Vita di Città
De Benedittis: «Macchina comunale non funziona». Poi le scuse ai dipendenti
Equivoco in diretta, il sindaco fa ammenda
Corato - venerdì 27 novembre 2020
21.29
Sarà stata forse la concitazione del momento, forse la tensione nel dover affrontare da primo cittadino uno dei momenti più critici che la città sta affrontando. Tutti aspetti che esprimono l'umanità di Corrado De Benedittis, così come la sua capacità di chiedere scusa.
Le comunicazioni in diretta dello scorso 25 novembre hanno creato dei malumori tra i dipendenti del comune di Corato. Ad un certo punto, nell'ambito di un discorso che era sembrato disteso, il sindaco ha parlato ai concittadini scusandosi del fatto di essere poco presente in città poiché sempre impegnato a Palazzo di Città a programmare le azioni da mettere in atto.
Quel tono disteso che sino ad allora aveva caratterizzato il soliloquio man mano è diventato più acuto. Il sindaco ha puntato il dito contro «Una macchina comunale vecchia, obsoleta, ingolfata che non funziona, che non risponde alla catena di comando» e ha concluso il passaggio affermando: «Non mi farò risucchiare dalle logiche di palazzo», promettendo ai cittadini di tornare per le vie della città.
Parole che hanno turbato la sensibilità dei dipendenti comunali, al punto da stimolare il sindaco a inviare loro una lettera di scuse e chiarimento.
«L'affermazione che la struttura amministrativa è obsoleta e ingolfata fa sintesi di ciò che la maggior parte di voi mi ha più volte rappresentato, ovvero, che si è in pochi, in affanno, che ci sono evidenti carenze strutturali che incidono sia sul benessere e serenità di chi lavora, sia sulla modalità operativa dei procedimenti e quindi anche sull'efficienza della cosiddetta catena del comando» ha voluto chiarire il primo cittadino.
«Nessuna affermazione di giudizio ho inteso fare su ognuno di voi, che, invece, in più occasioni pubbliche, ho sempre ringraziato per l'abnegazione e professionalità e lo ribadisco anche adesso» ha precisato.
E si è scusato dell'equivoco. «Se la comunicazione su richiamata ha, comunque, causato fraintendimenti, sono evidentemente stato infelice nell'espressione verbale e di questo me ne rammarico. Vi chiedo, pertanto, scusa per l'eventuale amarezza che le mie parole possono aver provocato. Vi confermo, intanto, la mia stima e vicinanza» ha concluso.
Le comunicazioni in diretta dello scorso 25 novembre hanno creato dei malumori tra i dipendenti del comune di Corato. Ad un certo punto, nell'ambito di un discorso che era sembrato disteso, il sindaco ha parlato ai concittadini scusandosi del fatto di essere poco presente in città poiché sempre impegnato a Palazzo di Città a programmare le azioni da mettere in atto.
Quel tono disteso che sino ad allora aveva caratterizzato il soliloquio man mano è diventato più acuto. Il sindaco ha puntato il dito contro «Una macchina comunale vecchia, obsoleta, ingolfata che non funziona, che non risponde alla catena di comando» e ha concluso il passaggio affermando: «Non mi farò risucchiare dalle logiche di palazzo», promettendo ai cittadini di tornare per le vie della città.
Parole che hanno turbato la sensibilità dei dipendenti comunali, al punto da stimolare il sindaco a inviare loro una lettera di scuse e chiarimento.
«L'affermazione che la struttura amministrativa è obsoleta e ingolfata fa sintesi di ciò che la maggior parte di voi mi ha più volte rappresentato, ovvero, che si è in pochi, in affanno, che ci sono evidenti carenze strutturali che incidono sia sul benessere e serenità di chi lavora, sia sulla modalità operativa dei procedimenti e quindi anche sull'efficienza della cosiddetta catena del comando» ha voluto chiarire il primo cittadino.
«Nessuna affermazione di giudizio ho inteso fare su ognuno di voi, che, invece, in più occasioni pubbliche, ho sempre ringraziato per l'abnegazione e professionalità e lo ribadisco anche adesso» ha precisato.
E si è scusato dell'equivoco. «Se la comunicazione su richiamata ha, comunque, causato fraintendimenti, sono evidentemente stato infelice nell'espressione verbale e di questo me ne rammarico. Vi chiedo, pertanto, scusa per l'eventuale amarezza che le mie parole possono aver provocato. Vi confermo, intanto, la mia stima e vicinanza» ha concluso.