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Amministrazione a rischio, il sindaco: «Rifletterò per una notte e deciderò se proseguire»

Dalla maggioranza si sfilano Noi con l'Italia e Forza Italia

L'amministrazione comunale di Corato vive oggi il momento più difficile dal suo insediamento e potrebbe concludere il suo mandato prima della sua scadenza naturale.

Che vi fosse un nuovo clima di tensione all'interno della maggioranza si era percepito lo scorso mese, con le dimissioni da presidente di ben due commissioni consiliari di Pasquale Pomodoro, esponente e capogruppo di "Noi con l'Italia", partito che conta il maggior numero di consiglieri in consiglio comunale.

Oggi Pasquale Pomodoro, nei preliminari di seduta, dinanzi al consiglio comunale ha ufficializzato la rottura con il primo cittadino a nome suo personale e del gruppo che rappresenta, insieme al consigliere di Forza Italia Pino Roselli.

«Abbiamo più volte garantito la sopravvivenza dell'amministrazione. Da adesso non potrà più contare sul nostro incondizionato appoggio qualora non ci renderà partecipi delle scelte» ha detto Pasquale Pomodoro a conclusione del suo lungo intervento nel quale ha stigmatizzato il presunto mancato coinvolgimento da parte del primo cittadino nelle decisioni.

«Abbiamo sbagliato perché abbiamo lasciato intendere all'opinione pubblica che vi fosse sintonia piena con il sindaco e addirittura che il sindaco fosse condizionato da noi. Abbiamo commesso l'errore di non dire subito che le responsabilità sono di chi ha nelle mani le sorti di questo comune. Noi abbiamo svolto la nostra opera per cercare di far portare a termine il mandato del sindaco con sacrifici anche da parte del nostro partito che ha lasciato un assessorato importante qual è quello dell'urbanistica e non siamo mai entrati nel potere di scelta del sindaco, libero di nominare chi ha meglio voluto» ha rimarcato Pomodoro.

E ha rivendicato un ruolo di primo piano: «Noi non possiamo svolgere un ruolo secondario: quello di oggi è un consiglio vitale ma dall'ultimo consiglio comunale non c'è stato alcun contatto. Siamo stati chiamati il giorno prima per una riunione. Per discutere di cosa? Abbiamo la pretesa di essere coinvolti e dare il nostro contributo: non siamo qui per alzare la mano su temi per i quali non siamo stati coinvolti».

Duro il giudizio relativo all'azione strettamente politica del sindaco: «Le mie dimissioni non sono una farsa ma l'epilogo di quei comportamenti che ti fanno sentire inutile. Se non ci sono rapporti, se il sindaco non ha la capacità di avere una squadra di persone a sua disposizione, non può fare il sindaco. Noi vogliamo dire la nostra, oggi ancora di più rispetto a ieri».

E rivendica un ruolo di responsabilità assunto dai consiglieri in dissidio con l'amministrazione: «Avremmo potuto non presentarci: noi invece siamo qui perché abbiamo il dovere di portare avanti gli argomenti che oggi ci vedono impegnati in consiglio. Abbiamo più volte garantito la sopravvivenza dell'amministrazione. Da adesso non potrà più contare sul nostro incondizionato appoggio qualora non ci renderà partecipi delle scelte».

Inevitabile l'intervento dei vari consiglieri di opposizione. Secondo Cataldo Mazzilli «La bocciatura politica di Pomodoro dovrebbe essere presa in serio esame dal sindaco che non può far finta di nulla»; Valeria Mazzone, invece, ha attaccato duramente i colleghi del centrodestra.

«A fine mandato vi siete accorti dei limiti del Sindaco. Pomodoro ha sempre messo infinite toppe e oggi vuole convincere che si è giunti a un punto di un non ritorno? Veramente crede che l'opposizione e i cittadini siano così distratti? Su Roselli avete detto di tutto e ora volete fare squadra con lui? Dov'era lei dinanzi a tutte le farse legate alle giunte e alle loro composizioni? Avete avallato la caccia alle streghe: c'è un momento in cui occorre mettere un punto anziché cadere nel ridicolo» ha stigmatizzato Mazzone.

E in maniera piccata ha proseguito: «Pomodoro è da qualche anno che non ha senso di responsabilità, avrebbe fatto meglio a non presentarsi. Voi siete stati complici silenziosi di questa amministrazione. Voi vi state già facendo campagna elettorale per far fuori la nuova candidatura di Mazzilli. Mi piacerebbe sapere come vivono questo momento coloro che hanno salvato l'amministrazione e che avrebbero preso il sindaco per la giacca. Cosa c'entrano queste chiacchiere?» ha concluso riferendosi chiaramente all'ex collega di partito Fabrizio Ventura.

Duro anche l'attacco dei consiglieri del Partito Democratico e del consigliere APE Paolo Loizzo, sulla scia di quanto già evidenziato dai colleghi di opposizione.

Un colpo, quello inferto da Pomodoro, non preventivato dal sindaco Mazzilli che - quasi impreparato a dover intervenire sull'argomento - ha risposto prendendo atto del momento di grave crisi e annunciando un momento di riflessione.

L'intervento del primo cittadino parte da una domanda: «E se i 4 anni li avessi persi io e chi dall'inizio ha tenuto una linea univoca nel sostenere questa amministrazione rispetto a tutti i passaggi politici che sono avvenuti? La politica che io intendevo era il servizio alla città che per senso di responsabilità mi sono ostinato a perseguire» ha detto in maniera amareggiata Mazzilli.

«Sono stato legittimato dal popolo, mi son messo il fardello sulle spalle e mi son messo a pedalare. Avrei dovuto pedalare di meno e telefonare e colloquiare di più. Non è vero che il dialogo è mancato, magari ci si è sottratti al dialogo» ha affermato il primo cittadino controbattendo alle accuse di Pomodoro.

Ma ha rimarcato: «Non vado avanti senza che ci sia una maggioranza. Devo riflettere sul fatto se ci sono gli estremi per staccare la spina».

E ancora, a chi ha evidenziato il suo non essere politico ha risposto: «Fiero di essere più tecnico e meno politico. Chiederemo alla gente se interessa un sindaco che faccia telefonate o un sindaco che faccia opere. Io sono un cittadino rispettabile che sta qui a lavorare quindi ore al giorno e non è vero che non ho condiviso nulla. Quando mi fu chiesta la candidatura dissi: "non mi mettete in mezzo ai giochi politici perché non li voglio fare e non li so fare"».

E concludendo il suo intervento: Non si va avanti a tutti i costi, ora è il momento di riflessioni profonde. Sapevo che passato agosto si sarebbe aperta la campagna elettorale e che in quello si sacrifica tutto. Non me l'aspettavo oggi. Non voglio essere trattato da scolaretto e bacchettato sulle mani. Accetto gli insegnamenti e non accetto per univoca attribuzione di colpe appunti su mie presunte carenze comportamentali. Rifletterò per una notte».

Disapprovazione per l'atteggiamento assunto dai consiglieri del centrodestra da parte del consigliere Renato Bucci: «Le dimissioni sono cose serie. Perché oggi si mette in discussione l'amministrazione? Ci sono critiche ai provvedimenti? Ci sono motivazioni oggettive? Qui parliamo di questioni caratteriali. Sindaco, non ti dimettere, tanto i provvedimenti passeranno. Non c'è un motivo reale nè sono emersi motivi reali nei momenti di vita di questa amministrazione. Tutto si è svolto sotto traccia».

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