Cronaca
Appalti per la nuova Giovanni XXIII, indagato assessore regionale
Filippo Caracciolo è anche candidato alla Camera dei Deputati
Corato - mercoledì 7 febbraio 2018
8.46
Sulla sua costruzione ancora non è stata deposta la prima pietra, ma la nuova scuola Giovanni XXIII di Corato è oggi al centro di una bufera giudiziaria che sta coinvolgendo l'assessore regionale Filippo Caracciolo che è anche candidato alla Camera dei Deputati nelle fila del Partito Democratico.
Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Caracciolo sarebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia».
Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l'indagine su Arca Puglia avrebbero anche portato all'assessore regionale all'ambiente.
«L'appalto per quella scuola lo avrebbe truccato lui, promettendo un posto dl lavoro al presidente della commissione aggiudicatrice in cambio dl «assistenza elettorale» da parte dell'imprenditore. Per questo Caracciolo, esponente del Pd. candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» scrive il giornalista Massimiliano Scagliarini.
Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza presso l'abitazione dell'assessore.
Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno la Guardia di Finanza avrebbe ricostruito la vicenda «Partendo dagli esiti dl un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia. Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».
Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Caracciolo sarebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia».
Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l'indagine su Arca Puglia avrebbero anche portato all'assessore regionale all'ambiente.
«L'appalto per quella scuola lo avrebbe truccato lui, promettendo un posto dl lavoro al presidente della commissione aggiudicatrice in cambio dl «assistenza elettorale» da parte dell'imprenditore. Per questo Caracciolo, esponente del Pd. candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» scrive il giornalista Massimiliano Scagliarini.
Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza presso l'abitazione dell'assessore.
Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno la Guardia di Finanza avrebbe ricostruito la vicenda «Partendo dagli esiti dl un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia. Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».