Politica
Consiglio comunale, bilancio consolidato approvato senza i voti del Pd
De Benedittis: «I dem dicano da che parte stanno. Non possiamo restare appesi in un'eterna attesa»
Corato - sabato 19 novembre 2022
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Una frattura insanabile. Il rapporto fra Partito Democratico e amministrazione comunale, almeno all'interno della massima assise cittadina di Corato, appare irrimediabilmente compromesso. Il voto contrario espresso dal gruppo dem sul bilancio consolidato di esercizio 2021 è un punto di non ritorno, un dato politico troppo eloquente per non comportare riflessioni profonde e provvedimenti drastici. Il Sindaco Corrado De Benedittis, non a caso, ha parlato senza mezzi termini di un Pd che nei fatti si chiama fuori dalla maggioranza.
Sei ore di discussione, tra lunghissimi botta e risposta "per fatto personale" e soprattutto sul tema Asipu. Il destino della società in house del Comune di Corato, ora guidata dall'ex primo cittadino Renato Bucci con l'incarico di amministratore unico, ha tenuto banco a lungo, sovrapponendosi del tutto al vero e proprio dibattito sull'intero consuntivo.
Il prologo al consiglio comunale è stato rappresentato dalla "tempestiva" nota diffusa dal Pd poco prima dell'orario di convocazione stabilito (link all'articolo): un tentativo evidente - e politicamente legittimo - di portare in superficie le crepe interne alla compagine amministrativa. De Benedittis non si è certo sottratto all'agone: «L'assemblea è tenuta in ostaggio per ore e infinite sedute al fine di coltivare rabbia e divisione. Quest'amministrazione è "sul pezzo" su tutti i temi, che non sono sicuramente il prodotto di qualche mozione ma costituiscono le linee programmatiche della maggioranza, fino alle questioni complesse che rimandano alla ristrutturazione della macchina amministrativa che sta facendo ripartire la città» ha sottolineato il Sindaco. «Una mozione d'ordine la presento io per fare la differenza tra chi sta dalla parte della città e chi lavora a demolire e distruggere affinché nulla cambi. In questa sede non votiamo su Asipu, Sanb e SixT perché i pareri sui singoli bilanci li hanno già espressi le assemblee delle partecipate» ha aggiunto il capo dell'amministrazione.
I lavori sono proseguiti su due binari paralleli: la contrapposizione tra Pd e maggioranza e le contestazioni di alcuni consiglieri di minoranza ai toni di un intervento di Vincenzo Galizia, presidente del collegio dei revisori dei conti. Il tecnico ha fornito un parere sulla base dei dati forniti dal collegio sindacale dell'Asipu, motivando la decisione assunta dalla Giunta di impedire la liquidazione della società: in sostanza, la situazione debitoria avrebbe comportato un esborso immediato da parte delle casse comunali di circa 1 milione e 400 mila euro che al contrario, cercando di rivitalizzare l'Asipu, potrebbe essere dilazionato se non addirittura scongiurato. Il passaggio del revisore sulle «gestioni precedenti» non è piaciuto a Ignazio Salerno di Direzione Corato, che ha difeso l'operato delle amministrazioni di centrodestra: «Fino al 2018, ovvero fino a quando ha gestito tutti i servizi, la società ha tenuto i conti in ordine. La verità è che l'Asipu è stata spolpata negli ultimi due anni e mezzo».
Il clima si è surriscaldato più volte, con scambi accesi tra il presidente del consiglio Valeria Mazzone e il capogruppo dem Nadia D'Introno su aspetti regolamentari come il costante e diffuso ricorso - un malvezzo dei consigli comunali di molte città - a chiedere la parola "per fatto personale" con il solo scopo di replicare una volta di più. «Abbiamo sempre esortato l'amministrazione ad avviare una seria riflessione sull'Asipu. Sindaco, lei mette dalla parte dei distruttori quelli che fanno domande ma in teoria dovremmo far parte di una maggioranza» ha attaccato D'Introno.
«Con grande rammarico non posso non evidenziare che le continue sollecitazioni e preoccupazioni del Partito Democratico sono rimaste inascoltate. L'elenco delle anomalie è interminabile, non esiste solo il problema delle dubbie esternalizzazioni dei servizi: chi opera in Asipu lo fa in totale autonomia senza che nessuno possa eseguire un controllo, non essendoci dipendenti. Asipu in passato ha agito senza titolo ma fra il 2020 e 2021 gli sono stati riconosciuti oltre 3 milioni di debiti fuori bilancio. Il passaggio di competenze del 2020 è stato una svendita dato che abbiamo ceduto tutto alla Sanb: dipendenti, mezzi, servizi... Ci sono rimasti solo i debiti: come si può tacere e restare inerti? Non si è voluto affrontare il tema del risanamento».
Logica la conseguenza: «Il Pd non può esprimere voto favorevole, questo bilancio ha un enorme buco nero rappresentato dalla questione Asipu». Intenzioni confermate anche dall'altro esponente dem in consiglio, Aldo Addario: «Se avessimo avuto almeno delle certezze sui contenuti del Piano industriale e le ipotesi di rilancio avremmo messo una pietra sopra alla questione Asipu ma in queste condizioni non possiamo far finta di nulla».
De Benedittis ha dovuto incassare il colpo: «Su un provvedimento come il bilancio consolidato si giunge addirittura al voto contrario. Il Pd credo debba fare una seria riflessione al suo interno dato che si registra una grave ed evidente disconnessione tra il gruppo consiliare e l'assessore che lo rappresenta in Giunta: è vero, Concetta Bucci è stata già "disconosciuta" dal partito ma io la difendo, perché difendo tutti i miei assessori. Non si può tenere il piede in due scarpe: o si sta dentro o si sta fuori. È una regola della democrazia. I dem dicano da che parte stanno. Non possiamo restare appesi in un'eterna attesa».
D'Introno ha quindi risposto al Sindaco e di rimando a diversi interventi polemici da parte di altri consiglieri di maggioranza (Arsale, Di Bartolomeo e Sciscioli): «Ora si punta il dito contro di noi ma è da due anni che sulla vicenda Asipu segnaliamo problemi e proponiamo soluzioni: altro che voler scaricare la responsabilità sul resto della maggioranza. Non venite a farci prediche sulla voglia di assumersi le responsabilità. Sindaco, che fine hanno fatto i paladini della legalità sul tema Asipu? Non accettiamo discorsi di questo tipo». E De Benedittis: «Chi vuole impegnarsi lo fa. Prendo atto che il consigliere D'Introno si pone fuori dalla maggioranza e questo implica delle conseguenze che mi riservo di valutare. L'approvazione del rendiconto è un fatto di grande importanza, in quanto passaggio necessario della vita amministrativa che apre alla possibilità di assumere nuovo personale e questo credo sia un grande risultato».
Il bilancio consolidato è stato approvato con 14 voti favorevoli e due contrari (D'Introno e Addario) mentre le opposizioni hanno abbandonato l'aula. Il perimetro della maggioranza che amministra Corato, adesso, è più stretto, con il rapporto tra Pd e Demos ai minimi storici. Quanto accaduto non potrà non ripercuotersi su altri livelli, a cominciare dalle segreterie provinciali e regionali del Partito Democratico.
Sei ore di discussione, tra lunghissimi botta e risposta "per fatto personale" e soprattutto sul tema Asipu. Il destino della società in house del Comune di Corato, ora guidata dall'ex primo cittadino Renato Bucci con l'incarico di amministratore unico, ha tenuto banco a lungo, sovrapponendosi del tutto al vero e proprio dibattito sull'intero consuntivo.
Il prologo al consiglio comunale è stato rappresentato dalla "tempestiva" nota diffusa dal Pd poco prima dell'orario di convocazione stabilito (link all'articolo): un tentativo evidente - e politicamente legittimo - di portare in superficie le crepe interne alla compagine amministrativa. De Benedittis non si è certo sottratto all'agone: «L'assemblea è tenuta in ostaggio per ore e infinite sedute al fine di coltivare rabbia e divisione. Quest'amministrazione è "sul pezzo" su tutti i temi, che non sono sicuramente il prodotto di qualche mozione ma costituiscono le linee programmatiche della maggioranza, fino alle questioni complesse che rimandano alla ristrutturazione della macchina amministrativa che sta facendo ripartire la città» ha sottolineato il Sindaco. «Una mozione d'ordine la presento io per fare la differenza tra chi sta dalla parte della città e chi lavora a demolire e distruggere affinché nulla cambi. In questa sede non votiamo su Asipu, Sanb e SixT perché i pareri sui singoli bilanci li hanno già espressi le assemblee delle partecipate» ha aggiunto il capo dell'amministrazione.
I lavori sono proseguiti su due binari paralleli: la contrapposizione tra Pd e maggioranza e le contestazioni di alcuni consiglieri di minoranza ai toni di un intervento di Vincenzo Galizia, presidente del collegio dei revisori dei conti. Il tecnico ha fornito un parere sulla base dei dati forniti dal collegio sindacale dell'Asipu, motivando la decisione assunta dalla Giunta di impedire la liquidazione della società: in sostanza, la situazione debitoria avrebbe comportato un esborso immediato da parte delle casse comunali di circa 1 milione e 400 mila euro che al contrario, cercando di rivitalizzare l'Asipu, potrebbe essere dilazionato se non addirittura scongiurato. Il passaggio del revisore sulle «gestioni precedenti» non è piaciuto a Ignazio Salerno di Direzione Corato, che ha difeso l'operato delle amministrazioni di centrodestra: «Fino al 2018, ovvero fino a quando ha gestito tutti i servizi, la società ha tenuto i conti in ordine. La verità è che l'Asipu è stata spolpata negli ultimi due anni e mezzo».
Il clima si è surriscaldato più volte, con scambi accesi tra il presidente del consiglio Valeria Mazzone e il capogruppo dem Nadia D'Introno su aspetti regolamentari come il costante e diffuso ricorso - un malvezzo dei consigli comunali di molte città - a chiedere la parola "per fatto personale" con il solo scopo di replicare una volta di più. «Abbiamo sempre esortato l'amministrazione ad avviare una seria riflessione sull'Asipu. Sindaco, lei mette dalla parte dei distruttori quelli che fanno domande ma in teoria dovremmo far parte di una maggioranza» ha attaccato D'Introno.
«Con grande rammarico non posso non evidenziare che le continue sollecitazioni e preoccupazioni del Partito Democratico sono rimaste inascoltate. L'elenco delle anomalie è interminabile, non esiste solo il problema delle dubbie esternalizzazioni dei servizi: chi opera in Asipu lo fa in totale autonomia senza che nessuno possa eseguire un controllo, non essendoci dipendenti. Asipu in passato ha agito senza titolo ma fra il 2020 e 2021 gli sono stati riconosciuti oltre 3 milioni di debiti fuori bilancio. Il passaggio di competenze del 2020 è stato una svendita dato che abbiamo ceduto tutto alla Sanb: dipendenti, mezzi, servizi... Ci sono rimasti solo i debiti: come si può tacere e restare inerti? Non si è voluto affrontare il tema del risanamento».
Logica la conseguenza: «Il Pd non può esprimere voto favorevole, questo bilancio ha un enorme buco nero rappresentato dalla questione Asipu». Intenzioni confermate anche dall'altro esponente dem in consiglio, Aldo Addario: «Se avessimo avuto almeno delle certezze sui contenuti del Piano industriale e le ipotesi di rilancio avremmo messo una pietra sopra alla questione Asipu ma in queste condizioni non possiamo far finta di nulla».
De Benedittis ha dovuto incassare il colpo: «Su un provvedimento come il bilancio consolidato si giunge addirittura al voto contrario. Il Pd credo debba fare una seria riflessione al suo interno dato che si registra una grave ed evidente disconnessione tra il gruppo consiliare e l'assessore che lo rappresenta in Giunta: è vero, Concetta Bucci è stata già "disconosciuta" dal partito ma io la difendo, perché difendo tutti i miei assessori. Non si può tenere il piede in due scarpe: o si sta dentro o si sta fuori. È una regola della democrazia. I dem dicano da che parte stanno. Non possiamo restare appesi in un'eterna attesa».
D'Introno ha quindi risposto al Sindaco e di rimando a diversi interventi polemici da parte di altri consiglieri di maggioranza (Arsale, Di Bartolomeo e Sciscioli): «Ora si punta il dito contro di noi ma è da due anni che sulla vicenda Asipu segnaliamo problemi e proponiamo soluzioni: altro che voler scaricare la responsabilità sul resto della maggioranza. Non venite a farci prediche sulla voglia di assumersi le responsabilità. Sindaco, che fine hanno fatto i paladini della legalità sul tema Asipu? Non accettiamo discorsi di questo tipo». E De Benedittis: «Chi vuole impegnarsi lo fa. Prendo atto che il consigliere D'Introno si pone fuori dalla maggioranza e questo implica delle conseguenze che mi riservo di valutare. L'approvazione del rendiconto è un fatto di grande importanza, in quanto passaggio necessario della vita amministrativa che apre alla possibilità di assumere nuovo personale e questo credo sia un grande risultato».
Il bilancio consolidato è stato approvato con 14 voti favorevoli e due contrari (D'Introno e Addario) mentre le opposizioni hanno abbandonato l'aula. Il perimetro della maggioranza che amministra Corato, adesso, è più stretto, con il rapporto tra Pd e Demos ai minimi storici. Quanto accaduto non potrà non ripercuotersi su altri livelli, a cominciare dalle segreterie provinciali e regionali del Partito Democratico.