Arti e Professioni
Covid, i commercialisti: «Urgente risolvere il nodo della malattia dei professionisti»
La nota del presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani
Corato - sabato 28 novembre 2020
Comunicato Stampa
«Una vicenda che sta assumendo sempre più i contorni del grottesco ed è arrivato il momento che tutti i parlamentari pugliesi facciano sentire la propria voce a sostegno di una categoria fondamentale per famiglie e imprese e per il buon funzionamento della stessa macchina dello Stato: i Commercialisti».
A scrivere è il presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani, di concerto con i colleghi degli altri ordini pugliesi. Ad essere stigmatizzato è il recente intervento della Divisione Contribuenti dell'Agenzia delle Entrate che, con riferimento al caso della quarantena di un lavoratore autonomo che svolga l'attività di intermediario fiscale, non ha ritenuto possibile sospendere o differire i termini degli adempimenti tributari in assenza di una specifica norma che lo preveda espressamente.
«In altre parole – sottolinea Soldani – nel bel mezzo di una pandemia mondiale i commercialisti sono chiamati a lavorare e rispettare i tempi delle scadenze fiscali e tributarie anche nel caso in cui contraggano la malattia, siano in quarantena obbligatoria o fiduciaria, rischiando di trascinare i propri studi professionali ed i propri clienti in contenziosi infiniti con il fisco che avrebbe il potere di valutare caso per caso, creando inevitabili disparità di trattamento tra i diversi territori dello Stato».
Eppure, già da qualche tempo il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, aveva posto il problema indicando anche la possibile soluzione: «Il Consiglio nazionale ha chiesto lo scorso 12 novembre alla collega senatrice Donatella Conzatti e al senatore Eugenio Comincini di promuovere un emendamento al D.L. Ristori, attualmente in discussione presso le Commissioni riunite Finanze e Bilancio del Senato, che prevede la sospensione per 30 giorni dei termini per gli adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali, nonché per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili, penali, amministrativi, contabili e tributari, che scadono nei trenta giorni successivi all'inizio di una malattia conclamata da Covid-19 o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligatorio, naturalmente sia per quanto riguardante il professionista sia per quanto di interesse dei suoi clienti».
Una situazione provvisoria, certo, ma che consentirebbe di evitare un numero elevatissimo di contenziosi, visto il dilagare della diffusione del contagio che sta mettendo in grandissima difficoltà molti studi anche nel nostro territorio. Il tutto in attesa di una riforma strutturale che possa disciplinare compiutamente i differimenti automatici dei termini di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, senza per questo creare danni alla propria clientela.
«Nel frattempo, però – conclude Antonello Soldani – sarebbe fondamentale che tutti i parlamentari pugliesi, di qualunque schieramento, prendano coscienza di questo problema e sottoscrivano l'emendamento Conzatti-Comincini previsto nel Disegno di Legge Ristori. Prima che sia troppo tardi».
A scrivere è il presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani, di concerto con i colleghi degli altri ordini pugliesi. Ad essere stigmatizzato è il recente intervento della Divisione Contribuenti dell'Agenzia delle Entrate che, con riferimento al caso della quarantena di un lavoratore autonomo che svolga l'attività di intermediario fiscale, non ha ritenuto possibile sospendere o differire i termini degli adempimenti tributari in assenza di una specifica norma che lo preveda espressamente.
«In altre parole – sottolinea Soldani – nel bel mezzo di una pandemia mondiale i commercialisti sono chiamati a lavorare e rispettare i tempi delle scadenze fiscali e tributarie anche nel caso in cui contraggano la malattia, siano in quarantena obbligatoria o fiduciaria, rischiando di trascinare i propri studi professionali ed i propri clienti in contenziosi infiniti con il fisco che avrebbe il potere di valutare caso per caso, creando inevitabili disparità di trattamento tra i diversi territori dello Stato».
Eppure, già da qualche tempo il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, aveva posto il problema indicando anche la possibile soluzione: «Il Consiglio nazionale ha chiesto lo scorso 12 novembre alla collega senatrice Donatella Conzatti e al senatore Eugenio Comincini di promuovere un emendamento al D.L. Ristori, attualmente in discussione presso le Commissioni riunite Finanze e Bilancio del Senato, che prevede la sospensione per 30 giorni dei termini per gli adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali, nonché per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili, penali, amministrativi, contabili e tributari, che scadono nei trenta giorni successivi all'inizio di una malattia conclamata da Covid-19 o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligatorio, naturalmente sia per quanto riguardante il professionista sia per quanto di interesse dei suoi clienti».
Una situazione provvisoria, certo, ma che consentirebbe di evitare un numero elevatissimo di contenziosi, visto il dilagare della diffusione del contagio che sta mettendo in grandissima difficoltà molti studi anche nel nostro territorio. Il tutto in attesa di una riforma strutturale che possa disciplinare compiutamente i differimenti automatici dei termini di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, senza per questo creare danni alla propria clientela.
«Nel frattempo, però – conclude Antonello Soldani – sarebbe fondamentale che tutti i parlamentari pugliesi, di qualunque schieramento, prendano coscienza di questo problema e sottoscrivano l'emendamento Conzatti-Comincini previsto nel Disegno di Legge Ristori. Prima che sia troppo tardi».