Editoriale
Coronavirus, inaccettabile il silenzio dell'amministrazione comunale
Abbiamo bisogno di informazioni ufficiali, abbiamo bisogno di sapere
Corato - martedì 24 marzo 2020
17.34
Quanti sono i casi di positività al coronavirus accertati nella città di Corato? Uno? Due? O forse tre?
A questa domanda non possiamo rispondervi. Non possiamo farlo perché in questo particolare momento non riteniamo possibile fornire informazioni che non provengano da fonti ufficiali.
Non è questo il momento di affidarsi a indiscrezioni, a notizie trapelate nei corridoi, fornite dall'amico infermiere o dall'autista di qualche ambulanza. Seppur vedessimo con i nostri occhi i risultati dei tamponi aspetteremmo che siano gli organi istituzionali a darci notizie certe, verificate, ufficiali. Perché abbiamo il diritto di sapere con certezza, in via ufficiale, quel che accade nella nostra città; abbiamo il diritto di sapere quale sia il grado di diffusione dell'epidemia anche nel nostro comune.
Nei paesi a noi vicini i sindaci informano quotidianamente e anche più volte nella stessa giornata i concittadini, fornendo dei report, dei dati, delle rassicurazioni o dei rimproveri. Tutto ciò a Corato non accade. Il silenzio dell'amministrazione comunale, composta da funzionari dello Stato Italiano, è inaccettabile.
Sono passate oltre 12 ore dalla diffusione della notizia a mezzo stampa di un presunto ulteriore caso di contagio da coronavirus nella nostra città. Una notizia trapelata da fonti non ufficiali, giunta anche alla nostra attenzione, ma che l'amministrazione comunale non ha inteso né confermare né smentire, nonostante le richieste ufficiali partite dal sottoscritto all'indirizzo del commissario straordinario. Ad una richiesta urgente di chiarimenti non è seguita alcuna risposta, in spregio all'interlocutore (che certamente formulava la richiesta non per soddisfare una curiosità personale bensì per adempiere ad un dovere, quello di informare) e in spregio alla comunità cittadina che, priva di informazioni ufficiali brancola in balia delle dicerie, delle voci di popolo, delle mezze verità, delle indiscrezioni di corridoio, in preda ad un senso di smarrimento che in questo momento rappresenta una ulteriore minaccia alla già provata serenità quotidiana.
Né tanto meno abbiamo ricevuto risposta ad una ulteriore richiesta di chiarimento, che riguarda la condizione del nostro ospedale cittadino.
Preoccupati da una dichiarazione contenuta nella nota inviata al presidente Emiliano lo scorso 22 marzo dal segretario generale della FIALS, Federazione Italiana Autonomie Locali Sanità, Massimo Mincuzzi, nella quale si legge testualmente "Ogni giorno si rilevano casi di contagio in molti ospedali pugliesi come quelli di Altamura, Putignano, Corato, Castellaneta, Copertino, Gallipoli, Galatina, Brindisi, Manfredonia, il "Miulli" di Acquaviva e il "Di Venere" di Carbonara", abbiamo richiesto, sempre tramite posta elettronica certificata, che il Comune fornisse un chiarimento a tale affermazione o semplicemente smentisse presunti casi di contagio tra il personale dell'ospedale di Corato. Ad oggi attendiamo risposta, pur avendo appreso in via informale, che anche tra gli operatori dell'Umberto I c'è gente in quarantena.
Cosa accade nel nostro ospedale? Quanti sono i casi di persone contagiate dal covid 19 a Corato? Il dato comunale non viene diffuso nel bollettino regionale che quotidianamente pubblichiamo. I dati vengono forniti, come spiegato di recente in una conferenza stampa dal Governatore Emiliano, esclusivamente ai Prefetti che a loro volta lo comunicano ai sindaci o ai commissari straordinari. Perché il Comune di Corato non comunica? È inimmaginabile che sia in atto una azione coordinata del centro operativo comunale senza che vi sia conoscenza di tali dati.
Non chiediamo di conoscere quanti controlli siano stati effettuati quotidianamente dalle forze dell'ordine (benché tutti i comuni a noi limitrofi e non solo li comunichino quotidianamente). Chiediamo soltanto che ci si assuma la responsabilità di comunicare ai cittadini l'entità dell'emergenza nel nostro comune.
Ora che gli interrogativi sono pubblici, auspichiamo delle risposte.
A questa domanda non possiamo rispondervi. Non possiamo farlo perché in questo particolare momento non riteniamo possibile fornire informazioni che non provengano da fonti ufficiali.
Non è questo il momento di affidarsi a indiscrezioni, a notizie trapelate nei corridoi, fornite dall'amico infermiere o dall'autista di qualche ambulanza. Seppur vedessimo con i nostri occhi i risultati dei tamponi aspetteremmo che siano gli organi istituzionali a darci notizie certe, verificate, ufficiali. Perché abbiamo il diritto di sapere con certezza, in via ufficiale, quel che accade nella nostra città; abbiamo il diritto di sapere quale sia il grado di diffusione dell'epidemia anche nel nostro comune.
Nei paesi a noi vicini i sindaci informano quotidianamente e anche più volte nella stessa giornata i concittadini, fornendo dei report, dei dati, delle rassicurazioni o dei rimproveri. Tutto ciò a Corato non accade. Il silenzio dell'amministrazione comunale, composta da funzionari dello Stato Italiano, è inaccettabile.
Sono passate oltre 12 ore dalla diffusione della notizia a mezzo stampa di un presunto ulteriore caso di contagio da coronavirus nella nostra città. Una notizia trapelata da fonti non ufficiali, giunta anche alla nostra attenzione, ma che l'amministrazione comunale non ha inteso né confermare né smentire, nonostante le richieste ufficiali partite dal sottoscritto all'indirizzo del commissario straordinario. Ad una richiesta urgente di chiarimenti non è seguita alcuna risposta, in spregio all'interlocutore (che certamente formulava la richiesta non per soddisfare una curiosità personale bensì per adempiere ad un dovere, quello di informare) e in spregio alla comunità cittadina che, priva di informazioni ufficiali brancola in balia delle dicerie, delle voci di popolo, delle mezze verità, delle indiscrezioni di corridoio, in preda ad un senso di smarrimento che in questo momento rappresenta una ulteriore minaccia alla già provata serenità quotidiana.
Né tanto meno abbiamo ricevuto risposta ad una ulteriore richiesta di chiarimento, che riguarda la condizione del nostro ospedale cittadino.
Preoccupati da una dichiarazione contenuta nella nota inviata al presidente Emiliano lo scorso 22 marzo dal segretario generale della FIALS, Federazione Italiana Autonomie Locali Sanità, Massimo Mincuzzi, nella quale si legge testualmente "Ogni giorno si rilevano casi di contagio in molti ospedali pugliesi come quelli di Altamura, Putignano, Corato, Castellaneta, Copertino, Gallipoli, Galatina, Brindisi, Manfredonia, il "Miulli" di Acquaviva e il "Di Venere" di Carbonara", abbiamo richiesto, sempre tramite posta elettronica certificata, che il Comune fornisse un chiarimento a tale affermazione o semplicemente smentisse presunti casi di contagio tra il personale dell'ospedale di Corato. Ad oggi attendiamo risposta, pur avendo appreso in via informale, che anche tra gli operatori dell'Umberto I c'è gente in quarantena.
Cosa accade nel nostro ospedale? Quanti sono i casi di persone contagiate dal covid 19 a Corato? Il dato comunale non viene diffuso nel bollettino regionale che quotidianamente pubblichiamo. I dati vengono forniti, come spiegato di recente in una conferenza stampa dal Governatore Emiliano, esclusivamente ai Prefetti che a loro volta lo comunicano ai sindaci o ai commissari straordinari. Perché il Comune di Corato non comunica? È inimmaginabile che sia in atto una azione coordinata del centro operativo comunale senza che vi sia conoscenza di tali dati.
Non chiediamo di conoscere quanti controlli siano stati effettuati quotidianamente dalle forze dell'ordine (benché tutti i comuni a noi limitrofi e non solo li comunichino quotidianamente). Chiediamo soltanto che ci si assuma la responsabilità di comunicare ai cittadini l'entità dell'emergenza nel nostro comune.
Ora che gli interrogativi sono pubblici, auspichiamo delle risposte.