Cronaca
Caso Ferragni, perquisizioni a Corato dopo il "pandorogate"
La Guardia di Finanza ha acquisito documenti dalla Dolci Preziosi
Corato - giovedì 22 febbraio 2024
13.20
La procura di Milano ha disposto nuove perquisizioni nelle sedi delle società coinvolte nel caso Ferragni, l'influencer accusata di aver ingannato i consumatori con false iniziative di beneficenza. Tra le aziende perquisite c'è anche la Dolci Preziosi di Corato, che aveva lanciato l'uovo di Pasqua "Chiara Ferragni".
Le indagini sono partite dopo il caso del pandoro Balocco "Pink Christmas", che Ferragni aveva presentato come un'iniziativa a sostegno della Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca sul cancro al seno. In realtà, come ha scoperto l'Antitrust, Balocco aveva già versato una donazione fissa di 100 mila euro alla fondazione, indipendentemente dalle vendite del pandoro. L'Antitrust ha quindi multato Ferragni per oltre un milione di euro, definendo la sua pubblicità "ingannevole e scorretta".
Le perquisizioni a Corato:
L'indagine della procura di Milano non si è fermata al caso Balocco, ma ha esteso le sue verifiche ad altre società che hanno collaborato con Ferragni. Tra queste c'è la Dolci Preziosi di Corato, che aveva pubblicizzato l'uovo di Pasqua "Chiara Ferragni" come un prodotto solidale a favore della Fondazione Francesca Rava, che si occupa di bambini in difficoltà.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Milano, su delega del pm Cristian Barilli e del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, a capo del dipartimento Antitruffe, si sono recati a Corato per acquisire documenti e mail relativi all'accordo con Ferragni. L'obiettivo è ricostruire la genesi degli accordi e verificare se ci sono state irregolarità o violazioni della normativa sulla pubblicità e sulla tutela dei consumatori.
Il caso Ferragni ha sollevato un dibattito sul ruolo e sulle responsabilità degli influencer, che spesso hanno un grande potere di persuasione sui loro follower, soprattutto sui più giovani. Alcuni esperti hanno chiesto una maggiore regolamentazione del settore, per garantire la veridicità e la trasparenza delle informazioni e delle iniziative pubblicizzate.
Le indagini sono partite dopo il caso del pandoro Balocco "Pink Christmas", che Ferragni aveva presentato come un'iniziativa a sostegno della Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca sul cancro al seno. In realtà, come ha scoperto l'Antitrust, Balocco aveva già versato una donazione fissa di 100 mila euro alla fondazione, indipendentemente dalle vendite del pandoro. L'Antitrust ha quindi multato Ferragni per oltre un milione di euro, definendo la sua pubblicità "ingannevole e scorretta".
Le perquisizioni a Corato:
L'indagine della procura di Milano non si è fermata al caso Balocco, ma ha esteso le sue verifiche ad altre società che hanno collaborato con Ferragni. Tra queste c'è la Dolci Preziosi di Corato, che aveva pubblicizzato l'uovo di Pasqua "Chiara Ferragni" come un prodotto solidale a favore della Fondazione Francesca Rava, che si occupa di bambini in difficoltà.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Milano, su delega del pm Cristian Barilli e del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, a capo del dipartimento Antitruffe, si sono recati a Corato per acquisire documenti e mail relativi all'accordo con Ferragni. L'obiettivo è ricostruire la genesi degli accordi e verificare se ci sono state irregolarità o violazioni della normativa sulla pubblicità e sulla tutela dei consumatori.
Il caso Ferragni ha sollevato un dibattito sul ruolo e sulle responsabilità degli influencer, che spesso hanno un grande potere di persuasione sui loro follower, soprattutto sui più giovani. Alcuni esperti hanno chiesto una maggiore regolamentazione del settore, per garantire la veridicità e la trasparenza delle informazioni e delle iniziative pubblicizzate.