Deposito nazionale: «La localizzazione problematica di un'opera necessaria per la difesa dell'ambiente»
La posizione di Legambiente su una questione difficile e articolata
giovedì 14 gennaio 2021
12.41
iReport
La questione della localizzazione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi ha scatenato con effetto immediato una reazione forte da più parti -associazioni, istituzioni e semplici cittadini- a riprova che l'opposizione a tutto ciò che rievoca il nucleare è ancora forte.
Il nostro territorio ha alle spalle una storia ricca di movimenti dal basso che hanno sempre difeso il territorio e combattuto per la sua tutela, in primis per la costituzione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Tuttavia, noi riteniamo che il problema dei rifiuti radioattivi vada affrontato con determinazione per una pronta risoluzione, per almeno due motivi: al momento i rifiuti derivanti dalle scorie radioattive delle centrali dismesse nonché dallo smantellamento delle suddette centrali sono stoccati in depositi temporanei poco sicuri, delle vere e proprie bombe ad orologeria; in secondo luogo, ci sono almeno tre fonti di rifiuti radioattivi che non hanno nulla a vedere con le centrali nucleari, ossia rifiuti dall'industria, dal settore ospedaliero e dalla ricerca scientifica. Questi rifiuti, definiti a bassa e molto bassa radioattività, vanno gestiti razionalmente, evitando, come a volte accade oggi, che vengano rilasciati erroneamente nell'ambiente. La costruzione del Deposito nazionale è dunque auspicabile e urgente, visto anche il ritardo con cui si sta affrontando la questione. A questo bisogna necessariamente accompagnare una campagna di informazione seria presso le popolazioni interessate. Le preoccupazioni di Legambiente riguardo la localizzazione del Deposito nell'area a noi vicina sono le seguenti: il deposito si trova incastrato tra aree protette benché al di fuori del perimetro delle stesse, come previsto dai criteri di esclusione della Guida Tecnica n. 29 dell'ISPRA. Si tratta di aree che proprio negli ultimi anni hanno investito sulla propria immagine, votata all'agricoltura e al turismo, come il nostro Parco Nazionale dell''Alta Murgia.
La presenza di un deposito di rifiuti radioattivi è in contrasto con questa immagine. In secondo luogo, il Deposito è pensato per ospitare nel lungo periodo solo i rifiuti a bassa e molto bassa radioattività; tuttavia, mancando ancora a livello europeo un deposito per i rifiuti a media e alta radioattività, i rifiuti di questa categoria prodotti dalle vecchie centrali italiane dovranno essere stoccati temporaneamente nel Deposito, benché in un'area dedicata. Ed è proprio l'avverbio "temporaneamente" che ci preoccupa, non essendoci garanzie sulla localizzazione di un deposito geologico europeo adatto.
Ci chiediamo pertanto se non sia possibile trovare una soluzione alternativa che tenga separate queste due categorie di rifiuti. Tenendo conto delle informazioni attuali, il nostro Circolo sposa la posizione di contrarietà già esposta dai sindaci del Parco dell'Alta Murgia e dall'Ente Parco stesso. Il Circolo sta seguendo da vicino la fase di dialogo in atto tra le varie realtà locali e le istituzioni e contribuirà a far presente le motivazioni del no con spirito costruttivo e volto alla risoluzione del problema.
Il nostro territorio ha alle spalle una storia ricca di movimenti dal basso che hanno sempre difeso il territorio e combattuto per la sua tutela, in primis per la costituzione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Tuttavia, noi riteniamo che il problema dei rifiuti radioattivi vada affrontato con determinazione per una pronta risoluzione, per almeno due motivi: al momento i rifiuti derivanti dalle scorie radioattive delle centrali dismesse nonché dallo smantellamento delle suddette centrali sono stoccati in depositi temporanei poco sicuri, delle vere e proprie bombe ad orologeria; in secondo luogo, ci sono almeno tre fonti di rifiuti radioattivi che non hanno nulla a vedere con le centrali nucleari, ossia rifiuti dall'industria, dal settore ospedaliero e dalla ricerca scientifica. Questi rifiuti, definiti a bassa e molto bassa radioattività, vanno gestiti razionalmente, evitando, come a volte accade oggi, che vengano rilasciati erroneamente nell'ambiente. La costruzione del Deposito nazionale è dunque auspicabile e urgente, visto anche il ritardo con cui si sta affrontando la questione. A questo bisogna necessariamente accompagnare una campagna di informazione seria presso le popolazioni interessate. Le preoccupazioni di Legambiente riguardo la localizzazione del Deposito nell'area a noi vicina sono le seguenti: il deposito si trova incastrato tra aree protette benché al di fuori del perimetro delle stesse, come previsto dai criteri di esclusione della Guida Tecnica n. 29 dell'ISPRA. Si tratta di aree che proprio negli ultimi anni hanno investito sulla propria immagine, votata all'agricoltura e al turismo, come il nostro Parco Nazionale dell''Alta Murgia.
La presenza di un deposito di rifiuti radioattivi è in contrasto con questa immagine. In secondo luogo, il Deposito è pensato per ospitare nel lungo periodo solo i rifiuti a bassa e molto bassa radioattività; tuttavia, mancando ancora a livello europeo un deposito per i rifiuti a media e alta radioattività, i rifiuti di questa categoria prodotti dalle vecchie centrali italiane dovranno essere stoccati temporaneamente nel Deposito, benché in un'area dedicata. Ed è proprio l'avverbio "temporaneamente" che ci preoccupa, non essendoci garanzie sulla localizzazione di un deposito geologico europeo adatto.
Ci chiediamo pertanto se non sia possibile trovare una soluzione alternativa che tenga separate queste due categorie di rifiuti. Tenendo conto delle informazioni attuali, il nostro Circolo sposa la posizione di contrarietà già esposta dai sindaci del Parco dell'Alta Murgia e dall'Ente Parco stesso. Il Circolo sta seguendo da vicino la fase di dialogo in atto tra le varie realtà locali e le istituzioni e contribuirà a far presente le motivazioni del no con spirito costruttivo e volto alla risoluzione del problema.