Religione
Celebrazioni di Sant'Antonio Abate: ieri la benedizione degli amici a quattro zampe
Il rito religioso, presieduto da Don Vito Martinelli, si è svolto sul Sagrato del Sacro Cuore
Corato - giovedì 18 gennaio 2024
07.00
Don Vito Martinelli, il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Corato, ha celebrato ieri la festa di Sant'Antonio Abate, il santo patrono degli animali. Sul sagrato della chiesa, affollato da tanti animali con i propri padroni, ha benedetto decine di amici a quattro zampe.
Don Vito ha ricordato che gli animali sono creature di Dio e che meritano rispetto e amore. Ha anche invitato i fedeli a contrastare ogni forma di maltrattamento e abbandono degli animali.
«Il 17 gennaio la chiesa ricorda la figura di Sant'Antonio Abate, padre del monachesimo orientale - esordisce Don Vito Martinelli - . Egli è il protettore degli animali da fattoria e da cortile, per estensione anche degli animali domestici. Questo santo è legato agli animali perché nella sua biografia si narra di guarigioni ottenute con grasso di maiale. Sant'Antonio avrebbe curato il cosiddetto Fuoco di Sant'Antonio. Il rito della benedizione segue un formulario ben preciso, è un gesto che parte dalla fede e si compie nella fede. Non è un gesto scaramantico, nasce dalla fede degli uomini in Dio che è provvidenza: si fa appello alla provvidenza divina affinché tutti gli animali siano protetti da malattie e situazioni difficili. Rifacendomi a fatti di cronaca recenti, spero che questa benedizione possa proteggerli anche dalle violenze. Questa benedizione ci serve per ricordare una volta di più la dignità e l'atteggiamento etico che dobbiamo avere nei confronti degli animali».
Don Vito ha ricordato che gli animali sono creature di Dio e che meritano rispetto e amore. Ha anche invitato i fedeli a contrastare ogni forma di maltrattamento e abbandono degli animali.
«Il 17 gennaio la chiesa ricorda la figura di Sant'Antonio Abate, padre del monachesimo orientale - esordisce Don Vito Martinelli - . Egli è il protettore degli animali da fattoria e da cortile, per estensione anche degli animali domestici. Questo santo è legato agli animali perché nella sua biografia si narra di guarigioni ottenute con grasso di maiale. Sant'Antonio avrebbe curato il cosiddetto Fuoco di Sant'Antonio. Il rito della benedizione segue un formulario ben preciso, è un gesto che parte dalla fede e si compie nella fede. Non è un gesto scaramantico, nasce dalla fede degli uomini in Dio che è provvidenza: si fa appello alla provvidenza divina affinché tutti gli animali siano protetti da malattie e situazioni difficili. Rifacendomi a fatti di cronaca recenti, spero che questa benedizione possa proteggerli anche dalle violenze. Questa benedizione ci serve per ricordare una volta di più la dignità e l'atteggiamento etico che dobbiamo avere nei confronti degli animali».