La Polizia di Stato
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Cronaca

Bomba contro la pizzeria La Plaza: in carcere due giovani, hanno 21 e 22 anni

L'attentato in piazza D'Acquisto, lo scorso settembre: i due presunti responsabili inchiodati dalle telecamere di videosorveglianza

Avrebbero piazzato una bomba carta all'esterno della pizzeria La Plaza di Corato per intimidire il proprietario: sono stati arrestati oggi, dagli agenti della Polizia di Stato, due giovani del posto, il 22enne Simone Lupo e il 21enne Alfonso Arbore, ritenuti presunti responsabili del grave episodio dinamitardo avvenuto nel 2024.

Entrambi sono accusati, in concorso, del reato di porto in luogo pubblico e di esplosione di un ordigno con notevole portata offensiva. L'intervento dei poliziotti è avvenuto alle primissime luci dell'alba in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, a carico dei due giovani, il più grande dei quali con precedenti penali per lesioni, minacce e porto in luogo pubblico di arma da sparo.

I fatti risalgono alla notte del 24 settembre dello scorso anno, intorno all'01.00, quando, in piazza D'Acquisto, ad angolo con via Fortunato, «un uomo con il volto travisato posizionò e fece deflagrare, di fronte all'ingresso dell'attività commerciale, un ordigno di notevole capacità distruttiva che distrusse la porta d'ingresso della pizzeria, oltre ad arrecare ingenti danni alle auto parcheggiate» in strada e mandare in frantumi i vetri di un'abitazione. Per fortuna nessuno rimase ferito.

L'episodio si verificò a sette mesi da un altro caso simile, sempre ai danni della stessa attività che «il 9 febbraio 2024», hanno ricostruito gli inquirenti, diretti dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, fu al centro «di un altro caso incendiario con l'uso di liquido infiammabile che aveva bruciato la porta d'ingresso». Fin da subito la Squadra Mobile della Questura di Bari aveva cominciato l'attività investigativa per ricostruire la storia.

In modo particolare, le indagini, «nonostante il titolare dell'attività non abbia mai fornito spunti investigativi utili per addivenire all'identificazione dei responsabili, avendo sempre dichiarato di non aver mai subito minacce estorsive, ha consentito di raccogliere dei «gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati». La visione delle immagini delle telecamere presenti nei pressi del luogo dell'attentato dinamitardo «ha consentito di ricostruire il percorso di fuga dall'attentatore».

«Il giovane, infatti, dopo aver fatto deflagrare l'ordigno - i rilievi furono effettuati dai poliziotti della Scientifica - si allontanò frettolosamente a piedi per poi salire, dopo poche centinaia di metri, sull'auto del suo complice». Al termine delle operazioni, il 22enne e il 21enne sono stati accompagnati nel penitenziario di Trani.
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