Cronaca
Fatture false per 280milioni di Euro. Coinvolti padre e figlio coratini. LE INTERCETTAZIONI
"Operazione Cerbero". Contestata l'associazione a delinquere
Corato - venerdì 15 settembre 2017
13.55 Comunicato Stampa
Nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, con il coordinamento dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), perquisizioni e sequestri in diverse Province italiane.
Più nel dettaglio, l'operazione denominata "Cerbero", conclusa dai militari della Tenenza di Manerbio, ha consentito di individuare un'associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 280 milioni di euro, che hanno interessato 23 aziende nazionali ed estere.
Di queste, 5 erano "operative", 10 erano "cartiere" (ovvero meramente produttrici di "carte" contabili) con sede in Italia e 8 erano "cartiere" con sede all'estero.
In pratica, le cartiere, mediante l'emissione di falsi documenti, permettevano alle società operative di vendere sottocosto, in Italia, materiale plastico principalmente di origine estera. Il gruppo criminale che ha gestito l'intera frode era composto da tre "imprenditori" bresciani e da due consulenti tributari (padre e figlio coratini).
Persone e società, interessate dal provvedimento dell'A.G. bresciana, sono state individuate in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Veneto e Puglia oltre che in Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Romania e Stati Uniti. L'ingente frode fiscale ha consentito all'organizzazione criminale di accumulare illeciti profitti per circa 100 milioni di euro, oggi oggetto di sequestro.
Più nel dettaglio, l'operazione denominata "Cerbero", conclusa dai militari della Tenenza di Manerbio, ha consentito di individuare un'associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale mediante emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 280 milioni di euro, che hanno interessato 23 aziende nazionali ed estere.
Di queste, 5 erano "operative", 10 erano "cartiere" (ovvero meramente produttrici di "carte" contabili) con sede in Italia e 8 erano "cartiere" con sede all'estero.
In pratica, le cartiere, mediante l'emissione di falsi documenti, permettevano alle società operative di vendere sottocosto, in Italia, materiale plastico principalmente di origine estera. Il gruppo criminale che ha gestito l'intera frode era composto da tre "imprenditori" bresciani e da due consulenti tributari (padre e figlio coratini).
Persone e società, interessate dal provvedimento dell'A.G. bresciana, sono state individuate in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Veneto e Puglia oltre che in Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Romania e Stati Uniti. L'ingente frode fiscale ha consentito all'organizzazione criminale di accumulare illeciti profitti per circa 100 milioni di euro, oggi oggetto di sequestro.