Spettacolo
Gianni Ciardo racconta "Pierino e il lupo"
sabato 30 novembre 2019
biglietti 10 euro, ridotto a 3 euro per le scuole e gli under 18
Gianni Ciardo fa il Pierino. Ma non c'entra il ragazzino impertinente delle barzellette. Il popolare comico barese è narratore in "Pierino e il lupo", la favola musicale di Prokof'ev che in Italia ha avuto la voce Dario Fo, Eduardo de Filippo, Roberto Benigni, Gigi Proietti e Lucio Dalla, e nel mondo persino di Sean Connery e Peter Ustinov. Affiancato dall'EnsembleAgìmus diretto da Flavio Maddoni, Ciardo è ospite del Festival pianistico Città di Corato, sabato 30 novembre, con due matinée (ore 10 e 11.30) in programma nel Teatro Comunale di Corato (biglietti 10 euro, ridotto a 3 euro per le scuole e gli under 18, prevendita al botteghino del teatro, info 080.9592281).
Dal popolare cabarettista barese c'è da attendersi non poche digressioni, con battute a raffica e sfottò. Non ci sarà da stupirsi, dunque, se abbinati ai protagonisti della nota fiaba si ritroveranno personaggi dell'attualità e della scena politica, dentro un racconto che sarà inevitabilmente condito di ironia senza limiti. Perché Ciardo non è uno che si lascia incasellare dentro precisi confini. E "Pierino e il lupo" è per lui un terreno sul quale muoversi facilmente.
La storia, com'è noto, racconta le vicissitudini di un bambino vivace che ha come amici un uccellino, un'anatra e un gatto. Animali che - nonostante gli ammonimenti del nonno - Pierino cerca di difendere da un lupo feroce, spintosi dai boschi nei pressi della casa dove nonno e nipote vivono felicemente. Una storia raccontata con mille digressioni da Ciardo, perfettamente dentro le musiche di Prokof'ev, che assegnò ad ogni personaggio uno strumento o un insieme di strumenti: gli archi per Pierino, il flauto per l'Uccellino, l'oboe per l'Anatra, il Clarinetto per il gatto, il fagotto per il Nonno, i tre corni per il Lupo, timpani e grancassa per i Cacciatori. È musica di una semplicità disarmante, scritta per un uditorio di bambini, ma straordinariamente affascinante per un pubblico adulto, che non dovrebbe sottovalutare quest'opera. Anzi, nella semplicità di questa favola sinfonica - semplicità soprattutto se paragonata alla complessità delle partiture di quegli anni (anche dello stesso Prokof'ev) - si dovrebbe cogliere il genio di un musicista capace di scrivere come si dovrebbe un'opera per l'infanzia e riuscire al contempo a produrre un piccolo capolavoro.
Il Festival pianistico Città di Corato diretto da Filippo Balducci nella Rete di musica d'arte Orfeo Futuro con il sostegno della Regione Puglia e il patrocinio dell'amministrazione comunale, si chiude l'1 dicembre, nella Sala Verde (ore 18.30, ingresso libero) con le sperimentazioni tra i secoli e gli stili tra la clavicembalista Margherita Porfido e il figlio, pianista e compositore, Livio Minafra, premio Top Jazz nel 2005, 2008 e 2011.
Dal popolare cabarettista barese c'è da attendersi non poche digressioni, con battute a raffica e sfottò. Non ci sarà da stupirsi, dunque, se abbinati ai protagonisti della nota fiaba si ritroveranno personaggi dell'attualità e della scena politica, dentro un racconto che sarà inevitabilmente condito di ironia senza limiti. Perché Ciardo non è uno che si lascia incasellare dentro precisi confini. E "Pierino e il lupo" è per lui un terreno sul quale muoversi facilmente.
La storia, com'è noto, racconta le vicissitudini di un bambino vivace che ha come amici un uccellino, un'anatra e un gatto. Animali che - nonostante gli ammonimenti del nonno - Pierino cerca di difendere da un lupo feroce, spintosi dai boschi nei pressi della casa dove nonno e nipote vivono felicemente. Una storia raccontata con mille digressioni da Ciardo, perfettamente dentro le musiche di Prokof'ev, che assegnò ad ogni personaggio uno strumento o un insieme di strumenti: gli archi per Pierino, il flauto per l'Uccellino, l'oboe per l'Anatra, il Clarinetto per il gatto, il fagotto per il Nonno, i tre corni per il Lupo, timpani e grancassa per i Cacciatori. È musica di una semplicità disarmante, scritta per un uditorio di bambini, ma straordinariamente affascinante per un pubblico adulto, che non dovrebbe sottovalutare quest'opera. Anzi, nella semplicità di questa favola sinfonica - semplicità soprattutto se paragonata alla complessità delle partiture di quegli anni (anche dello stesso Prokof'ev) - si dovrebbe cogliere il genio di un musicista capace di scrivere come si dovrebbe un'opera per l'infanzia e riuscire al contempo a produrre un piccolo capolavoro.
Il Festival pianistico Città di Corato diretto da Filippo Balducci nella Rete di musica d'arte Orfeo Futuro con il sostegno della Regione Puglia e il patrocinio dell'amministrazione comunale, si chiude l'1 dicembre, nella Sala Verde (ore 18.30, ingresso libero) con le sperimentazioni tra i secoli e gli stili tra la clavicembalista Margherita Porfido e il figlio, pianista e compositore, Livio Minafra, premio Top Jazz nel 2005, 2008 e 2011.