Politica
Crisi amministrativa: «Il sindaco denunci pubblicamente ricatti opachi»
L'affondo di PD, Io e Renato e Un cantiere in comune
Corato - martedì 5 dicembre 2017
18.46
Mancavano dalle cronache politiche le reazioni ufficiali dei partiti di opposizione alla crisi amministrativa e al volo degli stracci nel centrodestra, indecoroso spettacolo al quale si è assistito nell'ultima seduta di consiglio comunale.
A freddo, alcuni partiti di opposizione, si sono fatti sentire diffondendo una nota che di seguito pubblichiamo. La nota è a firma di Partito Democratico, Un cantiere in Comune, Io e Renato.
«Finalmente emergono le grosse ed ineguagliabili crepe del blocco monolitico del centro-destra che hanno condizionato l'inattività politica ed amministrativa della nostra città.
Il risultato? Un assessorato strategico, quello ai lavori pubblici, privo di una guida e senza prospettiva.
Un sindaco che in consiglio comunale minaccia la sua (ex?) maggioranza con le seguenti parole "Quando fui proclamato sindaco, giurai sulla Costituzione, sulla legge. Questa è stata la mia stella polare. Quando qualcuno mi ha tirato per la giacchetta per farmi andare contro questi principi, mi sono sottratto e forse anche questo è alla base della crisi attuale. La sola vittima di questa crisi è la cittadinanza (...) A me è stato chiesto di dividere e io invece voglio andare avanti unendo. La mia amministrazione ora è un malato in terapia intensiva, a breve sarà ripresa o decesso. Nel secondo caso andremo ad analizzare e denunciare le responsabilità dell'accaduto".
Una minaccia ai dissidenti?
Al Sindaco si chiede onestà e coraggio! Se vittima di ricatti opachi, che li denunci in pubblica piazza!
È indecoroso assistere ad uno spettacolo in cui vanno in scena compromessi a ribasso e giochi di poltrone. È inutile continuare a tacere le proprie intenzioni: si metta la città al corrente delle reali motivazioni delle plurime fratture all'interno della maggioranza. Non possiamo auspicarci di finire in sala di rianimazione ad assistere ad un vano e disperato tentativo di salvataggio del paziente.
Si abbia il coraggio e l'etica di dichiarare il fallimento della propria azione politica e amministrativa.
La città non merita la stasi, l'inoperosità, il malgoverno!»
A freddo, alcuni partiti di opposizione, si sono fatti sentire diffondendo una nota che di seguito pubblichiamo. La nota è a firma di Partito Democratico, Un cantiere in Comune, Io e Renato.
«Finalmente emergono le grosse ed ineguagliabili crepe del blocco monolitico del centro-destra che hanno condizionato l'inattività politica ed amministrativa della nostra città.
Il risultato? Un assessorato strategico, quello ai lavori pubblici, privo di una guida e senza prospettiva.
Un sindaco che in consiglio comunale minaccia la sua (ex?) maggioranza con le seguenti parole "Quando fui proclamato sindaco, giurai sulla Costituzione, sulla legge. Questa è stata la mia stella polare. Quando qualcuno mi ha tirato per la giacchetta per farmi andare contro questi principi, mi sono sottratto e forse anche questo è alla base della crisi attuale. La sola vittima di questa crisi è la cittadinanza (...) A me è stato chiesto di dividere e io invece voglio andare avanti unendo. La mia amministrazione ora è un malato in terapia intensiva, a breve sarà ripresa o decesso. Nel secondo caso andremo ad analizzare e denunciare le responsabilità dell'accaduto".
Una minaccia ai dissidenti?
Al Sindaco si chiede onestà e coraggio! Se vittima di ricatti opachi, che li denunci in pubblica piazza!
È indecoroso assistere ad uno spettacolo in cui vanno in scena compromessi a ribasso e giochi di poltrone. È inutile continuare a tacere le proprie intenzioni: si metta la città al corrente delle reali motivazioni delle plurime fratture all'interno della maggioranza. Non possiamo auspicarci di finire in sala di rianimazione ad assistere ad un vano e disperato tentativo di salvataggio del paziente.
Si abbia il coraggio e l'etica di dichiarare il fallimento della propria azione politica e amministrativa.
La città non merita la stasi, l'inoperosità, il malgoverno!»