Politica
Confronto tra candidati sindaci, Perrone: «Non mi presto al teatrino della politica urlata»
Il candidato del centrodestra non ci sarà. «Voglio evitare l'ennesimo patibolo mediatico»
Corato - martedì 8 settembre 2020
13.58
Tra poche ore ci sarà il primo confronto tra i candidati alla carica di primo cittadino. Come era prevedibile non tutti i candidati sindaci hanno raccolto l'invito della Zona Pastorale San Cataldo. Il candidato Perrone già dal palco della presentazione della sua candidatura aveva inequivocabilmente riferito che non avrebbe preso parte ad alcun confronto.
Oggi, con una nota, ribadisce la sua decisione e ne spiega le motivazioni. «Nel ringraziare Don Giuseppe Lobascio per la richiesta di partecipare alle serate di approfondimento da lui organizzate devo comunicare la mia scelta di rinunciare all'invito per evitare che anche questo pubblico incontro venga trasformato nell'ennesimo patibolo mediatico da parte di chi preferisce usare le parole come pietre da scagliare piuttosto che come mattoni per costruire un dialogo» chiarisce Perrone.
Una scelta dettata da un condiviso atteggiamento dei suoi competitors: «Dopo dieci anni da sindaco e una vita spesa per strada a rimboccarmi le maniche per il bene della mia città non temo certo il confronto con gli altri candidati, ma non voglio prestarmi al teatrino della politica urlata che vede nell'avversario un nemico da schernire, deridere, bistrattare. Un confronto vero richiede la ricerca di un punto di incontro tra gli interlocutori, ma ancora una volta si cerca il punto di rottura per distogliere l'attenzione dai fatti e bersagliare l'avversario in nome di quella cattiva politica che non ammette regole e non conosce umanità. Ho costruito la mia vita sul dialogo, ma il dialogo per dirsi veramente tale richiede che chi parla abbia anche voglia di ascoltare, qui invece mi sembra che ci sia soltanto gente brava a urlare, persone come i candidati avversari troppo presi dal suono della propria voce per preoccuparsi di quella degli altri».
Perrone, che nel suo ultimo incontro pubblico aveva più volte rivendicato la bontà del suo operato nonostante una istruzione fermatasi alla quinta elementare, continua: «Ammetto di non possedere il lessico forbito di un professore o la dialettica arguta di un filosofo, ma so ascoltare le richieste degli altri e uso i fatti prima delle parole per dare a tutti le risposte che cercano. La concretezza è il mio vocabolario, l'esperienza la mia grammatica, le ho imparate per strada prima che sui banchi di scuola e oggi le metto ancora una volta a servizio di Corato per costruire insieme un futuro migliore».
E si smarca dagli attacchi: «Chi oggi mi attacca con epiteti ingiuriosi dimostra di non avere argomenti, di essere a corto di idee e di voler portare il dibattito politico sul terreno della rissa verbale pur di racimolare un pugno di voti. A questa gente, ai miei avversari, risponderò con i fatti, perché chi non vuole ascoltare non merita il dialogo, chi cerca lo scontro non ha diritto all'incontro. Per questi motivi rinuncio al confronto con gli altri candidati, mi troverete ogni giorno tra la gente, spenderò il mio tempo e le mie parole con chi ha davvero voglia di ascoltare le mie proposte concrete per il rilancio di Corato. Ci saranno altri comizi, altre occasioni per incontrarci e dialogare, sarò con i coratini e tra i coratini. Come sempre».
Oggi, con una nota, ribadisce la sua decisione e ne spiega le motivazioni. «Nel ringraziare Don Giuseppe Lobascio per la richiesta di partecipare alle serate di approfondimento da lui organizzate devo comunicare la mia scelta di rinunciare all'invito per evitare che anche questo pubblico incontro venga trasformato nell'ennesimo patibolo mediatico da parte di chi preferisce usare le parole come pietre da scagliare piuttosto che come mattoni per costruire un dialogo» chiarisce Perrone.
Una scelta dettata da un condiviso atteggiamento dei suoi competitors: «Dopo dieci anni da sindaco e una vita spesa per strada a rimboccarmi le maniche per il bene della mia città non temo certo il confronto con gli altri candidati, ma non voglio prestarmi al teatrino della politica urlata che vede nell'avversario un nemico da schernire, deridere, bistrattare. Un confronto vero richiede la ricerca di un punto di incontro tra gli interlocutori, ma ancora una volta si cerca il punto di rottura per distogliere l'attenzione dai fatti e bersagliare l'avversario in nome di quella cattiva politica che non ammette regole e non conosce umanità. Ho costruito la mia vita sul dialogo, ma il dialogo per dirsi veramente tale richiede che chi parla abbia anche voglia di ascoltare, qui invece mi sembra che ci sia soltanto gente brava a urlare, persone come i candidati avversari troppo presi dal suono della propria voce per preoccuparsi di quella degli altri».
Perrone, che nel suo ultimo incontro pubblico aveva più volte rivendicato la bontà del suo operato nonostante una istruzione fermatasi alla quinta elementare, continua: «Ammetto di non possedere il lessico forbito di un professore o la dialettica arguta di un filosofo, ma so ascoltare le richieste degli altri e uso i fatti prima delle parole per dare a tutti le risposte che cercano. La concretezza è il mio vocabolario, l'esperienza la mia grammatica, le ho imparate per strada prima che sui banchi di scuola e oggi le metto ancora una volta a servizio di Corato per costruire insieme un futuro migliore».
E si smarca dagli attacchi: «Chi oggi mi attacca con epiteti ingiuriosi dimostra di non avere argomenti, di essere a corto di idee e di voler portare il dibattito politico sul terreno della rissa verbale pur di racimolare un pugno di voti. A questa gente, ai miei avversari, risponderò con i fatti, perché chi non vuole ascoltare non merita il dialogo, chi cerca lo scontro non ha diritto all'incontro. Per questi motivi rinuncio al confronto con gli altri candidati, mi troverete ogni giorno tra la gente, spenderò il mio tempo e le mie parole con chi ha davvero voglia di ascoltare le mie proposte concrete per il rilancio di Corato. Ci saranno altri comizi, altre occasioni per incontrarci e dialogare, sarò con i coratini e tra i coratini. Come sempre».