Cronaca
Dieci mesi di reclusione al poliziotto che rinchiuse in casa la moglie infedele
I fatti contestati risalgono al 2014
Corato - sabato 27 gennaio 2018
Dieci mesi di reclusione. È la pena inflitta dal giudice ad un poliziotto coratino in servizio in Sicilia, accusato di sequestro di persona e violenza privata in danno della moglie.
Una pena ridotta rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero che aveva richiesto la pena di due anni. Con lui sono stati condannati i suoi suoceri e il cugino della moglie. Tutte le pene sono sospese.
Del fatto avevamo parlato lo scorso ottobre.
Stando a quanto ricostruito, l'uomo avrebbe scoperto il tradimento di sua moglie e per questo l'avrebbe costretta in casa, in concorso con i suoceri. Una parte nella vicenda, inoltre, l'avrebbe avuta anche il cugino della donna, protagonista del pestaggio ai danni del presunto amante della donna.
Una vicenda familiare piuttosto complessa, nella quale i diretti congiunti della moglie avrebbero svolto un ruolo non secondario.
Secondo quanto riportato da un giornale siciliano, la donna sarebbe stata «chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l'amante. A liberarla furono i militari della sezione di pg della Guardia di finanza (...), venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare (il primo le sarebbe stato sottratto), è riuscita a inviare degli sms a due amiche».
Una pena ridotta rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero che aveva richiesto la pena di due anni. Con lui sono stati condannati i suoi suoceri e il cugino della moglie. Tutte le pene sono sospese.
Del fatto avevamo parlato lo scorso ottobre.
Stando a quanto ricostruito, l'uomo avrebbe scoperto il tradimento di sua moglie e per questo l'avrebbe costretta in casa, in concorso con i suoceri. Una parte nella vicenda, inoltre, l'avrebbe avuta anche il cugino della donna, protagonista del pestaggio ai danni del presunto amante della donna.
Una vicenda familiare piuttosto complessa, nella quale i diretti congiunti della moglie avrebbero svolto un ruolo non secondario.
Secondo quanto riportato da un giornale siciliano, la donna sarebbe stata «chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l'amante. A liberarla furono i militari della sezione di pg della Guardia di finanza (...), venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare (il primo le sarebbe stato sottratto), è riuscita a inviare degli sms a due amiche».