Politica
Fine amministrazione D'Introno, Malcangi: «Avremmo auspicato le dimissioni del sindaco»
La nota del coordinatore di Sud al Centro
Corato - sabato 7 settembre 2019
11.39
Alle voci e ai commenti che in questi giorni si susseguono in merito alla fine anticipata dell'amministrazione del sindaco D'Introno si aggiunge anche quella di Mario Matteo Malcangi, coordinatore di Sud al Centro, partito che esprimeva la consigliera comunale Simona Miscioscia.
In una lunga nota Malcangi esplica la posizione del partito e commenta il grave fatto politico. Di seguito le dichiarazioni.
A soli tre mese dalle elezioni siamo giunti all'atto conclusivo della Amministrazione D'Introno.
La raccolta, capeggiata da Direzione Italia, delle 14 firme di dimissioni dei consiglieri comunali (12 di maggioranza e 2 di opposizione ) ha determinato la caduta del sindaco.
Corato resta ancora una volta nelle mani del Commissario in attesa di nuove elezioni amministrative (maggio 2020).
Dinanzi a tale grave situazione, come detto in precedenti occasioni, non proviamo sentimenti di compiacimento ma anzi ci pervade la preoccupazione per le sorti della nostra comunità e sentiamo maggiormente il peso della responsabilità politica del nostro agire.
Sud al Centro , in queste settimane alla luce di una situazione amministrativa stagnante, paralizzata e senza soluzioni, ha chiaramente auspicato la fine della esperienza D'Introno.
Avremmo preferito però che il termine fosse arrivato mediante le dimissioni del sindaco. Riteniamo infatti che il primo cittadino sia il maggior responsabile della sua squadra nella buona e nella cattiva sorte; per cui D'introno, a nostro avviso, avrebbe dovuto presentarsi in Consiglio comunale per spiegare le sue ragioni dando vita ad un dibattito trasparente (che restituisse dignità al ruolo della Assise) e dichiarare il suo fallimento dimettendosi.
La raccolta delle firme invece non ci ha favorevolmente impressionato sia per chi ne è stato il fautore (D.I) sia per i tempi estremamente rapidi con cui sono stata condotta. Infatti, D.I. avrebbe potuto presentarsi in Consiglio per sfiduciare il suo sindaco con oggettive motivazioni e in quella sede chiedere il sostegno (trasparente) delle altre forze politiche per porre fine alla Consiliatura. La sua assenza per ben 8 consigli comunali e il suo ostinato silenzio hanno mortificato la Istituzione di cui erano membri e offeso il diritto di informazione dei cittadini.
Parimenti inopportuna ci e' sembrata la frenesia della raccolta quasi ci fosse una scadenza da rispettare per impedire ulteriori accadimenti (la scadenza c'era ??!!). Qualche giorno in più non avrebbe certo cambiato sostanzialmente la situazione anche perché incombeva lo scioglimento disposto dal Prefetto (che contrariamente a quanto ritenuto da uno dei firmatari non sarebbe stato "poco etico" ma forse essendo terzo sarebbe risultato imparziale e scevro da condizionamenti ).
Oggi il dato inconfutabile è quello per cui Corato nel giro di 12 mesi torna per la seconda volta nelle mani del Commissario (dott. Schettini ) alla quale porgiamo i nostri auguri di buon lavoro.
Ci sorprende e rattrista il silenzio con cui la nostra città ha vissuto e vive questi difficili momenti; sembra quasi rassegnata a queste vicende quasi non riguardassero la vita di tutti i nostri concittadini. Palpabile appare in questi momenti la mancanza di partecipazione attiva alla vita politica da parte dei coratini. Tutto questo ci preoccupa per il futuro poiché, volenti o nolenti tra 8 mesi si tornerà a votare.
Auspichiamo che questi mesi siano dedicati, da tutti, ad una profonda riflessione:
- degli elettori perché comprendano l'importanza di un voto libero, consapevole ed informato;
- di alcuni personaggi politici locali affinché prendano coscienza che una certa stagione politica è irreversibilmente finita e che Corato merita altro, merita di meglio;
- di alcune forze politiche perché superino inutili e dannosi pregiudizi e gelosie che fanno vincere sempre i "soliti noti". Chi ha la presunzione di correre da solo può vincere qualche tappa ma non vince mai la gara;
- dei futuri amministratori affinché sappiano ridare centralità al ruolo del Consiglio comunale quale sede fisiologica del dibattito politico, del confronto anche aspro, della contrapposizione delle idee.
In una lunga nota Malcangi esplica la posizione del partito e commenta il grave fatto politico. Di seguito le dichiarazioni.
A soli tre mese dalle elezioni siamo giunti all'atto conclusivo della Amministrazione D'Introno.
La raccolta, capeggiata da Direzione Italia, delle 14 firme di dimissioni dei consiglieri comunali (12 di maggioranza e 2 di opposizione ) ha determinato la caduta del sindaco.
Corato resta ancora una volta nelle mani del Commissario in attesa di nuove elezioni amministrative (maggio 2020).
Dinanzi a tale grave situazione, come detto in precedenti occasioni, non proviamo sentimenti di compiacimento ma anzi ci pervade la preoccupazione per le sorti della nostra comunità e sentiamo maggiormente il peso della responsabilità politica del nostro agire.
Sud al Centro , in queste settimane alla luce di una situazione amministrativa stagnante, paralizzata e senza soluzioni, ha chiaramente auspicato la fine della esperienza D'Introno.
Avremmo preferito però che il termine fosse arrivato mediante le dimissioni del sindaco. Riteniamo infatti che il primo cittadino sia il maggior responsabile della sua squadra nella buona e nella cattiva sorte; per cui D'introno, a nostro avviso, avrebbe dovuto presentarsi in Consiglio comunale per spiegare le sue ragioni dando vita ad un dibattito trasparente (che restituisse dignità al ruolo della Assise) e dichiarare il suo fallimento dimettendosi.
La raccolta delle firme invece non ci ha favorevolmente impressionato sia per chi ne è stato il fautore (D.I) sia per i tempi estremamente rapidi con cui sono stata condotta. Infatti, D.I. avrebbe potuto presentarsi in Consiglio per sfiduciare il suo sindaco con oggettive motivazioni e in quella sede chiedere il sostegno (trasparente) delle altre forze politiche per porre fine alla Consiliatura. La sua assenza per ben 8 consigli comunali e il suo ostinato silenzio hanno mortificato la Istituzione di cui erano membri e offeso il diritto di informazione dei cittadini.
Parimenti inopportuna ci e' sembrata la frenesia della raccolta quasi ci fosse una scadenza da rispettare per impedire ulteriori accadimenti (la scadenza c'era ??!!). Qualche giorno in più non avrebbe certo cambiato sostanzialmente la situazione anche perché incombeva lo scioglimento disposto dal Prefetto (che contrariamente a quanto ritenuto da uno dei firmatari non sarebbe stato "poco etico" ma forse essendo terzo sarebbe risultato imparziale e scevro da condizionamenti ).
Oggi il dato inconfutabile è quello per cui Corato nel giro di 12 mesi torna per la seconda volta nelle mani del Commissario (dott. Schettini ) alla quale porgiamo i nostri auguri di buon lavoro.
Ci sorprende e rattrista il silenzio con cui la nostra città ha vissuto e vive questi difficili momenti; sembra quasi rassegnata a queste vicende quasi non riguardassero la vita di tutti i nostri concittadini. Palpabile appare in questi momenti la mancanza di partecipazione attiva alla vita politica da parte dei coratini. Tutto questo ci preoccupa per il futuro poiché, volenti o nolenti tra 8 mesi si tornerà a votare.
Auspichiamo che questi mesi siano dedicati, da tutti, ad una profonda riflessione:
- degli elettori perché comprendano l'importanza di un voto libero, consapevole ed informato;
- di alcuni personaggi politici locali affinché prendano coscienza che una certa stagione politica è irreversibilmente finita e che Corato merita altro, merita di meglio;
- di alcune forze politiche perché superino inutili e dannosi pregiudizi e gelosie che fanno vincere sempre i "soliti noti". Chi ha la presunzione di correre da solo può vincere qualche tappa ma non vince mai la gara;
- dei futuri amministratori affinché sappiano ridare centralità al ruolo del Consiglio comunale quale sede fisiologica del dibattito politico, del confronto anche aspro, della contrapposizione delle idee.