Quarantadue anni fa il rapimento di Aldo Moro
Una riflessione del prof. Giuseppe Scaringella
lunedì 16 marzo 2020
10.28
iReport
Le misure per il contrasto e il contenimento sul territorio della diffusione del CORONAVIRUS, emanate legittimamente e democraticamente dalle diverse Autorita' di governo per la difesa del diritto alla salute e incolumità fisica e morale dei cittadini e delle loro Comunità, da un lato ci impongono domicilio e residenza coatti, dall'altro ci donano spaccati quotidiani di "otium" petrarchesco, sottraendoci al "rumore mondano", effetto delle ambasce e angustie, dei ritmi frenetici e della fretta del nostro vivere sociale.
Tra ieri e oggi la gran mole di attese informazioni sulla evoluzione di questa drammatica emergenza pandemica, che affligge e ferisce la nostra amata Italia, l'Europa e il mondo, quasi per incanto, ha dovuto sostare dinanzi a un vigoroso empito di convinta e gioiosa speranza del popolo italiano che coralmente ha cantato la sua forte volontà di resistere al virus, inondando di note musicali, suoni e applausi cieli, terre e vie di città piccole, medie e grandi. Questa manifestazione, cui hanno partecipato tutte le persone del tessuto socio-civile- culturale e religioso del popolo italiano, ha confermato una solida attesa di UNITA' per vincere la battaglia in corso, impegnando la responsabilità di tutti a costruire percorsi di autentica e pura UNITA'.
A questo proposito, approssimandosi il 42° anniversario del tragico 16 MARZO 1978, che rievoca il rapimento di ALDO MORO, "martire laico", e l'assassinio dei cinque uomini della sua scorta, l'otium mi ha agevolato il ricordo di un pensiero di MORO sui percorsi di costruzione dell'UNITA', pubblicato sotto il titolo" AGIRE UNITI NELLA DIVERSITA'" da IL GIORNO del 10 Aprile 1977 che di seguito trascrivo.
"Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell'uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l'uno all'altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo".
Questo pensiero di Aldo MORO, barbaramente assassinato dalle logiche disumane dei cosiddetti "poteri forti" di ieri e di oggi, ispiri e caratterizzi l'impegno civile dei cittadini italiani, dalle " Alpi al Mare nostrum", per proiettare un prossimo futuro di speranza e pace.
Tra ieri e oggi la gran mole di attese informazioni sulla evoluzione di questa drammatica emergenza pandemica, che affligge e ferisce la nostra amata Italia, l'Europa e il mondo, quasi per incanto, ha dovuto sostare dinanzi a un vigoroso empito di convinta e gioiosa speranza del popolo italiano che coralmente ha cantato la sua forte volontà di resistere al virus, inondando di note musicali, suoni e applausi cieli, terre e vie di città piccole, medie e grandi. Questa manifestazione, cui hanno partecipato tutte le persone del tessuto socio-civile- culturale e religioso del popolo italiano, ha confermato una solida attesa di UNITA' per vincere la battaglia in corso, impegnando la responsabilità di tutti a costruire percorsi di autentica e pura UNITA'.
A questo proposito, approssimandosi il 42° anniversario del tragico 16 MARZO 1978, che rievoca il rapimento di ALDO MORO, "martire laico", e l'assassinio dei cinque uomini della sua scorta, l'otium mi ha agevolato il ricordo di un pensiero di MORO sui percorsi di costruzione dell'UNITA', pubblicato sotto il titolo" AGIRE UNITI NELLA DIVERSITA'" da IL GIORNO del 10 Aprile 1977 che di seguito trascrivo.
"Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell'uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l'uno all'altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo".
Questo pensiero di Aldo MORO, barbaramente assassinato dalle logiche disumane dei cosiddetti "poteri forti" di ieri e di oggi, ispiri e caratterizzi l'impegno civile dei cittadini italiani, dalle " Alpi al Mare nostrum", per proiettare un prossimo futuro di speranza e pace.