Anche le campane in quarantena
Una riflessione ad alta voce di Franco Tempesta
venerdì 13 marzo 2020
iReport
Come scrivano seduto non con carta e penna ma con le dita e la testiera in una postura forzata dalla condizione di emergenza sanitaria, alzo lo sguardo rapido ed involontario verso un campanile di una chiesa e penso alle campane, al loro "din don".
Mi fermo e rifletto: non odo il loro suono nei diversi momenti della giornata da un quando un virus impedisce di farle suonare. Già il virus, il coronavirus. Come un monarca assoluto sta fermando tutto. Anche le campane. No signori, dovrebbero suonare come da secoli fanno. "Din don din don "
Veloce , lento tristemente lento e poi ancora in fretta, fragorosamente per annunciarne i riti, le feste, le rinascite.
Campane vi prego "fatevi sentire".
Continuate il vostro servizio di dire agli uomini che il vostro suono tiene uniti , accomuna.
Da sempre .
Ma ora siete mute. Forzatamente ammutolite.
Perchè vi hanno fermate?
Mi fermo e rifletto: non odo il loro suono nei diversi momenti della giornata da un quando un virus impedisce di farle suonare. Già il virus, il coronavirus. Come un monarca assoluto sta fermando tutto. Anche le campane. No signori, dovrebbero suonare come da secoli fanno. "Din don din don "
Veloce , lento tristemente lento e poi ancora in fretta, fragorosamente per annunciarne i riti, le feste, le rinascite.
Campane vi prego "fatevi sentire".
Continuate il vostro servizio di dire agli uomini che il vostro suono tiene uniti , accomuna.
Da sempre .
Ma ora siete mute. Forzatamente ammutolite.
Perchè vi hanno fermate?