Politica
Chiusura via Giappone, Malcangi: «Pronti a fare battaglia»
Il coordinatore del Movimento Schittulli protesta sulla scelta di chiudere il passaggio a livello di via Giappone
Corato - mercoledì 4 aprile 2018
11.02
«Il passaggio a livello di via Giappone non va chiuso. E se l'amministrazione consentirà questo siamo pronti a dare battaglia».
Non usa giri di parole il coordinatore del Movimento Schittulli Mario Matteo Malcangi che, dopo l'intervista rilasciata alla nostra testata ed aver spiegato le ragioni della posizione del Movimento in un video, torna sull'argomento legato alla futura chiusura del passaggio a livello di via Giappone, scelta bollata come «scellerata».
Ieri, presso la sede del Movimento Schiuttulli, i due ex assessori ai lavori pubblici Mario Matteo Malcangi e Luigi Musci hanno ribadito il loro assoluto "No" alla chiusura del passaggio a livello di via Giappone, così come paventato nel corso dell'ultimo consiglio comunale dal dirigente Casieri.
Da registrare la presenza all'incontro del consigliere comunale Franco Caputo.
«Non vogliamo scavalchi, non vogliamo sottopassaggi. Vogliamo che il passaggio a livello rimanga ad uso, così come accade per via Bagnatoio a Corato o come accade a Ruvo o a Terlizzi e persino nei percorsi delle Ferrovie dello Stato. Non ci poniamo contro nessuno né accettiamo che questa nostra posizione venga bollata come "ricatto"» ha esordito Malcangi.
A fargli eco è l'ex assessore Luigi Musci che, carte alla mano, ha spiegato come il Commissario Prefettizio abbia ribadito come la chiusura del passaggio a livello di via Giappone «non è indispensabile». Cosa è cambiato nel frattempo? Si chiede Malcangi.
Il punto di vista del Movimento rimane fedele a quanto già dichiarato sulle nostre pagine (in allegato l'intervista da noi pubblicata).
Il timore è che la chiusura di via Giappone e la realizzazione del sottopasso di via Trani possa congestionare il traffico sulla stessa via Trani a causa della chiusura di una via di uscita verso Trani.
Inoltre Malcangi riferisce: «Anzichè spendere denaro e fare espropri di terreni agricoli con danno per i proprietari, per realizzare la bretella che unirebbe via Trani a via Giappone, si pensi ad aprire la complanare al di sotto del ponte di via Lamacupa: una soluzione a costi contenuti e molto più utile per la viabilità».
E inoltre, appellandosi alla toponomastica, Malcangi ricorda che la zona in cui si intende realizzare il sottopassaggio di via Trani si chiama "Lago Rosso": «Immaginate cosa accadrà a "lago rosso" con una minima pioggia. Non si è pensato a vie di fuga in caso di allagamento o in caso di impossibilità ad accedere al sottopassaggio».
E promette: «Faremo battaglia, in tutte le sedi e non soltanto sui giornali. Scriveremo ad Emiliano, a Nunziante e a Ferrotramviaria e ci batteremo nelle sedi politiche, in commissione e nel consiglio comunale. E si noti come Ferrotramviaria provvede ad una forzatura nel voler realizzare la bretella: la competenza di Ferrotramviaria è sulla strada ferrata e zone circostanti, non sulla realizzazione della bretella, opera compensativa».
Non usa giri di parole il coordinatore del Movimento Schittulli Mario Matteo Malcangi che, dopo l'intervista rilasciata alla nostra testata ed aver spiegato le ragioni della posizione del Movimento in un video, torna sull'argomento legato alla futura chiusura del passaggio a livello di via Giappone, scelta bollata come «scellerata».
Ieri, presso la sede del Movimento Schiuttulli, i due ex assessori ai lavori pubblici Mario Matteo Malcangi e Luigi Musci hanno ribadito il loro assoluto "No" alla chiusura del passaggio a livello di via Giappone, così come paventato nel corso dell'ultimo consiglio comunale dal dirigente Casieri.
Da registrare la presenza all'incontro del consigliere comunale Franco Caputo.
«Non vogliamo scavalchi, non vogliamo sottopassaggi. Vogliamo che il passaggio a livello rimanga ad uso, così come accade per via Bagnatoio a Corato o come accade a Ruvo o a Terlizzi e persino nei percorsi delle Ferrovie dello Stato. Non ci poniamo contro nessuno né accettiamo che questa nostra posizione venga bollata come "ricatto"» ha esordito Malcangi.
A fargli eco è l'ex assessore Luigi Musci che, carte alla mano, ha spiegato come il Commissario Prefettizio abbia ribadito come la chiusura del passaggio a livello di via Giappone «non è indispensabile». Cosa è cambiato nel frattempo? Si chiede Malcangi.
Il punto di vista del Movimento rimane fedele a quanto già dichiarato sulle nostre pagine (in allegato l'intervista da noi pubblicata).
Il timore è che la chiusura di via Giappone e la realizzazione del sottopasso di via Trani possa congestionare il traffico sulla stessa via Trani a causa della chiusura di una via di uscita verso Trani.
Inoltre Malcangi riferisce: «Anzichè spendere denaro e fare espropri di terreni agricoli con danno per i proprietari, per realizzare la bretella che unirebbe via Trani a via Giappone, si pensi ad aprire la complanare al di sotto del ponte di via Lamacupa: una soluzione a costi contenuti e molto più utile per la viabilità».
E inoltre, appellandosi alla toponomastica, Malcangi ricorda che la zona in cui si intende realizzare il sottopassaggio di via Trani si chiama "Lago Rosso": «Immaginate cosa accadrà a "lago rosso" con una minima pioggia. Non si è pensato a vie di fuga in caso di allagamento o in caso di impossibilità ad accedere al sottopassaggio».
E promette: «Faremo battaglia, in tutte le sedi e non soltanto sui giornali. Scriveremo ad Emiliano, a Nunziante e a Ferrotramviaria e ci batteremo nelle sedi politiche, in commissione e nel consiglio comunale. E si noti come Ferrotramviaria provvede ad una forzatura nel voler realizzare la bretella: la competenza di Ferrotramviaria è sulla strada ferrata e zone circostanti, non sulla realizzazione della bretella, opera compensativa».