Chiusure in zona rossa: «Abbandonati e uccisi nella dignità. Riaprite le nostre serrande»
Lo sfogo del parrucchiere Vito Balducci, comune a quello di commercianti e artigiani fermi dalle restrizioni
martedì 30 marzo 2021
iReport
A Corato, come in tutta la Puglia, protestano ristoratori, commercianti e artigiani contro le restrizioni e gli aiuti non ricevuti dal Governo e dalla Regione. Molte sono le attività attualmente costrette alla chiusura in virtù delle misure restrittive da zona rossa che hanno esposto dei cartelli con su scritto "abbandonati e uccisi dallo Stato", su vetrine o sui propri profili social. Una situazione difficile e drammatica che ben si riassume nelle parole del parrucchiere Vito Balducci, professionista che mette nero su bianco lo sfogo rivolto alle istituzioni di una intera categoria messa in ginocchio dalle chiusure imposte solo per alcune attività ritenute "non necessarie".
State mettendo noi, come tutti i commercianti e gli artigiani, nelle condizioni di dover scegliere tra la salute e la nostra dignità nel dover adempiere a tutti i nostri obblighi. Che sia chiaro a tutti, la pazienza è ai minimi storici.
Siamo stanchi e stufi di dover assistere a differenti trattamenti tra singole attività, di vedere la gente ugualmente in giro mentre noi siamo costretti in casa a dover dare giustificazioni a banche, fornitori, proprietari di locali, commercialisti, Enel, Eni, Acquedotto, Inps, Inail, Tari, Irpef, strozzini e chi più ne ha più ne metta!
La cosa peggiore di tutta questa situazione è accorgersi, dopo 20 anni di lavoro, di avere un'attività "non essenziale", di essere parte di quelle categorie demonizzate come untrici e relegate a pochi, insomma quelli che possono anche chiudere, tanto senza il parrucchiere non si muore, giusto?
Vorrei tanto capire chi ha deciso che andare dal parrucchiere di fiducia sia meno utile di un cacciavite, o che un pacchetto di sigarette sia più utile di una pentola. Qui non si deve guardare alla "moralità" delle attività, ma al fatto che ogni attività è un lavoro, ed è lavoro per tutti, indipendentemente dall'essere un lavoratore privato, pubblico, autonomo o una P.IVA, senza distinzioni fra una palestra, un negozio, un supermercato o una ferramenta!
O qui stiamo tutti chiusi, oppure stiamo tutti aperti, perché altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro!
I soldi che ci avete stanziato, quel fumo negli occhi che da un anno ci state buttando, credendo di alleviare le nostre sofferenze, non servono a niente se non a fomentare rabbia e frustrazione.
Il 7 aprile o riaprite le nostre serrande, oppure dovremo farlo autonomamente.
State mettendo noi, come tutti i commercianti e gli artigiani, nelle condizioni di dover scegliere tra la salute e la nostra dignità nel dover adempiere a tutti i nostri obblighi. Che sia chiaro a tutti, la pazienza è ai minimi storici.
Siamo stanchi e stufi di dover assistere a differenti trattamenti tra singole attività, di vedere la gente ugualmente in giro mentre noi siamo costretti in casa a dover dare giustificazioni a banche, fornitori, proprietari di locali, commercialisti, Enel, Eni, Acquedotto, Inps, Inail, Tari, Irpef, strozzini e chi più ne ha più ne metta!
La cosa peggiore di tutta questa situazione è accorgersi, dopo 20 anni di lavoro, di avere un'attività "non essenziale", di essere parte di quelle categorie demonizzate come untrici e relegate a pochi, insomma quelli che possono anche chiudere, tanto senza il parrucchiere non si muore, giusto?
Vorrei tanto capire chi ha deciso che andare dal parrucchiere di fiducia sia meno utile di un cacciavite, o che un pacchetto di sigarette sia più utile di una pentola. Qui non si deve guardare alla "moralità" delle attività, ma al fatto che ogni attività è un lavoro, ed è lavoro per tutti, indipendentemente dall'essere un lavoratore privato, pubblico, autonomo o una P.IVA, senza distinzioni fra una palestra, un negozio, un supermercato o una ferramenta!
O qui stiamo tutti chiusi, oppure stiamo tutti aperti, perché altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro!
I soldi che ci avete stanziato, quel fumo negli occhi che da un anno ci state buttando, credendo di alleviare le nostre sofferenze, non servono a niente se non a fomentare rabbia e frustrazione.
Il 7 aprile o riaprite le nostre serrande, oppure dovremo farlo autonomamente.