Cronaca
Dieci anni fa il naufragio della Concordia in cui morì la coratina Maria D'Introno
A bordo della nave, nell'equipaggio, c'era anche la coratina Antonella Zingaro
Corato - giovedì 13 gennaio 2022
12.26
Sono passati dieci anni dal giorno del più grande naufragio avvenuto in acque italiane, quello della Costa Concordia.
Il 13 gennaio del 2012, dinanzi all'Isola del Giglio, la nave da crociera comandata da Francesco Schettino, urtò contro gli scogli delle "Scole". Nel naufragio morirono 32 persone, tra loro anche la coratina Maria D'Introno, da poco trasferitasi a Biella.
Una morte assurda per quella che la stampa nazionale e internazionale chiamò "la sposina di Biella". Maria era in vacanza con la sua famiglia, per celebrare una ricorrenza. Tutti si salvarono ma di lei si persero le tracce. Fu ritrovata in mare diversi giorni dopo, priva di vita.
Una morte che destò enorme commozione nella nostra città. La giovane vittima si era spostata nel nord Italia, al seguito di suo marito per costruire la sua famiglia e coltivare i suoi sogni. Sogni infranti sugli scogli dell'isola del Giglio a causa di una manovra sconsiderata del comandante che per quel naufragio è stato condannato a 16 anni di reclusione.
Nell'equipaggio della Costa Concordia c'era anche un'altra coratina, l'estetista Antonella Zingaro. Lei riuscì a mettersi in salvo e a raccontare i drammatici momenti del naufragio, scolpiti nella mente di tutti coloro che con ansia e trepidazione, attraverso la televisione, seguivano le vicende dell'isola del Giglio nella speranza di ricevere notizie positive. Purtroppo per 32 persone quella vacanza si è trasformata in una terribile e imprevedibile occasione di morte.
Tra i pugliesi, rimasti vittime del naufragio c'è anche il musicista di Alberobello Giuseppe Girolamo. "Giuseppe, che lavorava sulla nave come batterista, cedette il proprio posto sulla scialuppa di salvataggio a due fratellini, alla loro mamma e al loro papà pur non sapendo nuotare e quindi consapevole che quel gesto gli sarebbe costato la vita" ricorda il Comune di Alberobello che per il suo concittadino chiede la Medaglia al valore civile.
"In questi anni il Comune di Alberobello ha richiesto più volte, ma invano, che a Giuseppe fosse conferita la Medaglia al valor civile. Un gesto simbolico e doveroso nei confronti di un eroe generoso che ha sacrificato se stesso per salvare il prossimo. Ci auguriamo che la nostra richiesta, che è quella di una intera Comunità, possa trovare accoglimento affinché Giuseppe Girolamo riceva finalmente il giusto merito per il proprio esemplare comportamento, modello di vita per ciascuno di noi. Dieci anni dopo, con orgoglio e con identica commozione, Alberobello piange il suo eroe, orgogliosa di annoverarlo tra i suoi cittadini più illustri, straordinario emblema di altruismo e generosità".
Il 13 gennaio del 2012, dinanzi all'Isola del Giglio, la nave da crociera comandata da Francesco Schettino, urtò contro gli scogli delle "Scole". Nel naufragio morirono 32 persone, tra loro anche la coratina Maria D'Introno, da poco trasferitasi a Biella.
Una morte assurda per quella che la stampa nazionale e internazionale chiamò "la sposina di Biella". Maria era in vacanza con la sua famiglia, per celebrare una ricorrenza. Tutti si salvarono ma di lei si persero le tracce. Fu ritrovata in mare diversi giorni dopo, priva di vita.
Una morte che destò enorme commozione nella nostra città. La giovane vittima si era spostata nel nord Italia, al seguito di suo marito per costruire la sua famiglia e coltivare i suoi sogni. Sogni infranti sugli scogli dell'isola del Giglio a causa di una manovra sconsiderata del comandante che per quel naufragio è stato condannato a 16 anni di reclusione.
Nell'equipaggio della Costa Concordia c'era anche un'altra coratina, l'estetista Antonella Zingaro. Lei riuscì a mettersi in salvo e a raccontare i drammatici momenti del naufragio, scolpiti nella mente di tutti coloro che con ansia e trepidazione, attraverso la televisione, seguivano le vicende dell'isola del Giglio nella speranza di ricevere notizie positive. Purtroppo per 32 persone quella vacanza si è trasformata in una terribile e imprevedibile occasione di morte.
Tra i pugliesi, rimasti vittime del naufragio c'è anche il musicista di Alberobello Giuseppe Girolamo. "Giuseppe, che lavorava sulla nave come batterista, cedette il proprio posto sulla scialuppa di salvataggio a due fratellini, alla loro mamma e al loro papà pur non sapendo nuotare e quindi consapevole che quel gesto gli sarebbe costato la vita" ricorda il Comune di Alberobello che per il suo concittadino chiede la Medaglia al valore civile.
"In questi anni il Comune di Alberobello ha richiesto più volte, ma invano, che a Giuseppe fosse conferita la Medaglia al valor civile. Un gesto simbolico e doveroso nei confronti di un eroe generoso che ha sacrificato se stesso per salvare il prossimo. Ci auguriamo che la nostra richiesta, che è quella di una intera Comunità, possa trovare accoglimento affinché Giuseppe Girolamo riceva finalmente il giusto merito per il proprio esemplare comportamento, modello di vita per ciascuno di noi. Dieci anni dopo, con orgoglio e con identica commozione, Alberobello piange il suo eroe, orgogliosa di annoverarlo tra i suoi cittadini più illustri, straordinario emblema di altruismo e generosità".