Territorio
Elettrodotto: centomila euro per chiudere la partita. «Le ombre si allungano»
Il protocollo d'intesa tra Comune e Terna non convince
Corato - domenica 18 marzo 2018
13.52
Il comunicato stampa diffuso da Palazzo di Città il 6 marzo scorso relativo alla annosa questione dello spostamento (in questi ultimi anni si era persino parlato di interramento) dell'elettrodotto, su cui negli anni si sono attivati comitati civici e liberi cittadini, ha suscitato non poche perplessità non soltanto tra chi detiene un ruolo politico ma anche, e soprattutto, da chi si è interessato alla questione da libero cittadino.
Il 7 marzo, il giorno dopo la diffusione delle dichiarazioni del sindaco (di cui si può leggere diffusamente nell'articolo allegato), squilla il telefono. Dall'altro capo vi è un cittadino, Nicola Diaferia, che con un filo di voce mi comunica di trovarsi in un letto di ospedale, appena reduce da un intervento chirurgico, ma non mi nasconde la sua rabbia per le dichiarazioni diffuse dal Comune. Mi chiese di farmi megafono delle sue rimostranze e che ci saremmo visti appena fosse uscito dall'ospedale. Purtroppo quell'incontro non è stato possibile poiché Nicola è venuto a mancare pochi giorni dopo il nostro dialogo.
L'eccezione sollevata da Nicola Diaferia è la seguente (successivamente ripresa anche dal prof. Corrado De Benedittis e dai consiglieri comunali Paolo Loizzo e Aldo Fiore, da noi direttamente interpellati): la grande novità del protocollo d'intesa sottoscritto tra Comune di Corato e Terna Spa per lo spostamento dell'elettrodotto nella cosiddetta "Zona cuscinetto", è l'impegno di Terna a «compensare gli impatti territoriali residui legati alla realizzazione dell'intervento elettrico RTN» mediante un contributo fornito da Terna nella misura massima complessiva di centomila euro comprensivi di IVA, circa 80mila euro dunque.
Vi è dunque un danno quantificato che sarà ricompensato con questa cifra.
Prima dell'apprezzabile intervento del prof. De Benedittis, le cui considerazioni pubblicheremo in un articolo a parte, abbiamo chiesto ai consiglieri Loizzo e Fiore quale fosse la natura degli "impatti residui" di cui si fa menzione nel protocollo d'intesa.
«È la domanda che ci poniamo anche noi» spiegano i due consiglieri. «Ci sono altri punti interessanti all'interno della convenzione. Si parla di alternative di tracciato e di individuazione, nella zona cuscinetto, della alternativa ottimale. L'area, come riportato all'interno della stessa convenzione, è definita "a minor antropizzazione" (quindi comunque antropizzata); si parla di riduzioni dei "diversi impatti per le popolazioni locali, minimizzando nel contempo l'interferenza con le zone di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico. E tutto ciò può essere compensato con la cifra di 100mila euro?».
Loizzo e Fiore, fanno altresì notare che la zona è antropizzata al punto da essere completamente servita con tutte le utenze, giacché abitata.
«La verità è che non si vuole correggere l'errore fatto nel 2008, quando si firmò un protocollo d'intesa con Terna in cui non si richiedeva più l'interramento dell'elettrodotto ma lo spostamento in una zona "cuscinetto" censita come "non antropizzata". Cosa evidentemente non reale, tant'è che nella zona ci sono aziende, abitazioni, ci sono servizi. E si dimentica, persino, delle oltre 4000 firme dei cittadini che contestavano la delocalizzazione dell'elettrodotto in quella zona. Così come ci si dimentica che il Consiglio Comunale, nel 2014, chiese all'unanimità che si tornasse a percorrere la strada dell'interramento dell'elettrodotto» continuano i due consiglieri.
Una soluzione alternativa al costoso e difficile interramento e all'insoddisfacente spostamento dell'elettrodotto in zona cuscinetto in realtà c'è. È quella esplicitata in un convegno, lo scorso anno, proprio da Nicola Diaferia. Si tratta delle osservazioni che lo stesso Diaferia inviò al Ministero dell'Ambiente e che successivamente furono illustrate alla presenza dell'assessore regionale Santorsola nel convegno proposto da Un cantiere in comune alla presenza dei comitati cittadini che si occupano di elettrodotto.
Diaferia suggeriva di utilizzare «un percorso esistente fino alla SP 85 (Corato-Bisceglie) e da questa proseguire fino ad intercettare la nuova linea progettata all'altezza dei tralicci 28-32.
Anche quest'ultimo tratto di percorso ricade interamente su territorio agricolo. È allo stato di fatto utilizzato per una esistente linea AT che si diparte dalla cabina primaria di Corato su un territorio agricolo, attraversa l'agro di Ruvo di Puglia e termina presumibilmente a Terlizzi. Questo percorso alternativo consentirebbe, salve altre opzioni, di realizzale la nuova linea ÀT su un tracciato già giuridicamente acquisito per il quale sono in essere i diritti di accesso e le distanze regolamentari degli immobili».
Una soluzione sbrigativa e indolore che stimolò anche l'attenzione dell'assessore regionale e del tecnico regionale intervenuto al convegno. Una soluzione ideale e a basso costo che, però, non è stata presa in considerazione.
Perché?
«L'ombra dell'elettrodotto si allunga» affermano sarcasticamente i due consiglieri parafrasando il titolo del convegno in cui emerse la proposta di Nicola Diaferia.
E Loizzo fa notare: «Si subisce l'indicazione di Terna rifiutando altre soluzioni. Il consiglio comunale aveva optato, all'unanimità, per l'interramento. Terna ci dice che non si può fare, ma non ci fornisce le motivazioni tecniche che impediscono l'interramento. E l'amministrazione non batte ciglio… E pensare che per autorizzare la nascita di una banca nell'ex palazzina vigili di via Sant'Elia si chiese il parere pro veritate, pagato lautamente con soldi pubblici. Perché mai per l'interramento dell'elettrodotto non si chiede una consulenza di un tecnico esterno?».
E ancora Fiore: «Dal protocollo si evince chiaramente come Terna abbia tutto l'interesse a che i lavori procedano senza problemi, tant'è che impegna il Comune a "prevenire e dirimere ogni conflitto territoriale e sociale dovesse sorgere" e a "provvedere agli interventi di regolazione del traffico su strade di propria competenza senza oneri per Terna"». Perché dunque non adottare la soluzione proposta da Diaferia, sulla quale nessuno, sino ad oggi, ha mai sollevato eccezioni?
Domani la questione elettrodotto sarà sottoposta ai lavori di commissione consiliare. Di questo, certamente, i consiglieri Fiore e Loizzo, presenti in commissione, avranno modo di discutere in maniera più dettagliata e diffusa, raccogliendo gli spunti che furono di Nicola Diaferia e che sono di Corrado De Benedittis, ma soprattutto quelli dei componenti dei comitati che per anni si sono battuti affinché l'elettrodotto smettesse di essere un problema.
Anni di marce, di battaglie, di convegni, di incontri, di studio, di speranze e di dolori non possono essere liquidati con una ricompensa di meno di 80mila euro.
Il 7 marzo, il giorno dopo la diffusione delle dichiarazioni del sindaco (di cui si può leggere diffusamente nell'articolo allegato), squilla il telefono. Dall'altro capo vi è un cittadino, Nicola Diaferia, che con un filo di voce mi comunica di trovarsi in un letto di ospedale, appena reduce da un intervento chirurgico, ma non mi nasconde la sua rabbia per le dichiarazioni diffuse dal Comune. Mi chiese di farmi megafono delle sue rimostranze e che ci saremmo visti appena fosse uscito dall'ospedale. Purtroppo quell'incontro non è stato possibile poiché Nicola è venuto a mancare pochi giorni dopo il nostro dialogo.
L'eccezione sollevata da Nicola Diaferia è la seguente (successivamente ripresa anche dal prof. Corrado De Benedittis e dai consiglieri comunali Paolo Loizzo e Aldo Fiore, da noi direttamente interpellati): la grande novità del protocollo d'intesa sottoscritto tra Comune di Corato e Terna Spa per lo spostamento dell'elettrodotto nella cosiddetta "Zona cuscinetto", è l'impegno di Terna a «compensare gli impatti territoriali residui legati alla realizzazione dell'intervento elettrico RTN» mediante un contributo fornito da Terna nella misura massima complessiva di centomila euro comprensivi di IVA, circa 80mila euro dunque.
Vi è dunque un danno quantificato che sarà ricompensato con questa cifra.
Prima dell'apprezzabile intervento del prof. De Benedittis, le cui considerazioni pubblicheremo in un articolo a parte, abbiamo chiesto ai consiglieri Loizzo e Fiore quale fosse la natura degli "impatti residui" di cui si fa menzione nel protocollo d'intesa.
«È la domanda che ci poniamo anche noi» spiegano i due consiglieri. «Ci sono altri punti interessanti all'interno della convenzione. Si parla di alternative di tracciato e di individuazione, nella zona cuscinetto, della alternativa ottimale. L'area, come riportato all'interno della stessa convenzione, è definita "a minor antropizzazione" (quindi comunque antropizzata); si parla di riduzioni dei "diversi impatti per le popolazioni locali, minimizzando nel contempo l'interferenza con le zone di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico. E tutto ciò può essere compensato con la cifra di 100mila euro?».
Loizzo e Fiore, fanno altresì notare che la zona è antropizzata al punto da essere completamente servita con tutte le utenze, giacché abitata.
«La verità è che non si vuole correggere l'errore fatto nel 2008, quando si firmò un protocollo d'intesa con Terna in cui non si richiedeva più l'interramento dell'elettrodotto ma lo spostamento in una zona "cuscinetto" censita come "non antropizzata". Cosa evidentemente non reale, tant'è che nella zona ci sono aziende, abitazioni, ci sono servizi. E si dimentica, persino, delle oltre 4000 firme dei cittadini che contestavano la delocalizzazione dell'elettrodotto in quella zona. Così come ci si dimentica che il Consiglio Comunale, nel 2014, chiese all'unanimità che si tornasse a percorrere la strada dell'interramento dell'elettrodotto» continuano i due consiglieri.
Una soluzione alternativa al costoso e difficile interramento e all'insoddisfacente spostamento dell'elettrodotto in zona cuscinetto in realtà c'è. È quella esplicitata in un convegno, lo scorso anno, proprio da Nicola Diaferia. Si tratta delle osservazioni che lo stesso Diaferia inviò al Ministero dell'Ambiente e che successivamente furono illustrate alla presenza dell'assessore regionale Santorsola nel convegno proposto da Un cantiere in comune alla presenza dei comitati cittadini che si occupano di elettrodotto.
Diaferia suggeriva di utilizzare «un percorso esistente fino alla SP 85 (Corato-Bisceglie) e da questa proseguire fino ad intercettare la nuova linea progettata all'altezza dei tralicci 28-32.
Anche quest'ultimo tratto di percorso ricade interamente su territorio agricolo. È allo stato di fatto utilizzato per una esistente linea AT che si diparte dalla cabina primaria di Corato su un territorio agricolo, attraversa l'agro di Ruvo di Puglia e termina presumibilmente a Terlizzi. Questo percorso alternativo consentirebbe, salve altre opzioni, di realizzale la nuova linea ÀT su un tracciato già giuridicamente acquisito per il quale sono in essere i diritti di accesso e le distanze regolamentari degli immobili».
Una soluzione sbrigativa e indolore che stimolò anche l'attenzione dell'assessore regionale e del tecnico regionale intervenuto al convegno. Una soluzione ideale e a basso costo che, però, non è stata presa in considerazione.
Perché?
«L'ombra dell'elettrodotto si allunga» affermano sarcasticamente i due consiglieri parafrasando il titolo del convegno in cui emerse la proposta di Nicola Diaferia.
E Loizzo fa notare: «Si subisce l'indicazione di Terna rifiutando altre soluzioni. Il consiglio comunale aveva optato, all'unanimità, per l'interramento. Terna ci dice che non si può fare, ma non ci fornisce le motivazioni tecniche che impediscono l'interramento. E l'amministrazione non batte ciglio… E pensare che per autorizzare la nascita di una banca nell'ex palazzina vigili di via Sant'Elia si chiese il parere pro veritate, pagato lautamente con soldi pubblici. Perché mai per l'interramento dell'elettrodotto non si chiede una consulenza di un tecnico esterno?».
E ancora Fiore: «Dal protocollo si evince chiaramente come Terna abbia tutto l'interesse a che i lavori procedano senza problemi, tant'è che impegna il Comune a "prevenire e dirimere ogni conflitto territoriale e sociale dovesse sorgere" e a "provvedere agli interventi di regolazione del traffico su strade di propria competenza senza oneri per Terna"». Perché dunque non adottare la soluzione proposta da Diaferia, sulla quale nessuno, sino ad oggi, ha mai sollevato eccezioni?
Domani la questione elettrodotto sarà sottoposta ai lavori di commissione consiliare. Di questo, certamente, i consiglieri Fiore e Loizzo, presenti in commissione, avranno modo di discutere in maniera più dettagliata e diffusa, raccogliendo gli spunti che furono di Nicola Diaferia e che sono di Corrado De Benedittis, ma soprattutto quelli dei componenti dei comitati che per anni si sono battuti affinché l'elettrodotto smettesse di essere un problema.
Anni di marce, di battaglie, di convegni, di incontri, di studio, di speranze e di dolori non possono essere liquidati con una ricompensa di meno di 80mila euro.