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Attualità

Adescamento online dei minori, il garante: «Non abbassate la guardia»

Alcuni consigli per riconoscere le situazioni a rischio

Il Garante regionale per i diritti dei minori, Ludovico Abbaticchio, sollecita una maggiore attenzione in queste settimane di emergenza Coronavirus ai bambini che ci sono accanto e per rendere più semplice la comprensione del fenomeno ha pensato offrire semplici ma efficaci indicazioni.

Le persone di minore età oggi trascorrono molto tempo a casa, spesso su Internet e i social network e proprio in questo periodo la Polizia postale e delle comunicazioni ha segnalato un aumento delle denunce per adescamento online a danno di minori.

L'adescamento online di minore consiste in una manipolazione psicologica che alcuni adulti possono effettuare per indurre bambini e adolescenti a superare la proprie resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima, anche sessualizzata, attraverso l'uso di chat della rete o social network.

Aiutare ragazzi e adolescenti a proteggersi sul web scegliendo con cura chi frequentare online è quindi un compito importante degli adulti che li circondano, a partire da genitori e insegnanti, per tutelarli nella vita reale.

Conoscere bene il fenomeno dell'adescamento in rete è un primo passo per raggiungere con successo questo obiettivo. Potremmo dividere in 4 fasi l'adescamento online:
Fase dell'amicizia: l'adescatore virtuale effettua ripetuti contatti di socializzazione. Stabilisce il contatto condividendo all'inizio interessi comuni come ad esempio musica, attori o attrici preferiti, hobby ecc) e si mostra come premuroso e attento ascoltatore. L'avvicinamento è graduale, non punta subito all'esclusività ma getta le basi per cogliere il maggior numero di informazioni possibili.

Fase del risk-assessement: dopo aver stabilito i primi contatti in chat-room o social network, il potenziale abusante cerca di capire a quale livello di "privacy si sta svolgendo la conversazione con il bambino o l'adolescente. Alcune delle domande che rivolge potrebbero quindi essere, dove è situato il computer in casa, se i genitori sono presenti, se sta utilizzando il proprio smartphone o tablet e così via.

Fase dell'esclusività: quando l'adulto è sicuro di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell'esclusività, che rende impenetrabile la relazione ad esterni contando soprattutto sulla dimensione del segreto.

Fase della relazione sessualizzata: è proprio in questo momento che i ragazzi corrono il rischio di scambiare immagini, anche a sfondo sessuale esplicito, o di incorrere nella richiesta di un incontro offline. Le stesse immagini, i video o i testi inviati dalla persona minorenne, possono in seguito essere utilizzate in forma ricattatoria nel caso di un eventuale rifiuto nel continuare il rapporto online o nell'avviare una vera e propria relazione sessuale offline.

Impariamo a riconoscere le situazioni a rischio attraverso alcuni segnali possibili:
  • Uso eccessivo del computer o dello smartphone, fino a tarda notte e in modo nascosto, minimizzando, o cambiando pagina rapidamente quando si viene scoperti.
  • Nervosismo e aggressività quando non si può usare il computer o lo smartphone.
  • Comportamento improvvisamente più sessuato: nel modo di fare, di vestirsi e nel linguaggio.
  • Auto-isolamento, perdita della comunicazione con gli amici e i famigliari. La vita "reale" perde importanza.
  • Regali ricevuti da qualcuno al di fuori dalla consueta cerchia di amicizie, come per esempio vestiti, accessori, smartphone.

Se ci si trova o si pensa di trovarsi di fronte a un caso di adescamento di minorenni online è utile rivolgersi prima possibile alla Polizia postale ad altri presidi di Polizia (Questura, Commissariati di Polizia di Stato o caserme dei Carabinieri).

Tenere traccia di tutti i contatti intercorsi, salvando le conversazioni anche attraverso gli screenshot delle chat; se si percepisce un rischio per il benessere psicofisico delle persone minorenni coinvolte è bene rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico anche passando per una consultazione presso i servizi territoriali di riferimento (Consultori Familiari, Servizi di Neuropsichiatria infantile).
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