Cronaca
Corruzione tra i giudici, Savasta chiede di lasciare la magistratura
Nel registro degli indagati spunta il nome del magistrato Luigi Scimè
Corato - venerdì 8 marzo 2019
13.43
Ha presentato domanda di dimissioni l'ex pm del Tribunale di Trani, Antonio Savasta, arrestato per corruzione il 14 gennaio scorso dalla magistratura salentina assieme al collega ex gip tranese Michele Nardi. I due prestavano servizio al Tribunale di Roma al momento dell'arresto. La richiesta ora sarà posta al vaglio del Csm.
Con loro era stato condotto in carcere anche l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, in servizio al commissariato di Corato (Bari). L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso commessi tra il 2014 e il 2018. Fin da subito, Savasta ha collaborato con la Procura di Lecce rivelando importanti dettagli e tirando in ballo nomi e fatti nuovi confluiti nel fascicolo d'inchiesta a suo carico.
Le accuse nei confronti di Savasta e Nardi furono mosse dall'imprenditore Flavio D'Introno che, a seguito della sentenza definitiva di condanna nel procedimento nel quale era coinvolto, aveva deciso di raccontare ai giudici tutto quello che gli era capitato su consiglio dello stesso Savasta, senza però fare riferimento alla sua persona.
Intanto, nel registro degli indagati, spunta il nome di un altro magistrato tranese, Luigi Scimé, in servizio a Salerno, tuttavia la sua posizione al momento sarebbe marginale e non ci sarebbero grossi indizi di colpevolezza a suo carico. La notizia è stata diffusa dalle agenzie di stampa.
Con loro era stato condotto in carcere anche l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, in servizio al commissariato di Corato (Bari). L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso commessi tra il 2014 e il 2018. Fin da subito, Savasta ha collaborato con la Procura di Lecce rivelando importanti dettagli e tirando in ballo nomi e fatti nuovi confluiti nel fascicolo d'inchiesta a suo carico.
Le accuse nei confronti di Savasta e Nardi furono mosse dall'imprenditore Flavio D'Introno che, a seguito della sentenza definitiva di condanna nel procedimento nel quale era coinvolto, aveva deciso di raccontare ai giudici tutto quello che gli era capitato su consiglio dello stesso Savasta, senza però fare riferimento alla sua persona.
Intanto, nel registro degli indagati, spunta il nome di un altro magistrato tranese, Luigi Scimé, in servizio a Salerno, tuttavia la sua posizione al momento sarebbe marginale e non ci sarebbero grossi indizi di colpevolezza a suo carico. La notizia è stata diffusa dalle agenzie di stampa.