Attualità
«Chi è senza peccato scagli la prima pietra», Bill Pelke a Corato dice "No alla pena di morte"
Sua nonna fu uccisa a coltellate, ma lui si è battuto affinché la pena di morte fosse tramutata in ergastolo
Corato - venerdì 24 novembre 2017
13.36
Il messaggio è forte e chiaro "No alla pena di morte". E la Comunità di Sant'Egidio ha voluto amplificare questo messaggio invitando a Corato Bill Pelke, uomo simbolo della battaglia per abolire la pena di morte. Pelke sarà a Corato il prossimo 30 novembre alle 18, presso la biblioteca comunale, per una iniziativa organizzata dalla stessa Comunità di Sant'Egidio con il patrocinio del Comune di Corato.
Bill Pelke si è battuto affinché la pena di morte comminata alla donna che uccise sua nonna fosse tramutata in ergastolo. È il fondatore dell'associazione "The journey of hope" e del Murder Victims' Families for Human Rights ed è presidente del comitato direttivo della National Coalition to Abolish the Death Penalty.
Dice Bill: "La risposta è l'amore e la compassione per tutta l'umanità. La risposta è amare coloro che ti odiano, quelli che ti perseguitano, coloro che compiono ogni sorta di male contro di te. Io sono cristiano e Gesù ha detto: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Secondo questo principio nessuno di noi può lanciare la pietra della morte."
Ruth, la nonna di Bill, aveva 78 anni ed insegnava la Bibbia ai ragazzini del vicinato nella cittadina di Gary in Indiana. Un giorno, il 14 maggio 1985, cioè 22 anni fa, quattro ragazzine liceali bussarono alla sua porta per ascoltare la sua lezione e lei le invitò ad entrare in casa. Ad un certo momento una di loro prese un vaso e glielo tirò, colpendola alla testa. Un'altra prese un coltello e la accoltellò più volte.
Mentre una la pugnalava, un'altra saccheggiava la casa; alla fine trovarono pochi dollari e si portarono via la vecchia auto. Un anno dopo una delle ragazze, Paula Cooper, venne condannata a morte.
Aveva 15 anni all'epoca del delitto. Ora che si trovava nel braccio della morte ne aveva 16 ed era la più giovane in America. All'inizio anche Bill era d'accordo con la condanna a morte per quella ragazzina che aveva ucciso così brutalmente sua nonna. Anche la sua famiglia era d'accordo con lui. Poi Bill, con molti contrasti all'interno della sua famiglia, cambiò idea. Pensò che sua nonna non avrebbe voluto un altro omicidio, perché gli ricordava sempre il comandamento "Non uccidere". Bill perdonò Paula. Prima cominciò a scriverle, poi la andò a trovare. Poi cominciò a darsi da fare affinché la condanna a morte fosse commutata.
Grazie alla pressione internazionale – anche in Italia vennero raccolte molte centinaia di migliaia di firme – la condanna a morte di Paula venne commutata in una condanna a 60 anni di carcere. Bill dopo 30 anni di lavoro presso un'acciaieria, è andato in pensione ed oggi dedica tutta la sua vita a parlare della sua esperienza in tutto il mondo, affinché venga ovunque abolita la pena di morte. Negli Stati Uniti gira con un pullman verde, assieme ai suoi amici di Journey of Hope e dell'Associazione Familiari delle Vittime per la Riconciliazione, con i quali condivide e comunica il suo messaggio di perdono e di pace. Sin dal 1998 ha partecipato a diversi incontri e tour internazionali nell'ambito della Campagna per l'Abolizione della pena di morte, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio.
Bill Pelke si è battuto affinché la pena di morte comminata alla donna che uccise sua nonna fosse tramutata in ergastolo. È il fondatore dell'associazione "The journey of hope" e del Murder Victims' Families for Human Rights ed è presidente del comitato direttivo della National Coalition to Abolish the Death Penalty.
Dice Bill: "La risposta è l'amore e la compassione per tutta l'umanità. La risposta è amare coloro che ti odiano, quelli che ti perseguitano, coloro che compiono ogni sorta di male contro di te. Io sono cristiano e Gesù ha detto: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Secondo questo principio nessuno di noi può lanciare la pietra della morte."
Ruth, la nonna di Bill, aveva 78 anni ed insegnava la Bibbia ai ragazzini del vicinato nella cittadina di Gary in Indiana. Un giorno, il 14 maggio 1985, cioè 22 anni fa, quattro ragazzine liceali bussarono alla sua porta per ascoltare la sua lezione e lei le invitò ad entrare in casa. Ad un certo momento una di loro prese un vaso e glielo tirò, colpendola alla testa. Un'altra prese un coltello e la accoltellò più volte.
Mentre una la pugnalava, un'altra saccheggiava la casa; alla fine trovarono pochi dollari e si portarono via la vecchia auto. Un anno dopo una delle ragazze, Paula Cooper, venne condannata a morte.
Aveva 15 anni all'epoca del delitto. Ora che si trovava nel braccio della morte ne aveva 16 ed era la più giovane in America. All'inizio anche Bill era d'accordo con la condanna a morte per quella ragazzina che aveva ucciso così brutalmente sua nonna. Anche la sua famiglia era d'accordo con lui. Poi Bill, con molti contrasti all'interno della sua famiglia, cambiò idea. Pensò che sua nonna non avrebbe voluto un altro omicidio, perché gli ricordava sempre il comandamento "Non uccidere". Bill perdonò Paula. Prima cominciò a scriverle, poi la andò a trovare. Poi cominciò a darsi da fare affinché la condanna a morte fosse commutata.
Grazie alla pressione internazionale – anche in Italia vennero raccolte molte centinaia di migliaia di firme – la condanna a morte di Paula venne commutata in una condanna a 60 anni di carcere. Bill dopo 30 anni di lavoro presso un'acciaieria, è andato in pensione ed oggi dedica tutta la sua vita a parlare della sua esperienza in tutto il mondo, affinché venga ovunque abolita la pena di morte. Negli Stati Uniti gira con un pullman verde, assieme ai suoi amici di Journey of Hope e dell'Associazione Familiari delle Vittime per la Riconciliazione, con i quali condivide e comunica il suo messaggio di perdono e di pace. Sin dal 1998 ha partecipato a diversi incontri e tour internazionali nell'ambito della Campagna per l'Abolizione della pena di morte, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio.