essere alterati, mascherati o addirittura cancellati con interventi troppo disinvolti e poco consapevoli.
L'Italia è costituita da più di ottomila comuni con chiese e palazzi di interesse storico,
tremila aree archeologiche, più di quattromila musei, quarantamila dimore storiche, nonché il Paese con la più alta concentrazione di siti UNESCO e costituiscono uno straordinario fattore di identità per i territori e i loro abitanti. Rappresentano, infatti, un patrimonio nel quale è possibile leggere il succedersi dei secoli, delle civiltà, della storia e quindi un evidente racconto di "chi siamo e chi eravamo"».
Il Focus intende pertanto approfondire il ruolo dei metodi di indagine propri di questa disciplina negli ambiti sopra descritti, in cui tali "buone pratiche" sono ormai impiegate sia per i manufatti storici monumentali, sia per la cosiddetta "edilizia diffusa".
Dopo i saluti istituzionali, l'architetto Anna De Palma modererà gli interventi dei relatori. Interverranno la professoressa Roberta Giuliani, archeologa del Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica dell'Università degli studi di Bari su "L'archeologia dell'architettura: metodi e obiettivi"; la professoressa Nunzia Mangialardi, archeologa del Dipartimento di studi umanistici dell'Università degli studi di Foggia su "Rilievo, tecnologie e analisi dimensionali per la lettura archeologica degli elevati storici"; l'architetto Anna Decri, libero professionista, ricercatrice presso l'istituto di storia della cultura materiale di Genova su "Archeologia dell'architettura: una disciplina usata in cantiere". La professoressa Rita Vecchiattini del Dipartimento architettura e design dell'Università degli studi di Genova relazionerà su "Il contributo dell'Archeologia dell'Architettura al miglioramento strutturale degli edifici storici".
L'evento gode del patrocinio morale del Ministero della Cultura, dell'Ordine degli architetti della Bat, del consiglio regionale della Puglia, dell'amministrazione comunale di Corato e del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
«I metodi di indagine propri dell'archeologia dell'architettura (analisi stratigrafica degli elevati, cronotipologie), consentono di ricostruire le fasi di trasformazione di un manufatto architettonico e di identificarne la qualità costruttiva, contribuendo efficacemente alla comprensione del "senso" dei molteplici segni lasciati nel tempo dagli uomini su un manufatto architettonico» hanno spiegato dall'Archeoclub di Corato. «E sono proprio tali metodi ad offrire ai tecnici che si occupano di restauro architettonico uno strumento concreto ed efficace per compiere scelte progettuali più ponderate in quanto individuano e segnalano ciò che deve essere conservato affinché il palinsesto architettonico, dopo l'intervento, mantenga inalterato il più possibile il proprio potenziale informativo.
In quest'ottica l'analisi archeologica degli elevati si rivela un'ottima alleata del restauro architettonico in quanto può aiutare a non ignorare segni e indizi che ad una prima valutazione possono apparire trascurabili, se non addirittura "sgradevoli", e implicitamente, suggerisce che questi non possono essere alterati, mascherati o addirittura cancellati con interventi troppo disinvolti e poco consapevoli.
L'Italia è costituita da più di ottomila comuni con chiese e palazzi di interesse storico,
tremila aree archeologiche, più di quattromila musei, quarantamila dimore storiche, nonché il Paese con la più alta concentrazione di siti UNESCO e costituiscono uno straordinario fattore di identità per i territori e i loro abitanti. Rappresentano, infatti, un patrimonio nel quale è possibile leggere il succedersi dei secoli, delle civiltà, della storia e quindi un evidente racconto di "chi siamo e chi eravamo"».
Il Focus intende pertanto approfondire il ruolo dei metodi di indagine propri di questa disciplina negli ambiti sopra descritti, in cui tali "buone pratiche" sono ormai impiegate sia per i manufatti storici monumentali, sia per la cosiddetta "edilizia diffusa".
Dopo i saluti istituzionali, l'architetto Anna De Palma modererà gli interventi dei relatori. Interverranno la professoressa Roberta Giuliani, archeologa del Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica dell'Università degli studi di Bari su "L'archeologia dell'architettura: metodi e obiettivi"; la professoressa Nunzia Mangialardi, archeologa del Dipartimento di studi umanistici dell'Università degli studi di Foggia su "Rilievo, tecnologie e analisi dimensionali per la lettura archeologica degli elevati storici"; l'architetto Anna Decri, libero professionista, ricercatrice presso l'istituto di storia della cultura materiale di Genova su "Archeologia dell'architettura: una disciplina usata in cantiere". La professoressa Rita Vecchiattini del Dipartimento architettura e design dell'Università degli studi di Genova relazionerà su "Il contributo dell'Archeologia dell'Architettura al miglioramento strutturale degli edifici storici".
L'evento gode del patrocinio morale del Ministero della Cultura, dell'Ordine degli architetti della Bat, del consiglio regionale della Puglia, dell'amministrazione comunale di Corato e del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.