Patrick Zaki
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Vita di Città

Anche Corato chiede la "Libertà per Patrick Zaki"

Saranno esposti in città 30 manifesti

C'è anche Corato tra i Comuni che hanno inteso aderire all'appello di solidarietà per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente egiziano in Erasmus a Bologna, detenuto nel suo paese.

Un appello che si concretizza nell'affissione di manifesti inneggianti la libertà per il "prigioniero di coscienza", vincitori di "Free Patrick Zaki, prisoner of conscience", edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale "Poster For Tomorrow".

I poster di Moises Romero (Messico), Zlatan Dryanov (Bulgaria), Christopher Scott (Ecuador), Rashid Rahnama (Iran), Andrea Rodrigues e Rita Reis (Portogallo) e degli italiani Mattia Pedrazzoli, Massimo Dezzani, Arianna Posanzini e Michele Carofiglio sono stati selezionati in due fasi successive da una giuria internazionale, tra gli oltre 900 provenienti da quasi 50 Paesi in tutto il mondo.

Il Comune di Corato ha scelto di acquistare 30 manifesti che saranno affissi in città e uno di questi sarà installato su pannelli in PVC da sul fronte di Palazzo di Città. L'indirizzo della giunta sarà eseguito a breve dal responsabile del settore cultura.

Le affissioni dei poster per la liberazione di Zaki sono partite da Bologna lo scorso 8 febbraio e hanno coinvolto diversi comuni pugliesi tra cui Ruvo di Puglia, Trepuzzi, Bari, Taranto, Lecce, Brindisi.

L'APPELLO

Il 7 febbraio 2020 Patrick Zaki, studente egiziano del Gemma (Master Erasmus Mundus che si occupa di "Women's and Gender Studies") dell'Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, viene fermato all'Aeroporto del Cairo, appena atterrato con un volo proveniente dall'Italia. Dopo diverse ore di sparizione forzata, ricompare il giorno dopo, 8 febbraio, di fronte alla procura della città di Mansura per la convalida dell'arresto. Il mandato di cattura contiene le accuse di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Dopo estenuanti rinvii, le prime due udienze del processo si tengono però solo a luglio. Nella seconda, quella di domenica 26, il giovane studente – visibilmente dimagrito – incontra i suoi avvocati per la prima volta dal 7 marzo. Il 25 agosto, sempre per la prima volta da marzo, vede sua madre, per un breve colloquio. Il 7 dicembre il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del tribunale del Cairo annuncia il rinnovo per 45 giorni della custodia cautelare. Il 19 dicembre Patrick incontra nuovamente la madre nel carcere di Tora. «Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui e mi deprimo a ogni tappa dell'anno accademico mentre sono qui invece che con i miei amici a Bologna», le racconta. In questi mesi la famiglia ha ricevuto solo due brevi lettere a fronte delle almeno 20 che il ragazzo aveva scritto e inviato. Noi riteniamo che Patrick Zaki sia un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. Dedichiamo questa iniziativa a tutte le persone prigioniere di coscienza rapite, torturate, sparite, recluse ingiustamente. E a tutte le giovani e i giovani che girano il mondo per studiare, ricercare, condividere, costruire una società migliore.

I PROMOTORI

Amnesty International è un'organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quello di promuovere, in maniera indipendente e imparziale, il rispetto dei diritti umani sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e quello di prevenirne specifiche violazioni.
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