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A Corato una panchina rossa contro il silenzio: è il “Posto Occupato” delle donne vittime di violenza

Un gesto concreto e visibile, perché una donna uccisa lascia un vuoto che non può essere dimenticato.

Uno sgabello alla posta, una poltrona a teatro, una seggiola sul tram, una panchina nel centro abitato. Lo hanno lasciato donne che si sono allontanate per qualche minuto, ma non torneranno a prendere le loro borse, le sciarpe, i cappotti rimasti adagiati. Madri, figlie, sorelle che hanno avuto la colpa di imbattersi nell'uomo sbagliato. In quell'idea distorta e perversa dell'amore che non è amore, che è possesso, usurpazione della persona, massima conseguenza di egoismo smisurato che, al peggio, diviene turba psicologica. Uccise da chi diceva di amarle.

Un "posto occupato" lasciato domenica mattina dalle socie della FIDAPA BPW Italy – Sezione di Corato e dedicato a tutte le donne vittime di violenza: un gesto concreto e visibile, perché una donna uccisa lascia un vuoto che non può essere dimenticato.

«La panchina – evidenzia la presidente della FIDAPA Maria Francesca Casamassimarappresenta la condivisione della vita sociale dei cittadini, è luogo di incontro e confronto ed oggi, attraverso questa iniziativa, anche simbolo di denunzia contro ogni forma di violenza. Di comune accordo con l'Assessorato alle Pari Opportunità e ai Servizi Sociali del Comune di Corato, abbiamo individuato la panchina del Posto Occupato in un luogo pubblico, vicino al Municipio, su Corso Mazzini, per far riflettere l'intera comunità sull'importanza e sul valore della vita, che merita di essere rispettata e tutelata».

L'iniziativa è nata da una riflessione di Maria Andaloro, editrice del settimanale online www.lagrandetestata.com, ed è partita il 29 giugno 2013 nell'anfiteatro della Villa Comunale di Rometta (Messina), luogo di nascita dell'Andaloro, la cui prima fila è stata occupata da un paio di scarpe rosse, un mazzo di chiavi ed una borsa. Da Rometta l'iniziativa, nel giro di breve tempo, ha contagiato altre città italiane nei luoghi del vivere quotidiano.

Nel novembre 2013, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la sezione FIDAPA BPW Italy di Giovinazzo è stata la prima ad aderire alla campagna nazionale "Posto Occupato". A seguire, il Distretto Sud-Est della FIDAPA BPW Italy ha deciso di sostenere il progetto e diffonderlo nelle varie sezioni di Puglia, Molise, Basilicata e Abruzzo, grazie all'impegno dell'allora vice presidente distrettuale Angela Pisicchio (biennio 2013-2015), socia della Sezione di Corato.
Oggi la FIDAPA BPW Italy ribadisce fermamente il proprio No alla violenza, come si evince dall'immagine scelta dalla sede nazionale e visibile sulla panchina cittadina, e si unisce al coro unanime delle donne che sono in prima linea a lottare per costruire una società e una convivenza civile più equa.

Per questi motivi, l'iniziativa della panchina rossa è stata realizzata in concomitanza con l'allestimento dell'Albero del Rispetto, a cura dell'Associazione Centrale delle Idee-Donne&Società, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione e di prevenzione sulla violenza di genere #iorispetto, nata dalla sinergia fra l'Amministrazione Comunale – Assessorato alle Politiche Sociali, le scuole cittadine e le numerose realtà associative del territorio.

Parole e frasi di scrittori italiani e stranieri, scelti dai membri dell'Associazione Donne&Società e posizionati su una palma di Corso Mazzini, hanno accompagnato alla riflessione sul tema del rispetto reciproco tra uomo e donna i tanti passanti e curiosi attratti dall'iniziativa, tra cui alcuni ragazzi della comunità parrocchiale "SS. Maria Incoronata". Ai colori rosa, verde e blu, che contraddistinguono la campagna #iorispetto, è stato affiancato il rosso dei tasselli in tessuto che hanno ricoperto la panchina del corso cittadino, usata dalla FIDAPA per il "Posto Occupato".

L'istallazione, curata dall' "artigiana del filo" Angela Strippoli, si compone di pezzi di tessuto rosso e bianco, di cui alcuni di quest'ultimi databili tra la fine dell'XIX e gli inizi del XX secolo, inserti ricamati, fili e gomitoli di colore rosso e bianco, applicazioni in maiolica nonché un acquerello raffigurante una figura femminile che regge nella mano destra un fuso. Ogni tessera custodisce un segno o un disegno a cui è associata una parola chiave: dialogo, ferita, anima, paura, impegno, diritto alla vita, silenzio ed, infine, il motto io rispetto. Ogni quadrato in tessuto rappresenta la singola entità che entra in comunione con l'altra per un obiettivo comune: la difesa della donna, la tutela della vita. Un messaggio che nasce nell'interiorità di ciascuno di noi e che trova espressione nella trama dell'ordito. Essa, infatti, diviene per l'artista la tela su cui fissare i propri versi poetici, ricamati con filo rosso e destinati all'umanità, quest'ultima rappresentata da un abito bianco che domenica mattina è stato adagiato tra la panchina rossa e il terreno della vicina palma di Corso Mazzini.

«La violenza – conclude la presidente Casamassimaè un'emergenza umanitaria che può essere debellata solo attraverso l'educazione, la prevenzione e la giusta informazione. Agire dopo non serve e punire non è una soluzione. Bisogna lavorare nelle famiglie, nelle scuole, tra i giovani affinché possa veicolare un messaggio di rispetto dell'altro, a difesa dei diritti di ciascuno».
16 fotoA Corato una panchina rossa contro il silenzio: è il “Posto Occupato” delle donne vittime di violenza
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