Politica
Concetta Bucci: «Sono io a prendere le distanze dal Partito Democratico»
L'assessore: «Proseguirò il mio lavoro all'interno della Giunta»
Corato - giovedì 24 novembre 2022
17.30
«Sono stata "sfiduciata" dalla sezione locale del mio partito ormai otto mesi fa, senza che la stessa avesse tale potere-facoltà: gli assessori, infatti e persino i consiglieri, sebbene questi ultimi eletti nella lista di un determinato partito, agiscono senza vincolo di mandato; l'istituto della cosiddetta "sfiducia" dell'assessore non è inoltre previsto da alcuna norma amministrativa e neppure dallo Statuto del Partito Democratico. Dunque se di "sfiducia" si è trattato, essa è stata del tutto illegittima». È quanto rilevato da Concetta Bucci, assessore comunale di Corato, in una nota.
«Andando alla causa di tale "sfiducia", appare evidente come essa sia stata diretta conseguenza del mio esercizio del diritto di critica verso la corrente prevalente della sezione del mio partito del quale non avrei "seguito la linea politica". Preciso che, ancor oggi, faccio fatica a capire quale fosse la linea politica del Partito Democratico a Corato, considerato che le decisioni venivano assunte senza che di esse si discutesse in assemblea e, spesso neppure nel direttivo. Proprio per correggere questa prassi, che definirei antidemocratica, ho più volte proposto di convocare le riunioni fissando preventivamente gli argomenti da trattare e di cristallizzare le decisioni in apposito verbale ma mi è stato ripetutamente risposto che "Così si fa nelle riunioni di condominio".
Rilevo inoltre che, in Giunta, ho approvato e sottoscritto le stesse delibere sottoscritte dall'altro assessore-tesserato Pd. E quindi, mi domando: in quale occasione e in che modo non avrei seguito la linea del partito? Sono rimasti senza risposta questi quesiti, sottoposti da me in ogni sede, formale e non. Alla fine ho dovuto concludere che evidentemente una risposta non c'era» ha argomentato.
«Ho continuato a lavorare quale fiduciaria del Sindaco, con in tasca la tessera di un partito che a livello locale mi aveva "sfiduciata" e che a livello più ampio mi ha chiesto di temporeggiare in attesa di azioni, iniziative, chiarimenti che non sono mai avvenuti. Quanto accaduto nel consiglio comunale del 18 novembre scorso mi ha fatto definitivamente desistere dalla volontà di comprendere le ragioni a me oscure di questo comportamento politico. Piuttosto, mi ha fatto provare una esigenza per me nuova: quella di prendere io le distanze, formali e legittime, queste sì, dal Partito democratico tutto, non dalla sezione locale, partito che non sento ormai più adeguato alla mia ricerca di verità e di confronto, di democrazia e di futuro. Assistere alla assurdità di un corto circuito in cui si infrangono tutti i canoni di civile convivenza, le regole minime della democrazia, e l'io prevarica sul noi, non può più vedere il mio nome e la mia storia richiamatici accanto, nemmeno per sbaglio» ha sostenuto.
«È giunto il momento per me di restituire la tessera del Partito Democratico. Invierò la mia tessera alla segreteria regionale, già informata per le vie brevi della - a dir poco - incresciosa situazione in cui versa il Partito Democratico di Corato. Da ultimo, sento l'esigenza, con un po' di nostalgia, di ringraziare di cuore il professor Riccardo Mazzilli, già segretario comunale del Pd, che all'epoca mi fece appassionare al progetto di un partito del quale non vedo ora alcuna traccia, almeno a livello locale. Proseguirò il mio lavoro all'interno della Giunta con l'impegno e la determinazione che orientano ogni mia azione e coltiverò la mia passione per la politica: la delusione verso il Partito Democratico non è delusione per la politica, intesa nel senso più nobile del termine. Concludo precisando che non replicherò alle sicure critiche, anche accese, che seguiranno a questo comunicato, non coglierò alcuna provocazione perché non ho alcuna voglia di inseguire le polemiche. Questo comunicato risponde alla sola esigenza di ufficializzare la mia personale posizione politica perché il limbo è un posto che non fa per me».
«Andando alla causa di tale "sfiducia", appare evidente come essa sia stata diretta conseguenza del mio esercizio del diritto di critica verso la corrente prevalente della sezione del mio partito del quale non avrei "seguito la linea politica". Preciso che, ancor oggi, faccio fatica a capire quale fosse la linea politica del Partito Democratico a Corato, considerato che le decisioni venivano assunte senza che di esse si discutesse in assemblea e, spesso neppure nel direttivo. Proprio per correggere questa prassi, che definirei antidemocratica, ho più volte proposto di convocare le riunioni fissando preventivamente gli argomenti da trattare e di cristallizzare le decisioni in apposito verbale ma mi è stato ripetutamente risposto che "Così si fa nelle riunioni di condominio".
Rilevo inoltre che, in Giunta, ho approvato e sottoscritto le stesse delibere sottoscritte dall'altro assessore-tesserato Pd. E quindi, mi domando: in quale occasione e in che modo non avrei seguito la linea del partito? Sono rimasti senza risposta questi quesiti, sottoposti da me in ogni sede, formale e non. Alla fine ho dovuto concludere che evidentemente una risposta non c'era» ha argomentato.
«Ho continuato a lavorare quale fiduciaria del Sindaco, con in tasca la tessera di un partito che a livello locale mi aveva "sfiduciata" e che a livello più ampio mi ha chiesto di temporeggiare in attesa di azioni, iniziative, chiarimenti che non sono mai avvenuti. Quanto accaduto nel consiglio comunale del 18 novembre scorso mi ha fatto definitivamente desistere dalla volontà di comprendere le ragioni a me oscure di questo comportamento politico. Piuttosto, mi ha fatto provare una esigenza per me nuova: quella di prendere io le distanze, formali e legittime, queste sì, dal Partito democratico tutto, non dalla sezione locale, partito che non sento ormai più adeguato alla mia ricerca di verità e di confronto, di democrazia e di futuro. Assistere alla assurdità di un corto circuito in cui si infrangono tutti i canoni di civile convivenza, le regole minime della democrazia, e l'io prevarica sul noi, non può più vedere il mio nome e la mia storia richiamatici accanto, nemmeno per sbaglio» ha sostenuto.
«È giunto il momento per me di restituire la tessera del Partito Democratico. Invierò la mia tessera alla segreteria regionale, già informata per le vie brevi della - a dir poco - incresciosa situazione in cui versa il Partito Democratico di Corato. Da ultimo, sento l'esigenza, con un po' di nostalgia, di ringraziare di cuore il professor Riccardo Mazzilli, già segretario comunale del Pd, che all'epoca mi fece appassionare al progetto di un partito del quale non vedo ora alcuna traccia, almeno a livello locale. Proseguirò il mio lavoro all'interno della Giunta con l'impegno e la determinazione che orientano ogni mia azione e coltiverò la mia passione per la politica: la delusione verso il Partito Democratico non è delusione per la politica, intesa nel senso più nobile del termine. Concludo precisando che non replicherò alle sicure critiche, anche accese, che seguiranno a questo comunicato, non coglierò alcuna provocazione perché non ho alcuna voglia di inseguire le polemiche. Questo comunicato risponde alla sola esigenza di ufficializzare la mia personale posizione politica perché il limbo è un posto che non fa per me».