Vincenzo Adduci
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Vincenzo Adduci rompe il silenzio: «Pronto a tornare in campo per Corato»

Lancia una frecciata velata all'attuale panorama politico coratino: «Noto che alcune forze provano a rifarsi l’immagine cambiando nomi e sigle, mentre a tirarne i fili restano i personaggi di sempre»

Dopo un periodo di relativa lontananza dalla scena politica, il nome di Vincenzo Adduci torna a risuonare con forza nei corridoi del palazzo comunale e tra i cittadini di Corato. In una recente intervista esclusiva, Adduci ha espresso chiaramente la sua intenzione di riprendere un ruolo attivo nella vita politica della sua città, motivato da una passione mai sopita e dalla constatazione di un contesto amministrativo che, a suo dire, necessita di un contributo di esperienza e nuove idee.

«Non ho mai smesso di interessarmi di politica» ha esordito Adduci, sottolineando come questa sia una «passione che mi accompagna fin da ragazzo». Di fronte all'attuale scenario politico coratino, ha sentito che si tratta del momento propizio per «ricominciare, per fornire un contributo sia in termini di esperienza sia di idee, per un futuro migliore per la nostra città».

Un legame con la politica che affonda le radici in giovane età: «Avevo quattordici anni quando ho iniziato a frequentare la Democrazia Cristiana», ricorda con affetto Adduci, tributando un omaggio ad Antonio Cantatore, figura per lui fondamentale. «Da lui, che ricordo con grande affetto ed estrema gratitudine, ho cercato di apprendere quanto più possibile sia per quanto concerneva le tecniche operative di partito sia per l'atteggiamento pacato, riflessivo e decisionale cui dovevano essere improntate tanto la conclusione degli accordi politici quanto la scelta della linea da mantenere coerentemente nei confronti dei cittadini e dei componenti delle forze politiche con cui all'epoca si colloquiava».

Un'impronta democristiana che non si è mai affievolita: «Assolutamente no. Io continuo a essere nel mio cuore un democristiano», afferma con convinzione Adduci, evidenziando come questa eredità sia quasi «genetica», ricordando il padre Cristoforo, tra i fondatori della DC e consigliere comunale ai tempi di De Gasperi. «Tutto ciò mi ha portato a rimanere saldamente ancorato ai miei ideali e ai miei valori, sempre vivi nel mio cuore».

Ripercorrendo la sua traiettoria politica dopo la fine della Democrazia Cristiana, Adduci ha menzionato la difficile transizione degli anni '90, segnata da "tangentopoli" e da scelte che definisce «errate» da parte dei vertici democristiani. Ha poi ricordato la sua esperienza come fondatore del CCD con Casini e Mastella: con quest'ultimo mantiene ancora rapporti cordiali. La sua successiva decisione di interrompere l'attività politica è stata motivata «dalla non approvazione della trasformazione del CCD nell'UDC e dalla gestione dei suoi vertici», una scelta di coerenza con i suoi ideali.

Inevitabile un riferimento ad Alcide De Gasperi, definito da Adduci un "degasperiano Doc" e «il miglior maestro in politica che abbia avuto il nostro Paese».

Guardando al presente e al futuro di Corato, Adduci si dice pronto a tornare in prima persona, «collocandomi in un partito di centro». Sottolinea di non aver mai perso il contatto con i suoi concittadini, ascoltandone «le necessità e le problematiche» e offrendo il suo aiuto nei limiti del possibile, in linea con la «dottrina sociale cattolica propria della Democrazia Cristiana». Forte di una maggiore disponibilità di tempo, si dichiara pronto ad affrontare «nuove sfide», confidando nella «collaborazione e sull'appoggio di altre forze politiche per condividere un percorso comune».

Interrogato sulla possibilità di assumere incarichi in una futura amministrazione, Adduci frena gli entusiasmi, definendolo «prematuro» a un anno dalle elezioni. Tuttavia, non ne esclude la possibilità, rimandando la decisione a tempo debito, in accordo con «gli amici vecchi e nuovi disposti a sostenermi nel mio percorso politico».

Infine, Adduci lancia una frecciata velata all'attuale panorama politico coratino: «Noto che alcune forze provano a rifarsi l'immagine cambiando nomi e sigle, mentre a tirarne i fili restano i personaggi di sempre». Critica anche la circolazione di nomi di «possibili candidati a sindaco che paiono privi di effettiva consistenza», mettendo in dubbio la loro capacità di rispondere alle esigenze della cittadinanza a causa della mancanza di «esperienza in ambito politico, senza un passato da attivisti o militanti e senza aver frequentato scuole di partito».

Un monito, quello di Adduci, a non sottovalutare l'importanza di un solido background politico per «mantenere i giusti equilibri all'interno delle coalizioni» e per un reale confronto «nel quotidiano con la gente comune».

Conclude con un appello alla consapevolezza degli elettori coratini: «Ho fiducia nel fatto che ormai gli elettori di Corato sappiano comprendere quale sia l'effettiva situazione e non si lascino ulteriormente trarre in inganno da queste manovre di bassa lega, essendo ben consapevoli che sono loro a scegliere da chi essere governati tramite il voto, che è e rimane sovrano».

L'annuncio di un rinnovato impegno politico da parte di Vincenzo Adduci apre nuovi scenari per la futura amministrazione di Corato, portando con sé un bagaglio di esperienza e una visione politica radicata in valori che, a suo dire, rimangono più che mai attuali. Resta ora da vedere come questo ritorno in campo si concretizzerà e quali saranno le forze politiche che decideranno di affiancarlo in questo nuovo percorso.
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