Cosa ci divide dagli antichi? La funzione dei classici oggi
Il resoconto di una giornata di studio al Liceo Oriani
martedì 26 novembre 2019
12.29
iReport
''La ricerca ha senso solo se stimola altra ricerca''. Esordisce così, la prof.ssa Anna Tiziana Drago, ricercatrice per il settore di Lingua e Letteratura Greca presso la Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Bari ''Aldo Moro'', esperta in epistolografia e letteratura greca erotica, nonché collaboratrice presso numerose riviste italiane e straniere. ''Ringrazio la preside Angela Adduci per la sua disponibilità a collaborare con l'università per edificare ponti tra generazioni e formare nuove e brillanti intelligenze''.
L'incontro, il secondo di un ciclo di conferenze dal titolo La parresia: dai greci alla psicoanalisi, tenutosi presso l'Agorà ''Felice Tarantini'' del Liceo Classico di Corato, ha visto protagonisti gli studenti dell'Oriani in un vivo dibattito con la professoressa Drago sull'attualità dei classici. ''Il senso di questa iniziativa'', precisa il professor Luigi Vavalà, promotore dell'evento, ''è quello di ampliare gli orizzonti dei giovani attraverso un percorso formativo sul piano dell'analisi e della riflessione''
.
La relazione della prof.ssa Drago, infatti, muovendo dalla constatazione della complessità del mondo, giunge ad esprimere la necessità che i giovani si approccino allo studio dei classici e adoperino una conoscenza astratta e non necessariamente improntata al capitalismo. ''Il mondo antico non è un deposito di valori'', sostiene la prof.ssa, ''e accostarsi ai testi latini e greci in prima persona attraverso la traduzione, significa non correre il rischio di assumere una conoscenza dogmatica, parafrasata da altri''. I grumi problematici dell'antichità rappresentano una valida attestazione di quanto la conflittualità del reale, che è una costante dell'esistenza, non possa sempre risolversi in immediate e semplificate risposte. Importante è, in tal senso, il ruolo della Scuola, che ha il compito di contrastare le congiunture tecnico-economiche della società ed assurgere la cultura classica al rango di disciplina indispensabile per la formazione di studenti dallo spirito cittadino rinnovato e propensi a rivalutare la politicità del mondo greco come antidoto alla autoreferenzialità del mondo moderno.
È necessario che le nuove generazioni forniscano un significativo contributo d'immaginazione alla società, che la preservi dall'incespicare nella tentazione alla resa facile e che, soprattutto, funga da incentivo al ''recupero'', come dice il poeta Franco Fortini in uno dei testi citati dalla prof.ssa Drago nel corso della mattinata, ''della reversibilità del tempo e della distanza tra generazioni''. La parresia nasce nell'antica Grecia come una forma di emancipazione retorica rispetto ai dispotismi e comporta la licenza di esprimersi apertamente, pur non presentandosi come una prerogativa di tutti. Anche oggi, in fondo, ''non basta essere donne per farsi portatrici di un pensiero divergente; è necessario ricercare ragioni molto più profonde ed assumere un atteggiamento anticonformista alle mode del presente, in linea con quanto ci insegnano gli antichi''.
Questo il lascito della prof.ssa Drago che, in occasione della XX Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha colto l'occasione per sottolineare ancora una volta che la distanza che ci separa dagli antichi non è poi così esagerata.
L'incontro, il secondo di un ciclo di conferenze dal titolo La parresia: dai greci alla psicoanalisi, tenutosi presso l'Agorà ''Felice Tarantini'' del Liceo Classico di Corato, ha visto protagonisti gli studenti dell'Oriani in un vivo dibattito con la professoressa Drago sull'attualità dei classici. ''Il senso di questa iniziativa'', precisa il professor Luigi Vavalà, promotore dell'evento, ''è quello di ampliare gli orizzonti dei giovani attraverso un percorso formativo sul piano dell'analisi e della riflessione''
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La relazione della prof.ssa Drago, infatti, muovendo dalla constatazione della complessità del mondo, giunge ad esprimere la necessità che i giovani si approccino allo studio dei classici e adoperino una conoscenza astratta e non necessariamente improntata al capitalismo. ''Il mondo antico non è un deposito di valori'', sostiene la prof.ssa, ''e accostarsi ai testi latini e greci in prima persona attraverso la traduzione, significa non correre il rischio di assumere una conoscenza dogmatica, parafrasata da altri''. I grumi problematici dell'antichità rappresentano una valida attestazione di quanto la conflittualità del reale, che è una costante dell'esistenza, non possa sempre risolversi in immediate e semplificate risposte. Importante è, in tal senso, il ruolo della Scuola, che ha il compito di contrastare le congiunture tecnico-economiche della società ed assurgere la cultura classica al rango di disciplina indispensabile per la formazione di studenti dallo spirito cittadino rinnovato e propensi a rivalutare la politicità del mondo greco come antidoto alla autoreferenzialità del mondo moderno.
È necessario che le nuove generazioni forniscano un significativo contributo d'immaginazione alla società, che la preservi dall'incespicare nella tentazione alla resa facile e che, soprattutto, funga da incentivo al ''recupero'', come dice il poeta Franco Fortini in uno dei testi citati dalla prof.ssa Drago nel corso della mattinata, ''della reversibilità del tempo e della distanza tra generazioni''. La parresia nasce nell'antica Grecia come una forma di emancipazione retorica rispetto ai dispotismi e comporta la licenza di esprimersi apertamente, pur non presentandosi come una prerogativa di tutti. Anche oggi, in fondo, ''non basta essere donne per farsi portatrici di un pensiero divergente; è necessario ricercare ragioni molto più profonde ed assumere un atteggiamento anticonformista alle mode del presente, in linea con quanto ci insegnano gli antichi''.
Questo il lascito della prof.ssa Drago che, in occasione della XX Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha colto l'occasione per sottolineare ancora una volta che la distanza che ci separa dagli antichi non è poi così esagerata.