Politica
Crisi amministrativa, lunedì nuovo round in consiglio comunale
L'assemblea si riunirà in seconda convocazione e alcuni nodi saranno sciolti inevitabilmente
Corato - domenica 11 agosto 2019
La decisione di ritirare le dimissioni presentate lo scorso 22 luglio entro il termine ultimo di venti giorni previsto dalla legge ha consentito a Pasquale D'Introno di restare sindaco di Corato. La crisi amministrativa, innescata dalle tribolazioni interne alla maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni amministrative, ha portato al forte gesto compiuto dal primo cittadino, chiamato al difficile compito di trovare la quadratura del cerchio. Torna utile perciò riavvolgere il nastro e fare una sintesi di quanto accaduto attraverso gli atti ufficiali e al netto delle diverse, rispettabilissime, posizioni delle parti in causa (e delle forze di minoranza).
D'Introno ha goduto del sostegno di tre liste, in ragione dell'esclusione dei contrassegni (e dei relativi candidati) di Forza Italia e Lega dalla competizione a causa di alcuni vizi di forma. Se l'attribuzione dei seggi alla coalizione vincitrice nella massima assise cittadina ha tenuto conto dell'esclusiva presenza di Direzione Italia, Fratelli d'Italia e Idea, la ripartizione dei sette assessorati tra le forze politiche è divenuta un'autentica palude per il sindaco.
Rassegnate le dimissioni poco prima della riunione di apertura del consiglio comunale, D'Introno ha dovuto prendere atto della mancata elezione, a più riprese, del presidente dell'assemblea, circostanza che ha bloccato, di fatto, gran parte dell'attività amministrativa. Gli appelli al senso di responsabilità rivolti alle segreterie dei partiti non hanno sortito particolari effetti come anche la presentazione, venerdì 26 luglio, di una giunta con cinque assessori, tre dei quali tecnici. L'esclusione dall'esecutivo comunale di Direzione Italia (maggioranza relativa... all'interno della maggioranza) è sembrata allargare ulteriormente le distanze tra i principali interlocutori della crisi.
Il presidente del consiglio non è stato eletto né lunedì 29 luglio né mercoledì 31: Diaferia, candidato della parte della maggioranza più vicina a D'Introno, è rimasto lontano dal quorum necessario. Niente da fare anche giovedì 8 agosto, quando è mancato il numero legale a causa del forfait di quasi tutta la formazione consiliare di Direzione Italia (presente solo il capogruppo Tatò). Degna di nota l'adesione di Cosimo Zitoli, eletto in Fratelli d'Italia, a Forza Italia che ha così guadagnato rappresentatività in consiglio.
Il parere tecnico fornito dal ministero degli interni riguardo la possibilità di procedere coi lavori e la discussione di altri temi (compresi quelli relativi al bilancio) pur senza eleggere il presidente ma sotto la guida del consigliere anziano induce a ritenere che sia indispensabile trovare un accordo entro lunedì 12, quando l'assemblea tornerà a riunirsi in seconda convocazione, senza aver bisogno del numero legale, per consentire la prosecuzione dell'ordine del giorno. A quel punto, si comprenderà se tra il sindaco e Direzione Italia sarà guerra aperta o, al contrario, se non proprio la pace, quantomeno siglato un armistizio. Qualche nodo, inevitabilmente, sarà sciolto.
D'Introno ha goduto del sostegno di tre liste, in ragione dell'esclusione dei contrassegni (e dei relativi candidati) di Forza Italia e Lega dalla competizione a causa di alcuni vizi di forma. Se l'attribuzione dei seggi alla coalizione vincitrice nella massima assise cittadina ha tenuto conto dell'esclusiva presenza di Direzione Italia, Fratelli d'Italia e Idea, la ripartizione dei sette assessorati tra le forze politiche è divenuta un'autentica palude per il sindaco.
Rassegnate le dimissioni poco prima della riunione di apertura del consiglio comunale, D'Introno ha dovuto prendere atto della mancata elezione, a più riprese, del presidente dell'assemblea, circostanza che ha bloccato, di fatto, gran parte dell'attività amministrativa. Gli appelli al senso di responsabilità rivolti alle segreterie dei partiti non hanno sortito particolari effetti come anche la presentazione, venerdì 26 luglio, di una giunta con cinque assessori, tre dei quali tecnici. L'esclusione dall'esecutivo comunale di Direzione Italia (maggioranza relativa... all'interno della maggioranza) è sembrata allargare ulteriormente le distanze tra i principali interlocutori della crisi.
Il presidente del consiglio non è stato eletto né lunedì 29 luglio né mercoledì 31: Diaferia, candidato della parte della maggioranza più vicina a D'Introno, è rimasto lontano dal quorum necessario. Niente da fare anche giovedì 8 agosto, quando è mancato il numero legale a causa del forfait di quasi tutta la formazione consiliare di Direzione Italia (presente solo il capogruppo Tatò). Degna di nota l'adesione di Cosimo Zitoli, eletto in Fratelli d'Italia, a Forza Italia che ha così guadagnato rappresentatività in consiglio.
Il parere tecnico fornito dal ministero degli interni riguardo la possibilità di procedere coi lavori e la discussione di altri temi (compresi quelli relativi al bilancio) pur senza eleggere il presidente ma sotto la guida del consigliere anziano induce a ritenere che sia indispensabile trovare un accordo entro lunedì 12, quando l'assemblea tornerà a riunirsi in seconda convocazione, senza aver bisogno del numero legale, per consentire la prosecuzione dell'ordine del giorno. A quel punto, si comprenderà se tra il sindaco e Direzione Italia sarà guerra aperta o, al contrario, se non proprio la pace, quantomeno siglato un armistizio. Qualche nodo, inevitabilmente, sarà sciolto.