Avincola a Sanremo
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Cultura

Avincola a Sanremo, «Sul palco dell'Ariston con Corato nel cuore»

Il legame con la nostra città del cantautore romano fra le Giovani Proposte

Quest'anno, con Avincola, c'è un po' di Corato anche sul palco dell'Ariston. La Corato che tifa per lui, la stessa che il cantautore, esibitosi nella prima serata del 2 marzo, porta nel cuore. Perché Simone Avincola, 33 anni, è nato e vive a Roma ma è ormai da tempo un figlio adottivo di Corato, da quando ha incontrato la sua compagna, nostra concittadina, con cui vive nella capitale.

A Corato quindi, dove si è anche esibito in passato, ha la sua famiglia, fatta di amici che lo seguono con affetto ed entusiasmo nell'avventura del Festival di Sanremo che lo vede in gara nella sezione Giovani Proposte con la canzone "Goal!", già vincitrice della finale di Sanremo Giovani 2020.

Riservato, gentile, un "pezzo di pane" dal sorriso pulito, come lo definiscono i suoi amici coratini, Avincola è uno dei cantautori più promettenti della scena romana e arriva a calcare il palcoscenico dell'Ariston con un bel bagaglio di esperienze e gavetta.

Cresciuto nel quartiere romano della Garbatella, la passione per la musica lo ha accompagnato sin da piccolo in un percorso di crescita che lo ha portato a conquistare il pubblico e l'interesse della critica col primo EP pubblicato all'età di 21 anni. Diversi i riconoscimenti collezionati, dal Premio Stefano Rosso nel 2009 al Premio Botteghe d'Autore nel 2010, il Premio PIVI Siae e il Premio MEI Cinema nel 2013, anno in cui pubblica il suo primo docufilm, "Stefano Rosso – L'ultimo romano".

Il suo percorso si è incrociato con artisti come Riccardo Sinigallia, Freak Antoni (Skiantos), Paolo Giovenchi, Edoardo De Angelis e Fiorello che, colpito dalla sua musica, lo ha voluto come ospite fisso nel suo programma radiofonico Edicola Fiore.

Lo abbiamo ascoltato sul palco dell'Ariston, vestito dei caldi colori sgargianti che ama tanto e lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare le sue emozioni.

«Salire su un palco così importante, calcato negli anni da grandi artisti, è stata una fortissima emozione. - ci dice Avincola- Anche il solo fatto di tornare ad esibirsi dopo un lungo periodo di fermo a causa della pandemia è stato molto importante. Tanta era l'ansia dietro le quinte che quasi mi sentivo nel pallone, ma sul palco ha prevalso la grande voglia di cantare. La lucidità viene un po' meno, è tutto molto frenetico, ma io sono felicissimo».

Hai portato al Festival un pezzo ottimista, che trasmette coraggio e speranza. «Sì, un messaggio che in questo periodo serve. Il calcio è una metafora della sfida della vita. Un panchinaro che si fa coraggio ed entra in campo per ricordare a tutti che siamo noi gli artefici delle nostre vite».

La musica fa parte della tua vita sin da piccolo, cosa significa per te? «Sin da piccolo sentivo l'esigenza di scrivere per parlare prima di tutto con me stesso, poi anche per comunicare con gli altri in maniera più profonda. Spero sempre che chi ascolta la mia musica possa ritrovarsi in qualche modo nelle mie parole e condividere un pensiero».

Sai che a Corato c'è chi fa un gran tifo per te? «E io sul palco dell'Ariston porto anche un pezzo di Corato nel cuore. Non solo perchè la mia compagna è di Corato e ho conosciuto tanti amici, ma perchè trovo sia una città bellissima, immersa in un paesaggio meraviglioso, con la campagna, il mare a due passi e soprattutto con persone così ospitali, disponibili, che dimostrano il piacere sincero di regalarti un abbraccio collettivo. Scendo spesso e spero di poterci tornare quanto prima».

E noi lo aspettiamo nella nostra città, ma intanto auguriamo ad Avincola di fare Goal! e di vincere la partita in questa esperienza sicuramente indimenticabile.
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