Politica
Crisi amministrativa, Loizzo: «Dimissioni dei consiglieri sono un atto politico di coraggio»
Il consigliere di opposizione già candidato sindaco si esprime sulle dimissioni di massa
Corato - mercoledì 4 settembre 2019
12.04
Una dichiarazione energica, quella del consigliere di opposizione Paolo Loizzo, che contiene al suo interno due importanti posizioni.
La prima non perde di vista le dichiarazioni dei consiglieri di Nuova Umanità Vito Bovino e Michele Lotito i quali, con una nota stampa, hanno evidenziato la loro disponibilità a votare una mozione di sfiducia al sindaco ma non ad essere tra i firmatari delle dimissioni di massa che porterebbero alla fine anticipata dell'esperienza amministrativa di Pasquale D'Introno.
Una posizione definita da Loizzo una "Boutade che è solo un colpo di teatro».
Loizzo motiva questo giudizio spiegando che: «Pur di indiscutibile valore intrinseco e democratico, la mozione di sfiducia appare un'iniziativa tardiva ed inutile. La mozione non potrà mai essere discussa in consiglio perché ci si è bloccati al primo punto del ripetitivo "ordine del giorno" ossia l'elezione del Presidente del Consiglio. Dunque non si potrà procedere salvo assurde alchimie».
L'ex candidato sindaco di Ape, Italia in Comune e Sinistra Democratica si esprime poi sul valore politico delle dimissioni di massa, interpretando il volersi defilare dei due colleghi da tale ipotesi (pur senza mai citarli) come «assenza del coraggio di inviare al domicilio una compagine amministrativa al più completo sbando, condizione gravissima per la nostra città».
«È assente la capacità decisionale di chi vuol essere oggi, come dire, una locale guida politica. Ci si presenta, si alza la voce, ci si sbraccia mentre un vero leader deve essere in grado di assumere la responsabilità, su se stesso, di decisioni anche antidemocratiche ma efficaci e decisive, per il paese. Non si può continuare a tergiversare» ammonisce Loizzo.
E lascia intravedere la sua disponibilità ad essere tra i firmatari di una eventuale azione di dimissioni di massa (occorrono 13 consiglieri dimissionari per mettere fine all'amministrazione comunale): «La possibilità politica di mandare subito a casa una piccola, politicamente parlando, amministrazione di centrodestra è possibile e deve essere nelle corde delle forze di centrosinistra. Pertanto, ritengo che la deposizione delle firme di dimissioni dei consiglieri comunali sia un atto politico coraggioso, energico che non svilisce la democrazia ma semmai accelera un processo irreversibile, innescatosi nel centrodestra, di implosione».
La prima non perde di vista le dichiarazioni dei consiglieri di Nuova Umanità Vito Bovino e Michele Lotito i quali, con una nota stampa, hanno evidenziato la loro disponibilità a votare una mozione di sfiducia al sindaco ma non ad essere tra i firmatari delle dimissioni di massa che porterebbero alla fine anticipata dell'esperienza amministrativa di Pasquale D'Introno.
Una posizione definita da Loizzo una "Boutade che è solo un colpo di teatro».
Loizzo motiva questo giudizio spiegando che: «Pur di indiscutibile valore intrinseco e democratico, la mozione di sfiducia appare un'iniziativa tardiva ed inutile. La mozione non potrà mai essere discussa in consiglio perché ci si è bloccati al primo punto del ripetitivo "ordine del giorno" ossia l'elezione del Presidente del Consiglio. Dunque non si potrà procedere salvo assurde alchimie».
L'ex candidato sindaco di Ape, Italia in Comune e Sinistra Democratica si esprime poi sul valore politico delle dimissioni di massa, interpretando il volersi defilare dei due colleghi da tale ipotesi (pur senza mai citarli) come «assenza del coraggio di inviare al domicilio una compagine amministrativa al più completo sbando, condizione gravissima per la nostra città».
«È assente la capacità decisionale di chi vuol essere oggi, come dire, una locale guida politica. Ci si presenta, si alza la voce, ci si sbraccia mentre un vero leader deve essere in grado di assumere la responsabilità, su se stesso, di decisioni anche antidemocratiche ma efficaci e decisive, per il paese. Non si può continuare a tergiversare» ammonisce Loizzo.
E lascia intravedere la sua disponibilità ad essere tra i firmatari di una eventuale azione di dimissioni di massa (occorrono 13 consiglieri dimissionari per mettere fine all'amministrazione comunale): «La possibilità politica di mandare subito a casa una piccola, politicamente parlando, amministrazione di centrodestra è possibile e deve essere nelle corde delle forze di centrosinistra. Pertanto, ritengo che la deposizione delle firme di dimissioni dei consiglieri comunali sia un atto politico coraggioso, energico che non svilisce la democrazia ma semmai accelera un processo irreversibile, innescatosi nel centrodestra, di implosione».