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Corato nel pantano, amministrazione senza via d'uscita

Scontro anche nell'opposizione sulla proposta tendere una mano a D'Introno

Le tenebre si fanno sempre più fitte. L'amministrazione di Pasquale D'Introno ancora non riesce a trovare uno spiraglio di luce ed è bloccata sull'elezione del presidente del consiglio comunale da ormai quattro sedute.

Il consiglio comunale di questa mattina, del quale abbiamo dato ampio riscontro attraverso la nostra diretta testuale, è il segno di una lacerazione profonda, praticamente insanabile tra i partiti del centrodestra. Ormai la coalizione è a brandelli con Fratelli d'Italia che perde pezzi ma incassa un assessorato e IDEA, unico gruppo consiliare rimasto sinora muto in consiglio, per il quale è gratificante l'essersi assicurato un posto in giunta.

Direzione Italia non fa passi indietro e continua a votare scheda bianca e a non proporre alcun nome per la presidenza del consiglio. Fratelli d'Italia e IDEA continuano a scrivere il nome di Gabriele Diaferia e l'opposizione segue la scia delle scorse sedute, in attesa che il centrodestra lanci una proposta. Il risultato è l'ennesimo nulla di fatto. Senza il presidente del consiglio comunale i lavori non possono proseguire. Il tempo, così come le scadenze, però scorre inesorabile e non fa sconti: il risultato dell'impasse di questa mattina è la mancata approvazione delle tariffe TARI. Un danno per la città. Quanto ai punti sul bilancio, sarà la prefettura a diffidare il consiglio affinché li approvi entro 20 giorni dal sollecito.

D'Introno non ha i numeri per amministrare. Un dato inequivocabile ma di cui sembrerebbe che il primo cittadino non abbia ancora preso consapevolezza, rimanendo "fiducioso" che la situazione possa sbloccarsi. Tutto però rimane tale e quale, senza che nessuno faccia passi in avanti o indietro. E, a quanto ci è dato di sapere, senza che vi siano interlocuzioni tra i gruppi in contrasto.

La verità è che Direzione Italia non vuole eleggere un presidente del consiglio comunale: nessun nome è stato proposto. Del resto, come faceva notare il consigliere Vincenzo Labianca, non è sui nomi che si gioca la partita quanto sull'intenzione di proseguire l'esperienza amministrativa mai cominciata. E, se Direzione Italia non ha intenzione di tendere la mano a Pasquale D'Introno, non è pensabile che lo facciano le forze di opposizione nonostante qualcuno (forse strategicamente) abbia suggerito la formazione di un governo di scopo su punti condivisi. Una ipotesi che ha fatto letteralmente infuriare Corrado De Benedittis il quale chiede il voto immediato. Insomma, l'opposizione (tranne De Benedittis) non vuole apparire inerte rispetto al naufragio della mai nata amministrazione D'Introno, ma fa in modo che sia il fuoco amico a dare il colpo di grazia al sindaco e alla sua giunta. Una giunta messa in discussione da Nico Longo (M5S) che ne ha proposto l'azzeramento facendo sbiancare alcuni assessori freschi di nomina.

Non può passare inosservato l'intervento del consigliere Emanuele Lenoci il quale ha detto: «Se le motivazioni delle dimissioni del sindaco sono una ingerenza nei poteri del sindaco cui la legge affida la possibilità di nominare la giunta, se ci sono estremi per fare una denuncia penale, il sindaco deve venire allo scoperto e dica la verità». Una verità richiesta anche da Vito Bovino e colleghi. Il sindaco si è limitato ad ascrivere i motivi della crisi a questioni interne non meglio precisate. Vuole che i panni sporchi si lavino in casa ma, a quanto pare, non c'è alcuna volontà da parte dei contendenti (sindaco e Direzione Italia) di tornare sui propri passi.

La sala consiliare è diventata teatro di una guerra interna di logoramento. Un'arena che offre uno spettacolo ai tanti cittadini che vi prendono parte (gratis e senza biglietto) non certamente all'altezza dell'importanza dell'istituzione.

Ben venga la convocazione di un nuovo consiglio comunale ma solo e soltanto se ci sono dei presupposti di miglioramento. Le strategie hanno francamente stancato.
  • Crisi amministrativa D'Introno
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