Politica
Elezioni politiche: Chi ha vinto? Chi ha perso?
Riflessioni su un voto che apre a nuovi scenari
Corato - martedì 13 marzo 2018
20.07
A bocce ferme l'analisi del voto del 4 marzo e le sue ripercussioni sulla geografia politica cittadina sembrano essere particolarmente interessanti.
Non entriamo nel merito dell'analisi del dato nazionale e pugliese in particolare, sul quale si sono spesi e qualche volta sprecati fiumi di inchiostro.
Riteniamo più opportuno soffermarci in alcune osservazioni per cercare di capire quale sarà l'influenza del dato delle urne rispetto alla situazione politica cittadina in un periodo tutt'altro che sereno.
Se il Movimento Cinque Stelle esulta, legittimamente, per il risultato conseguito, dimenticandosi di porsi la domanda se l'esito delle votazioni è da ascriversi alla bontà del suo programma quanto piuttosto all'esigenza di non confermare la fiducia ai partiti tradizionali, il centrodestra e il centrosinistra si leccano le ferite.
Partiamo con l'analizzare il dato del centrodestra.
L'elemento che emerge dalle urne della Camera dei Deputati, che contano anche il voto degli elettori appena maggiorenni, denota sì una riduzione nei consensi delle liste ma un sostanziale (quasi) pareggio rispetto alle politiche 2013 se si considerano i voti del candidato all'uninominale Perrone.
Considerando i 9609 elettori del centrodestra alle elezioni del 2013, Perrone, seppur sconfitto, conferma ben 9.073 preferenze. Il centrodestra, dunque, tiene il passo ma non abbastanza per essere la coalizione leader nella nostra città.
Importante, sempre all'interno del centrodestra, è l'affermazione di Forza Italia che si pone come primo partito della coalizione nonostante le lacerazioni e le scissioni.
Non è un segreto il sostegno del consigliere (ex) Forza Italia Caputo al Movimento Cinque Stelle così come non è un segreto la non serena accettazione da parte della dirigenza coratina di Forza Italia della candidatura di Perrone all'uninominale della Camera.
Eppure Forza Italia si attesta come primo partito della coalizione, staccando di oltre 1500 voti "Noi con l'Italia", partito del quale Perrone ha le chiavi di casa.
E non è da sottovalutare la performance della Lega, verosimilmente più sospinta dall'ondata nazionale che dall'influenza locale. Dato che, tuttavia, pone la stessa Lega nelle condizioni di mostrare il suo peso ai tavoli del centrodestra locale, al quale siede anche Fratelli d'Italia che a Corato raggiunge il 3%.
Nell'idea, dunque, di una nuova ridefinizione del centrodestra coratino di cui si va discutendo da alcuni giorni, Forza Italia assume un ruolo di spicco.
Può, dunque, il dato di Forza Italia, avere delle ripercussioni sulla situazione politica all'interno del Consiglio Comunale? La risposta è tutt'altro che chiara e scontata. Se, da un lato Forza Italia sembra essere inamovibile dal suo ruolo di opposizione, dall'altro il sindaco è ancora alla ricerca del 13esimo consigliere che possa reggere la sua amministrazione. Che il 13esimo sia Franco Caputo non è affatto scontato.
Caputo chiede la testa di Perrone come assessore e un passo indietro di Salerno dal suo ruolo di presidente del Consiglio Comunale. Ciò metterebbe in serio imbarazzo il sindaco Mazzilli che, assecondando le richieste di Caputo, potrebbe perdere l'incondizionato sostegno dell'intero gruppo di "Noi con l'Italia" (o Direzione Italia che dir si voglia). Se a questo si aggiunge l'idea di una ridefinizione della coalizione di centrodestra che rispecchi quella nazionale, guidata da Forza Italia, la situazione diventa ancora più complessa.
Quanto al centrosinistra, l'appeal dei partiti che lo compongono si conferma scarso. Il Partito Democratico locale segue il trend negativo nazionale e "Liberi e Uguali", che dovrebbe raccogliere il consenso di qualche ex elettore del PD e le ceneri di quella che fu a Corato "Sinistra Ecologia e Libertà" (della presenza di Sinistra Italiana non abbiamo mai avuto riscontro benché si vociferasse della sua esistenza) ottiene un risultato scadente. Non pervenuto "Potere al Popolo".
E non può che tornarci alla mente l'appello del segretario del Partito Democratico Natalino Petrone quando, durante il congresso che gli confermò il ruolo di segretario, invocò l'unità del centrosinistra. Oggi è lecito chiedersi: dove sono le forze di centrosinistra? Cosa c'è da unire?
Insieme, tutte le forze del centrosinistra invocate da Petrone, non raggiungono un quarto degli elettori del Movimento Cinque Stelle e questo è un dato macroscopico.
Se il centrodestra non ha vinto, ma non ha neanche perso - come abbiamo avuto modo di notare - il vero sconfitto di questa tornata elettorale è il centrosinistra ed in particolare il Partito Democratico che stavolta ha potuto persino contare sul sostegno del Movimento Schittulli e di Un cantiere in comune.
Ed è su questo che occorrerà che i partiti di centrosinistra riflettano.
Non entriamo nel merito dell'analisi del dato nazionale e pugliese in particolare, sul quale si sono spesi e qualche volta sprecati fiumi di inchiostro.
Riteniamo più opportuno soffermarci in alcune osservazioni per cercare di capire quale sarà l'influenza del dato delle urne rispetto alla situazione politica cittadina in un periodo tutt'altro che sereno.
Se il Movimento Cinque Stelle esulta, legittimamente, per il risultato conseguito, dimenticandosi di porsi la domanda se l'esito delle votazioni è da ascriversi alla bontà del suo programma quanto piuttosto all'esigenza di non confermare la fiducia ai partiti tradizionali, il centrodestra e il centrosinistra si leccano le ferite.
Partiamo con l'analizzare il dato del centrodestra.
L'elemento che emerge dalle urne della Camera dei Deputati, che contano anche il voto degli elettori appena maggiorenni, denota sì una riduzione nei consensi delle liste ma un sostanziale (quasi) pareggio rispetto alle politiche 2013 se si considerano i voti del candidato all'uninominale Perrone.
Considerando i 9609 elettori del centrodestra alle elezioni del 2013, Perrone, seppur sconfitto, conferma ben 9.073 preferenze. Il centrodestra, dunque, tiene il passo ma non abbastanza per essere la coalizione leader nella nostra città.
Importante, sempre all'interno del centrodestra, è l'affermazione di Forza Italia che si pone come primo partito della coalizione nonostante le lacerazioni e le scissioni.
Non è un segreto il sostegno del consigliere (ex) Forza Italia Caputo al Movimento Cinque Stelle così come non è un segreto la non serena accettazione da parte della dirigenza coratina di Forza Italia della candidatura di Perrone all'uninominale della Camera.
Eppure Forza Italia si attesta come primo partito della coalizione, staccando di oltre 1500 voti "Noi con l'Italia", partito del quale Perrone ha le chiavi di casa.
E non è da sottovalutare la performance della Lega, verosimilmente più sospinta dall'ondata nazionale che dall'influenza locale. Dato che, tuttavia, pone la stessa Lega nelle condizioni di mostrare il suo peso ai tavoli del centrodestra locale, al quale siede anche Fratelli d'Italia che a Corato raggiunge il 3%.
Nell'idea, dunque, di una nuova ridefinizione del centrodestra coratino di cui si va discutendo da alcuni giorni, Forza Italia assume un ruolo di spicco.
Può, dunque, il dato di Forza Italia, avere delle ripercussioni sulla situazione politica all'interno del Consiglio Comunale? La risposta è tutt'altro che chiara e scontata. Se, da un lato Forza Italia sembra essere inamovibile dal suo ruolo di opposizione, dall'altro il sindaco è ancora alla ricerca del 13esimo consigliere che possa reggere la sua amministrazione. Che il 13esimo sia Franco Caputo non è affatto scontato.
Caputo chiede la testa di Perrone come assessore e un passo indietro di Salerno dal suo ruolo di presidente del Consiglio Comunale. Ciò metterebbe in serio imbarazzo il sindaco Mazzilli che, assecondando le richieste di Caputo, potrebbe perdere l'incondizionato sostegno dell'intero gruppo di "Noi con l'Italia" (o Direzione Italia che dir si voglia). Se a questo si aggiunge l'idea di una ridefinizione della coalizione di centrodestra che rispecchi quella nazionale, guidata da Forza Italia, la situazione diventa ancora più complessa.
Quanto al centrosinistra, l'appeal dei partiti che lo compongono si conferma scarso. Il Partito Democratico locale segue il trend negativo nazionale e "Liberi e Uguali", che dovrebbe raccogliere il consenso di qualche ex elettore del PD e le ceneri di quella che fu a Corato "Sinistra Ecologia e Libertà" (della presenza di Sinistra Italiana non abbiamo mai avuto riscontro benché si vociferasse della sua esistenza) ottiene un risultato scadente. Non pervenuto "Potere al Popolo".
E non può che tornarci alla mente l'appello del segretario del Partito Democratico Natalino Petrone quando, durante il congresso che gli confermò il ruolo di segretario, invocò l'unità del centrosinistra. Oggi è lecito chiedersi: dove sono le forze di centrosinistra? Cosa c'è da unire?
Insieme, tutte le forze del centrosinistra invocate da Petrone, non raggiungono un quarto degli elettori del Movimento Cinque Stelle e questo è un dato macroscopico.
Se il centrodestra non ha vinto, ma non ha neanche perso - come abbiamo avuto modo di notare - il vero sconfitto di questa tornata elettorale è il centrosinistra ed in particolare il Partito Democratico che stavolta ha potuto persino contare sul sostegno del Movimento Schittulli e di Un cantiere in comune.
Ed è su questo che occorrerà che i partiti di centrosinistra riflettano.