Attualità
Don Riccardo Agresti a Corato racconta il progetto "Senza Sbarre"
Il sacerdote andriese sarà ospite di don Gino Tarantini nella chiesa di San Domenico
Corato - giovedì 14 novembre 2019
12.26
Quarant'anni al servizio della Chiesa e degli ultimi. Don Gino Tarantini, parroco della chiesa di San Domenico di Corato, festeggia un anniversario speciale, quello dei quarant'anni dalla sua ordinazione sacerdotale, ospitando un confratello, don Riccardo Agresti che da sempre si occupa degli ultimi e degli emarginati.
Venerdì 15 novembre 2019, nella chiesa di San Domenico, don Gino Tarantini e don Riccardo Agresti, che è parroco della chiesa di San Luigi a Castel del Monte, concelebreranno la Santa Messa.
Con don Riccardo ci saranno alcuni degli ospiti del progetto della diocesi di Andria "Senza Sbarre".
Al termine della celebrazione sarà presentato alla comunità il progetto, con gli interventi di Don Gino Tarantini e don Riccardo Agresti, stimolati dalle domande del giornalista Franco Tempesta.
II progetto diocesano è stato creato ed attuato dall'associazione "Amici di San Vittore ONLUS" . Si potrà dare un contributo acquistando la pasta o taralli "A mano Libera" prodotti nella masseria San Vittore.
Venerdì 15 novembre 2019, nella chiesa di San Domenico, don Gino Tarantini e don Riccardo Agresti, che è parroco della chiesa di San Luigi a Castel del Monte, concelebreranno la Santa Messa.
Con don Riccardo ci saranno alcuni degli ospiti del progetto della diocesi di Andria "Senza Sbarre".
Al termine della celebrazione sarà presentato alla comunità il progetto, con gli interventi di Don Gino Tarantini e don Riccardo Agresti, stimolati dalle domande del giornalista Franco Tempesta.
II progetto diocesano è stato creato ed attuato dall'associazione "Amici di San Vittore ONLUS" . Si potrà dare un contributo acquistando la pasta o taralli "A mano Libera" prodotti nella masseria San Vittore.
IL PROGETTO DIOCESANO "SENZA SBARRE"
Il Progetto Diocesano "Senza Sbarre" mira ad attuare l'esecuzione della misura alternativa al carcere, prevista dalla Legge, ed ha come obiettivo la creazione di una realtà di accoglienza nell'agro di Andria, rivolta a persone in stato di detenzione e/o sottoposte a provvedimento di custodia attenuata; ex detenuti e/o persone il cui percorso carcerario, oltre ad avergli segnato la vita per sempre, gli ha precluso ogni possibilità di rientro e di integrazione sociale. L'esperienza pastorale di due sacerdoti, svolta in alcuni quartieri a rischio di Andria, ha permesso di evidenziare una piaga nota: la micro e macro criminalità presente da decenni e le relative famiglie martoriate da scelte sbagliate e dal disagio che la detenzione procura ad esse e alla comunità. Da qui la scelta di non tralasciare nessuno delle persone affidate alla cura spirituale, invitando i fedeli a creare "ponti tra il carcere e il mondo". Il Progetto Diocesano "Senza Sbarre", che nasce proprio da questo invito, è un progetto di accoglienza residenziale e semi-residenziale per persone detenute nella casa circondariale di Trani, nelle carceri di Puglia e Italia, ammessi a programmi alternativi alla carcerazione. In una masseria fortificata, in contrada san Vittore, circondata da circa 10 ettari di campagna, si vuole creare una impresa multiservizi con il cuore nella lavorazione della terra. Inoltre è convinzione dei sacerdoti promotori che non c'è tutela dei diritti e rispetto della dignità se non c'è contrasto della povertà in tutte le sue forme. Il progetto si basa anche sull'accoglienza di questi nostri fratelli all'interno di una comunità parrocchiale che li accoglie e li educa a stare insieme agli altri nel rispetto delle regole.
Si tratta di un Progetto unico nel suo genere e che si colloca in un difficile contesto sociale nella Provincia di BAT (Barletta Andria Trani ) e che prende corpo nell'agro di San Vittore presso Castel del Monte. Qui sorge un grande casale contadino riadattato come centro per supportare il Progetto e laboratorio tecnico-agricolo per avvicinare detenuti ed ex-detenuti al mondo del lavoro. La tenuta di S. Vittore rappresenta un punto di regia e di coordinamento degli interventi per l'inserimento lavorativo inteso come elemento di necessaria risocializzazione e come fonte di sostegno lecito. Il Progetto Senza Sbarre, vuole essere una opportunità, una possibilità per chi si trova a dover subire le criticità di un sistema da tempo in difficoltà, quale anello di congiunzione tra tutti gli aspetti del "Dentro" e del "Fuori" e che caratterizzano la problematica. Il progetto vuole offrire una reale opportunità, fosse anche una sola risposta, a quegli interventi e progetti trattamentali che hanno bisogno di un sostegno, è il senso primo e ultimo del nostro agire; la via maestra per realizzare quella "tutela salvifica di chi ha sbagliato" con al centro la salvaguardia della persona a cui va restituita la dignità ed offerta una nuova possibilità. Oltre all'idea di mettere al miglior frutto, i 9-10 ettari di tenuta agricola, che sono già oggetto di predisposizione di un Piano di miglioramento fondiario, e all'accoglienza residenziale e semiresidenziale dei detenuti, si sta predisponendo all'interno della Masseria una moltitudine di attività con il cuore nella lavorazione della terra, la cura del paesaggio e la preservazione dell'ambiente in un mix di azioni tendenti a fare di San Vittore una comunità educante ai temi della legalità; della civile convivenza; del recupero di una socialità includente e valorizzante, con al centro la persona e le sue relazioni. Ad oggi è stato aperto il Pastificio "A MANO LIBERA", con la produzione di pasta fresca da parte di detenuti ed ex detenuti.
Le risposte ai bisogni degli utenti ovviamente sono integrate e coordinate tra tutti gli operatori del privato e del pubblico, sia del Ministero della Giustizia sia degli Enti Locali, nella piena consapevolezza che non potendo contare su un itinerario standard per ogni persona sarà necessario puntare sul completo coinvolgimento di professionisti e volontari.
Il primo contrasto, oltre al cambio del paradigma culturale, è dare una possibilità di lavoro a tutti coloro che nella vita hanno sbagliato.
Si tratta di un Progetto unico nel suo genere e che si colloca in un difficile contesto sociale nella Provincia di BAT (Barletta Andria Trani ) e che prende corpo nell'agro di San Vittore presso Castel del Monte. Qui sorge un grande casale contadino riadattato come centro per supportare il Progetto e laboratorio tecnico-agricolo per avvicinare detenuti ed ex-detenuti al mondo del lavoro. La tenuta di S. Vittore rappresenta un punto di regia e di coordinamento degli interventi per l'inserimento lavorativo inteso come elemento di necessaria risocializzazione e come fonte di sostegno lecito. Il Progetto Senza Sbarre, vuole essere una opportunità, una possibilità per chi si trova a dover subire le criticità di un sistema da tempo in difficoltà, quale anello di congiunzione tra tutti gli aspetti del "Dentro" e del "Fuori" e che caratterizzano la problematica. Il progetto vuole offrire una reale opportunità, fosse anche una sola risposta, a quegli interventi e progetti trattamentali che hanno bisogno di un sostegno, è il senso primo e ultimo del nostro agire; la via maestra per realizzare quella "tutela salvifica di chi ha sbagliato" con al centro la salvaguardia della persona a cui va restituita la dignità ed offerta una nuova possibilità. Oltre all'idea di mettere al miglior frutto, i 9-10 ettari di tenuta agricola, che sono già oggetto di predisposizione di un Piano di miglioramento fondiario, e all'accoglienza residenziale e semiresidenziale dei detenuti, si sta predisponendo all'interno della Masseria una moltitudine di attività con il cuore nella lavorazione della terra, la cura del paesaggio e la preservazione dell'ambiente in un mix di azioni tendenti a fare di San Vittore una comunità educante ai temi della legalità; della civile convivenza; del recupero di una socialità includente e valorizzante, con al centro la persona e le sue relazioni. Ad oggi è stato aperto il Pastificio "A MANO LIBERA", con la produzione di pasta fresca da parte di detenuti ed ex detenuti.
Le risposte ai bisogni degli utenti ovviamente sono integrate e coordinate tra tutti gli operatori del privato e del pubblico, sia del Ministero della Giustizia sia degli Enti Locali, nella piena consapevolezza che non potendo contare su un itinerario standard per ogni persona sarà necessario puntare sul completo coinvolgimento di professionisti e volontari.
Il primo contrasto, oltre al cambio del paradigma culturale, è dare una possibilità di lavoro a tutti coloro che nella vita hanno sbagliato.