«Dove andranno a giocare i nostri figli?»
Il problema di chi non può permettersi di pagare le iniziative estive per i figli
martedì 2 maggio 2017
12.59
iReport
Con l'avvicinarsi della chiusura dell'anno scolastico e l'arrivo della bella stagione si iniziano a programmare le iniziative estive per tenere impegnati i bambini e i ragazzi.
Sono tante le famiglie che scelgono di affidare i propri figli a strutture organizzate per le attività estive, siano esse parrocchiali o private. E, intorno alle vacanze scolastiche e all'esigenza delle famiglie di far partecipare i propri figli alle iniziative, si sono sviluppate anche vere e proprie imprese che hanno fatto dell'intrattenimento il proprio business.
A fronte di una piccola spesa, dunque, si possono tenere impegnati in attività ricreative i propri figli, con la serenità che consegue nel saperli affidati alle mani di animatori esperti o in strutture adeguate.
Ma c'è anche chi quella piccola spesa non se la può permettere. Ed è proprio una mamma a chiamare la nostra redazione e ad esporci la sua preoccupazione.
«Dove andranno a giocare i nostri figli?» ci chiede amareggiata la giovane mamma, che vive nel rione Belvedere. La zona è una delle più abbandonate della città; persino camminare diventa pericoloso, dato lo stato delle strade, figurarsi giocare con una palla. Per non parlare del rischio che corrono i bambini giocando lì dove passano le automobili.
«Non ho la possibilità di mandare i miei figli in qualche oratorio o a qualche campo estivo. Sino a poco tempo fa i bambini potevano giocare in un piccolo slargo nel rione. Ma l'entusiasmo e la gioia dei bambini spesso si trasforma in piccoli schiamazzi che possono infastidire i clienti dell'attività commerciale che si affaccia sullo slargo. Noi vorremmo che i nostri figli possano giocare in libertà, lontano dai pericoli della strada. Gli stessi bambini ci chiedono di "parlare col sindaco" per trovare una soluzione a questo loro piccolo grande problema. Tutti i bambini hanno diritto a giocare e a godersi i momenti felici dell'infanzia, di correre dietro un pallone, di ridere e urlare. Anche i figli di chi non può permettersi di pagare attività e strutture» è lo sfogo della giovane mamma.
Sono tante le famiglie che scelgono di affidare i propri figli a strutture organizzate per le attività estive, siano esse parrocchiali o private. E, intorno alle vacanze scolastiche e all'esigenza delle famiglie di far partecipare i propri figli alle iniziative, si sono sviluppate anche vere e proprie imprese che hanno fatto dell'intrattenimento il proprio business.
A fronte di una piccola spesa, dunque, si possono tenere impegnati in attività ricreative i propri figli, con la serenità che consegue nel saperli affidati alle mani di animatori esperti o in strutture adeguate.
Ma c'è anche chi quella piccola spesa non se la può permettere. Ed è proprio una mamma a chiamare la nostra redazione e ad esporci la sua preoccupazione.
«Dove andranno a giocare i nostri figli?» ci chiede amareggiata la giovane mamma, che vive nel rione Belvedere. La zona è una delle più abbandonate della città; persino camminare diventa pericoloso, dato lo stato delle strade, figurarsi giocare con una palla. Per non parlare del rischio che corrono i bambini giocando lì dove passano le automobili.
«Non ho la possibilità di mandare i miei figli in qualche oratorio o a qualche campo estivo. Sino a poco tempo fa i bambini potevano giocare in un piccolo slargo nel rione. Ma l'entusiasmo e la gioia dei bambini spesso si trasforma in piccoli schiamazzi che possono infastidire i clienti dell'attività commerciale che si affaccia sullo slargo. Noi vorremmo che i nostri figli possano giocare in libertà, lontano dai pericoli della strada. Gli stessi bambini ci chiedono di "parlare col sindaco" per trovare una soluzione a questo loro piccolo grande problema. Tutti i bambini hanno diritto a giocare e a godersi i momenti felici dell'infanzia, di correre dietro un pallone, di ridere e urlare. Anche i figli di chi non può permettersi di pagare attività e strutture» è lo sfogo della giovane mamma.