Carlo Sacco ai candidati sindaci: «Date insieme una svolta alla città»
La lettera aperta a De Benedittis, Longo, Quinto e Gino Perrone
martedì 30 giugno 2020
iReport
Si definisce un cittadino comune ma soltanto l'anno scorso era intenzionato a candidarsi alla carica di primo cittadino con il progetto politico "Forza 4". Una candidatura annunciata ma mai formalizzata, quella di Carlo Sacco che oggi prende carta e penna e scrive ai candidati sindaci De Benedittis, Longo, Quinto ma anche a Gino Perrone e ai politici locali chiedendo loro un cambio di tendenza e la realizzazione di un fronte comune per dare una svolta alla città. Questo il testo integrale della lettera aperta firmata dal "cittadino comune Carlo Sacco"
Tempi straordinari richiedono donne e uomini straordinari, ne stiamo avendo prova in questo momento nuovo e drammatico, dove abbiamo visto la forza di tanti professionisti, sanitari e non solo, di tanti cittadini e imprenditori che si sono adoperati con creatività per reinventarsi e per essere d'aiuto agli altri,
Ed i politici coratini, saranno all'altezza del tempo straordinario e grave in cui ci siamo trovati, nel dover amministrare a breve la nostra comunità?
Me lo domando in questi giorni e sento che tutti dovremmo avere il coraggio di osare qualcosa di nuovo, abbandonando il solito modo di fare politica per dimostrarci capaci di creare coesione e non divisione in un frangente tanto difficile.
Anche il Papa, facendosi voce direi di un sentire morale universale prima che religioso, ha chiesto che i politici cerchino il bene della comunità e non quello della propria parte politica, e credo che sia un desiderio molto diffuso, anche se continuamente smentito dalla scena politica nazionale e locale.
Allora vorrei avanzare una proposta, abbandoniamo per un po' i soliti strumenti della politica (che tanto si sono sviliti nel tempo), le polemiche, le frecciate, le reciproche accuse, la preclusione gli uni alle idee degli altri.
Mettiamoci tutti insieme al lavoro per il bene della nostra comunità.
Una sorta di armistizio partitico, per i prossimi cinque anni, per dire che vogliamo rialzarci insieme da questo momento drammatico per la nostra Citta', per dire che le polemiche politiche sono piccola cosa rispetto al cataclisma che ci ha colpiti.
Oso anche di più: per quanto possibile accantoniamo il metodo delle decisioni nelle "segrete stanze", sforziamoci di sederci attorno ad un tavolo rappresentanti politici e della società, e di ragionare e confrontarci fino ad arrivare a scelte condivise. È un modo diverso di esercitare la democrazia, che tanti di noi già sperimentano in contesti associativi o lavorativi, e funziona nella misura in cui si condivide l'obiettivo di fondo e si accetta il punto di vista dell'altro.
Poi dopo aver scelto i rappresentanti a Palazzo San Cataldo la maggioranza dovrà fare lo sforzo di considerare che solo integrando le idee delle opposizioni si dà conto della totalità della cittadinanza, e la minoranza dovrà riconoscere il giusto peso a chi è stato scelto dalla maggioranza dei votanti.
Per chi amministrerà la Città ci sarà tempo per un intenso lavoro: il bilancio del Comune va in larga parte riscritto, bisogna dare risposte ai tanti che sono usciti più fragili economicamente o socialmente da questa emergenza sanitaria, bisogna probabilmente ripensare gran parte delle proposte e delle attività che il Comune organizza o sostiene, bisogna ridisegnare una serie di servizi. Bisogna ridare un volto al nostro stare insieme.
Sarebbe stupido pensare che tutto questo lavoro straordinario non possa che essere migliore ascoltando il contributo di tutti e se tutti siamo concentrati per rispondere alle necessità della nostra comunità piuttosto che strumentalizzare polemicamente ogni scelta o proposta.
È chiaro che questo vorrebbe dire rimodulare le posizioni più divisive per definire un orizzonte comune (che poi lo troviamo già nella Costituzione e nelle dichiarazioni dei diritti dell'uomo). Dovremmo fare reciprocamente dei passi di avvicinamento.
Parto io indicando un passo, dare fiducia unitariamente ad una coalizone ampia che veda tra Angela Quinto, Gino Perrone ,Corrado De Robertis e Nico Longo e politici locali…. tutte le forze democratiche e coerenti che senza indugi dia una svolta a questa città.
Rispondo in anticipo a due facili obiezioni. La prima è che le posizioni sono troppo distanti e che per tanti motivi il dialogo è già troppo compromesso. Lo capisco, costerebbe molta fatica a tutti, ma se i passi di incontro sono reciproci e veri è preferibile per il bene comune fare quei passi faticosi piuttosto che restare nel proprio orizzonte di riferimento, più comodi ma fermi.
Credere nella democrazia vuol dire anche questo.
La seconda è che è io non sono nessuno per decidere tutto questo.
Vero, ma un momento come questo non l'abbiamo mai vissuto, ed è di fronte a questa drammatica novità che avanzo questa idea.
Sarebbe solo per un certo periodo, poi dal 2025 potremmo tornare ai nostri programmi, alla critica intransigente e ai facili mezzi per acquisire consenso, ci resterebbe comunque tutto il tempo per il bene della nostra Citta'.
È vero, forse per un'operazione del genere servirebbe gente di una statura politica che forse noi non abbiamo, ma nei momenti straordinari ciascuno di noi è capace di tirare fuori risorse inaspettate, perciò io dico che ci potremmo provare.
Io sono disponibile, ma funziona solo se lo facciamo tutti.
Tempi straordinari richiedono donne e uomini straordinari, ne stiamo avendo prova in questo momento nuovo e drammatico, dove abbiamo visto la forza di tanti professionisti, sanitari e non solo, di tanti cittadini e imprenditori che si sono adoperati con creatività per reinventarsi e per essere d'aiuto agli altri,
Ed i politici coratini, saranno all'altezza del tempo straordinario e grave in cui ci siamo trovati, nel dover amministrare a breve la nostra comunità?
Me lo domando in questi giorni e sento che tutti dovremmo avere il coraggio di osare qualcosa di nuovo, abbandonando il solito modo di fare politica per dimostrarci capaci di creare coesione e non divisione in un frangente tanto difficile.
Anche il Papa, facendosi voce direi di un sentire morale universale prima che religioso, ha chiesto che i politici cerchino il bene della comunità e non quello della propria parte politica, e credo che sia un desiderio molto diffuso, anche se continuamente smentito dalla scena politica nazionale e locale.
Allora vorrei avanzare una proposta, abbandoniamo per un po' i soliti strumenti della politica (che tanto si sono sviliti nel tempo), le polemiche, le frecciate, le reciproche accuse, la preclusione gli uni alle idee degli altri.
Mettiamoci tutti insieme al lavoro per il bene della nostra comunità.
Una sorta di armistizio partitico, per i prossimi cinque anni, per dire che vogliamo rialzarci insieme da questo momento drammatico per la nostra Citta', per dire che le polemiche politiche sono piccola cosa rispetto al cataclisma che ci ha colpiti.
Oso anche di più: per quanto possibile accantoniamo il metodo delle decisioni nelle "segrete stanze", sforziamoci di sederci attorno ad un tavolo rappresentanti politici e della società, e di ragionare e confrontarci fino ad arrivare a scelte condivise. È un modo diverso di esercitare la democrazia, che tanti di noi già sperimentano in contesti associativi o lavorativi, e funziona nella misura in cui si condivide l'obiettivo di fondo e si accetta il punto di vista dell'altro.
Poi dopo aver scelto i rappresentanti a Palazzo San Cataldo la maggioranza dovrà fare lo sforzo di considerare che solo integrando le idee delle opposizioni si dà conto della totalità della cittadinanza, e la minoranza dovrà riconoscere il giusto peso a chi è stato scelto dalla maggioranza dei votanti.
Per chi amministrerà la Città ci sarà tempo per un intenso lavoro: il bilancio del Comune va in larga parte riscritto, bisogna dare risposte ai tanti che sono usciti più fragili economicamente o socialmente da questa emergenza sanitaria, bisogna probabilmente ripensare gran parte delle proposte e delle attività che il Comune organizza o sostiene, bisogna ridisegnare una serie di servizi. Bisogna ridare un volto al nostro stare insieme.
Sarebbe stupido pensare che tutto questo lavoro straordinario non possa che essere migliore ascoltando il contributo di tutti e se tutti siamo concentrati per rispondere alle necessità della nostra comunità piuttosto che strumentalizzare polemicamente ogni scelta o proposta.
È chiaro che questo vorrebbe dire rimodulare le posizioni più divisive per definire un orizzonte comune (che poi lo troviamo già nella Costituzione e nelle dichiarazioni dei diritti dell'uomo). Dovremmo fare reciprocamente dei passi di avvicinamento.
Parto io indicando un passo, dare fiducia unitariamente ad una coalizone ampia che veda tra Angela Quinto, Gino Perrone ,Corrado De Robertis e Nico Longo e politici locali…. tutte le forze democratiche e coerenti che senza indugi dia una svolta a questa città.
Rispondo in anticipo a due facili obiezioni. La prima è che le posizioni sono troppo distanti e che per tanti motivi il dialogo è già troppo compromesso. Lo capisco, costerebbe molta fatica a tutti, ma se i passi di incontro sono reciproci e veri è preferibile per il bene comune fare quei passi faticosi piuttosto che restare nel proprio orizzonte di riferimento, più comodi ma fermi.
Credere nella democrazia vuol dire anche questo.
La seconda è che è io non sono nessuno per decidere tutto questo.
Vero, ma un momento come questo non l'abbiamo mai vissuto, ed è di fronte a questa drammatica novità che avanzo questa idea.
Sarebbe solo per un certo periodo, poi dal 2025 potremmo tornare ai nostri programmi, alla critica intransigente e ai facili mezzi per acquisire consenso, ci resterebbe comunque tutto il tempo per il bene della nostra Citta'.
È vero, forse per un'operazione del genere servirebbe gente di una statura politica che forse noi non abbiamo, ma nei momenti straordinari ciascuno di noi è capace di tirare fuori risorse inaspettate, perciò io dico che ci potremmo provare.
Io sono disponibile, ma funziona solo se lo facciamo tutti.