Dentro la cornice...
Gaia Martinelli racconta l'emozione del premio al concorso "Cataldo Leone"
martedì 29 maggio 2018
11.36
iReport
Sabato 26 maggio 2018, in occasione della premiazione della IX edizione del Concorso letterario "Cataldo Leone",presso il Chiostro del Comune di Corato, seduta tra le mie compagne d'avventura Francesca Loiodice e Margherita Boccasile, ho ascoltato, dopo gli interventi dei relatori, (tra cui la illustre docente di Letteratura latina tardo-antica, prof.ssa Palma Camastra), la serie di nomi di coloro che si erano aggiudicati il quarto postonelle tre sezioni di cui detto concorso era strutturato, ancora del tutto ignara di quello che avrei sentito lì a breve… Ci stringevamo le mani, il sole picchiava dritto sulle nostre teste e io, a dire il vero, ero con la testa fra le nuvole; quando…
«Vince il terzo posto per la sezione prosa delle scuole medie superiori…. Martinelli Gaia con il testo "Fuori dalla cornice".»
Ecco che in testa sono iniziate una serie di domande e nello stomaco una serie di sensazioni che ancora non riesco a descrivere.«Gaia? Ma siamo sicuri???»; "Oddio ma sono io! Ma veramente???"; "Mi devo alzare?!? Si mi devo alzare!!!". Con il sottofondo degli applausi, delle urla delle mie compagne e seguita dagli sguardi felici delle prof.sse A. Loprieno e M. Tommasicchio, mi sono alzata. Credo di aver corso verso il premiatore, sì, mi sa proprio che ho corso verso il tavolo dei relatori e mi sono ritrovata, poi, con una busta bianca in mano...
Forse solo allora ho realizzato che realmente il terzo posto spettava a me. Mentre una delle giurate leggeva pubblicamente il commento e le motivazioni per cui era stato scelto il mio testo, sono sicura avessi un sorriso quasi da ebete e quel sorriso non l'ho lasciato per tutta la giornata… Con gli occhi lucidi ho cercato di seguire il discorso della professoressa, ma insomma, lo ammetto, ero altrove. Pensavo alle mie compagne che erano lì a sorridermi, pensavo agli altri della mia classe, la mitica 5 B, che quella mattina mi avevano detto "Facci sapere", pensavo alla mia professoressa di italiano, prof.ssa Alessandra Loprieno, che credo fosse orgogliosa e io non potevo altro che esserle grata. Se lei non avesse creduto in me e nel mio testo proposto, io non sarei mai stata lì a ritirare quel premio e mai avrei dato voce a quello che avevo da dire. Ho dato vita alla Venere di Botticelli e attraverso lei, attraverso i suoi occhi, ho scritto delle brutture della vita, delle violenze e dei soprusi nei confronti della donna che purtroppo sono una quotidianità. Con questo testo non ho voluto solo parlare di questa realtà ma ho voluto anche lasciare un messaggio di speranza che non morirà mai nella Venere e in me.
Dopo aver scattato delle foto e dopo aver ricevuto le congratulazioni, mi sono ritrovata di nuovo a correre verso il mio posto e a esser accolta da un abbraccio, uno di quelli che ti fanno pensare che ce l'hai fatta e che magari te lo meritavi davvero. Ero incredula, ma è capitato. È capitato che qualcosa di assolutamente inaspettato mi abbia reso felice ed è proprio vero che le cose inaspettate sono le più belle. Le parole scritte hanno un potere così forte e con quel testo credo di aver lasciato una parte di me a questa scuola che, viceversa, ha dato così tanto a me ed è stato il modo migliore per concludere i miei cinque anni qui, al nostro liceo artistico.
«Vince il terzo posto per la sezione prosa delle scuole medie superiori…. Martinelli Gaia con il testo "Fuori dalla cornice".»
Ecco che in testa sono iniziate una serie di domande e nello stomaco una serie di sensazioni che ancora non riesco a descrivere.«Gaia? Ma siamo sicuri???»; "Oddio ma sono io! Ma veramente???"; "Mi devo alzare?!? Si mi devo alzare!!!". Con il sottofondo degli applausi, delle urla delle mie compagne e seguita dagli sguardi felici delle prof.sse A. Loprieno e M. Tommasicchio, mi sono alzata. Credo di aver corso verso il premiatore, sì, mi sa proprio che ho corso verso il tavolo dei relatori e mi sono ritrovata, poi, con una busta bianca in mano...
Forse solo allora ho realizzato che realmente il terzo posto spettava a me. Mentre una delle giurate leggeva pubblicamente il commento e le motivazioni per cui era stato scelto il mio testo, sono sicura avessi un sorriso quasi da ebete e quel sorriso non l'ho lasciato per tutta la giornata… Con gli occhi lucidi ho cercato di seguire il discorso della professoressa, ma insomma, lo ammetto, ero altrove. Pensavo alle mie compagne che erano lì a sorridermi, pensavo agli altri della mia classe, la mitica 5 B, che quella mattina mi avevano detto "Facci sapere", pensavo alla mia professoressa di italiano, prof.ssa Alessandra Loprieno, che credo fosse orgogliosa e io non potevo altro che esserle grata. Se lei non avesse creduto in me e nel mio testo proposto, io non sarei mai stata lì a ritirare quel premio e mai avrei dato voce a quello che avevo da dire. Ho dato vita alla Venere di Botticelli e attraverso lei, attraverso i suoi occhi, ho scritto delle brutture della vita, delle violenze e dei soprusi nei confronti della donna che purtroppo sono una quotidianità. Con questo testo non ho voluto solo parlare di questa realtà ma ho voluto anche lasciare un messaggio di speranza che non morirà mai nella Venere e in me.
Dopo aver scattato delle foto e dopo aver ricevuto le congratulazioni, mi sono ritrovata di nuovo a correre verso il mio posto e a esser accolta da un abbraccio, uno di quelli che ti fanno pensare che ce l'hai fatta e che magari te lo meritavi davvero. Ero incredula, ma è capitato. È capitato che qualcosa di assolutamente inaspettato mi abbia reso felice ed è proprio vero che le cose inaspettate sono le più belle. Le parole scritte hanno un potere così forte e con quel testo credo di aver lasciato una parte di me a questa scuola che, viceversa, ha dato così tanto a me ed è stato il modo migliore per concludere i miei cinque anni qui, al nostro liceo artistico.