Lapide al Milite Ignoto
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Attualità

4 novembre, il messaggio del Sindaco De Benedittis

In mattinata, alle 9, la deposizione di una corona di alloro al Milite Ignoto

Il Comune di Corato celebrerà il 4 novembre, giorno dell'unità nazionale, e la Giornata delle Forze Armate secondo un programma che si aprirà alle 8:45 con il raduno dei partecipanti al chiostro del Palazzo di Città. Il Sindaco Corrado De Benedittis depositerà una corona di alloro al Milite Ignoto alle ore 9.

Questo il messaggio diffuso dal primo cittadino per l'occasione

Il 4 Novembre 1918, con l'entrata in vigore dell'Armistizio di Villa Giusti, terminava la Prima guerra mondiale e con l'annessione all'Italia dei territori di Trento e Trieste, si compiva il processo di unificazione nazionale, iniziato con il Risorgimento.

L'Italia aveva pagato a caro prezzo la partecipazione alla guerra: 650 mila soldati morti, 450 mila mutilati e una devastante crisi economica, destinata a minare irreversibilmente le Istituzioni liberaldemocratiche.

La Grande Guerra aveva, suo malgrado, cambiato il volto del Paese. Sud e Nord dell'Italia si erano riconosciuti come parte di una stessa Nazione, sia pure, dentro l'orrore delle trincee, segnate dalla
quotidiana esperienza della desolazione e della morte.

Le Forze Armate divennero il luogo in cui l'Unità Nazionale si sostanziava di contenuti drammatici e identitari forti: i giovani, arruolati, che morivano per l'Italia.

Il consiglio comunale di Corato, riconoscente, con delibera nç 80 del 28 dicembre scorso, ha conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, le cui spoglie, custodite, a Roma, nel Sacello dell'Altare della Patria, diventano i resti universali di ogni vita umana spezzata dalla follia della guerra.

Forte sia, dunque, la consapevolezza di appartenere a una Comunità nazionale, unitaria, nata dal contributo e dal sacrificio di ogni regione e di ogni città, a cui è giusto e doveroso garantire uguali diritti e stesse opportunità.

Purtroppo, da tempo, è forte il rischio che le spinte autonomiste delle regioni più ricche, attraverso un sistema di riforme, possano rompere la solidarietà nazionale minando il senso stesso del nostro Paese, per cui, invece, tanti giovani, loro malgrado, persero, nel secolo scorso, troppo presto la vita».

  • 4 novembre
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